C’era una volta un libro con un principio, una fine e una storia nel mezzo. Era fatto di carta, inchiostro e parole, ma dentro c’erano persone, paesaggi, sensazioni. Bastava aprirlo e le lettere smettevano di essere segni per trasformarsi in entità pulsanti. Nessuno sapeva come fossero realmente quelle entità; tutti potevano immaginarle in libertà.
C’è questa volta il libro ipermediale. Dimenticate la sequenzialità, dimenticate la pagina uno e la parola fine. Il libro ipermediale è fatto di sintesi e non prevede percorsi obbligati.
“Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano.”( Antoine de Saint- Exupery).
Eppure quasi tutti i grandi lettori ricordano queste parole, impresse a fuoco nella storia della letteratura di ogni tempo da uno dei libri più amati: Il Piccolo Principe. Ancora oggi, a distanza di moltissimi anni dalla sua pubblicazione risulta essere uno dei libri a cui generazioni di ragazzi sono affezionati, e rileggono anche da adulti.
La maggior parte degli italiani continua a farlo a letto, ma sono ancora in molti a preferire il bagno – anche se il treno resta sempre un classico. Il piacere della lettura passa attraverso un oggetto – il libro – e si adatta a tutti gli stili di vita, incuneandosi negli spazi vuoti, dando valore al tempo perso. Accade così che una sterile attesa diventa un angolo di tempo che è nostro, solo nostro.
“L'Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl'anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia.” (A.Manzoni).
Tutti ricordiamo la famosa introduzione a “I Promessi Sposi”, capolavoro della letteratura italiana e “bestia nera” di milioni di studenti che negli anni hanno dovuto affrontare lo studio del “romanzo storico”.
Cosa leggere prima di andare a dormire? A chi dedicare gli ultimi istanti della nostra giornata? Il libro sul comodino… qualcosa che non può mai mancare.
Anno nuovo, vita nuova… ma libro vecchio sul comodino. Perché, si sa, le vecchie abitudini non devono morire mai. Ma proprio mai. E i lettori, di buone e sane abitudini, ne hanno tante, come quella di dedicarsi a poche pagine di un romanzo prima di chiudere gli occhi e iniziare a sognare.
Ci sono uomini in grado di scuotere il corso uniforme della storia. Il tempo cambia passo, guadagna un nuovo ritmo, il corso degli eventi accelera. Per ciò che concerne l’editoria nella storia, una di queste personalità eccezionali risponde al nome di Aldo Manuzio.
Nato alla metà del Quattrocento nei pressi di Latina, perfeziona la propria formazione a Roma, Ferrara, Verona. Molto colto e di gusti raffinati, appassionato di greco e latino, Manuzio si stabilirà infine a Venezia, e non certo per coincidenza.
Raccontare una storia in prima o in terza persona, seguendo i bisogni dell’autore
Scrivere un libro è essenzialmente arte. Ogni artista, prima o poi, si ritrova di fronte a un foglio bianco e dovrà fare delle scelte. Ecco perché scrivere significa fare delle scelte. Una delle scelte più significative ai fini della realizzazione di un romanzo è quella che riguarda il narratore. Il narratore è colui che racconta, che, appunto, narra la storia e non va confuso con l’autore.
In un certo senso, ogni vita raccontata è esemplare; si scrive per attaccare o per difendere un sistema del mondo, per definire un metodo che ci è proprio. Ma non è meno vero che le biografie in genere si squalificano per una idealizzazione o una denigrazione a qualunque costo, per particolari esagerati senza fine o prudentemente omessi; anziché comprendere un essere umano, lo si costruisce. (Marguerite Yourcenar)
Utili per non vedenti e ipovedenti, stanno spopolando anche per tutti gli amanti della lettura che hanno, però, poco tempo per farlo
Esistono praticamente da quando esistono i supporti audio e permettono di leggere un libro “ascoltandolo”. Sono gli audiolibri. Libri che, invece di essere letti, vanno ascoltati. Esiste anche la loro versione digitale: gli eAudiobook, disponibili su eReader e altri dispositivi di lettura digitale.
Scrigno di sogni, contenitore di idee, volano dell’innovazione culturale. Prima di essere tutto questo, il libro è innanzitutto un oggetto economico. Quel volume che scuote il nostro spirito e passa dagli ultimi libri usciti alle nostre mani, è lì perché qualcuno lo ha pensato e scritto, e perché qualche altro ci ha creduto, ci ha scommesso, e ha messo mano al portafogli. Questa persona si chiama editore, e il suo scopo è dar voce agli scrittori emergenti.
"Voltato l'angolo forse ancor si trova Un ignoto portale o una strada nuova; Spesso ho tirato oltre, ma chissà, Finalmente il giorno giungerà, E sarò condotto dalla fortuna, A Est del Sole, a Ovest della Luna."
Queste righe sigillano la conclusione della saga fantasy più amata dell’ultimo secolo: “Il Signore Degli Anelli”. Il fantasy è un genere letterario sviluppatosi nell’Ottocento che narra di avventure fantastiche mescolate a magia e leggende.
In molti rinuncerebbero volentieri, nel viaggio verso l’eternità, a “I promessi sposi” e alla “Divina commedia”. Troppo pesanti.
Chi portereste con voi nell’aldilà? Una semplice domanda che ha scatenato i lettori e i giovani scrittori di tutto il mondo, alle soglie di quello che, per i Maya, sarà il giorno del giudizio. Loro, i Maya, lo hanno predetto molti secoli addietro e le loro previsioni di solito non hanno sbagliato. Dunque, perché non pensare che la resa dei conti sia davvero imminente per tutti noi?
Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell'ignoto (Howard Phillips Lovecratf). Sul timore dell’ignoto e su tutte le altre paure ancestrali dell’uomo si sviluppa il filone narrativo dell’orrore o horror. Scrivere un libro che incuta repulsione e spavento nel lettore vuol dire giocare con l’irrazionalità, portando elementi di un mondo sovrannaturale a contatto con quelli della realtà quotidiana, e rompendo gli schemi tradizionali, esasperando temi come la morte, la malattia, la violenza, il buio e i luoghi inesplorati.
Un libro frizzante e spassoso per conoscere i luoghi della moda e il mondo che c’è dietro.
Tre mesi per scriverlo, due ore per leggerlo. Sognando la Birkin è senz’altro una bella novità artistica da impacchettare e regalare, magari in questi giorni sotto l’albero di Natale, o da leggere in treno o in aereo durante un bel viaggetto perché piccolo, comodo e… frizzante. E perché può fare da spunto per qualche idea regalo negli ultimi giorni di acquisti pre-natalizi.
Prima regola: nella satira non ci sono regole. E questo penso sia fondamentale. Per di più ti dirò che la satira è un'espressione che è nata proprio in conseguenza di pressioni, di dolore, di prevaricazione, cioè è un momento di rifiuto di certe regole, di certi atteggiamenti: liberatorio in quanto distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente. (Dario Fo) Con queste parole il più grande mattatore del teatro italiano definisce il mondo della satira, genere letterario e drammaturgico di cui è massimo esponente.
Scegliere una soluzione o l’altra può trasformare il romanzo in un successo o in un flop
Quando uno scrittore emergente si appresta a scrivere un libro, magari il suo primo romanzo, spesso si interroga su quali tecniche di narrazione adoperare, quali scartare e quali prediligere per far si che il suo libro in uscita sia un successo. La scelta non è quasi mai facile, perché dalla scelta del tipo di narrazione dipende il successo del nostro libro.
Magonza, 1455. Un gruppo di uomini è rinchiuso in un’officina in cui nessun estraneo può entrare. Fuoriescono odori nauseanti, stridori metallici. Nel ribollire dei fumi, i rimi di lavoro sono massacranti. Dodici, quattordici ore al giorno sono la norma.
C'è una persona a capo di tutto questo: il suo nome è Johann Gutenberg. In quell'officina, tra sudori e imprecazioni, nasce la stampa a caratteri mobili.
Fantasy, giallo, oroscopo, ricettario. C’è sempre un libro che fa al caso nostro
Il Natale si avvicina e siete ancora a corto di idee su cosa regalare ai vostri cari? Di certo, da buoni lettori quali siete, la fantasia non potrà mancarvi, ma se proprio non sapete con quale dono allietare vostra madre, vostro padre, la vostra migliore amica, accettate ora qualche consiglio, che può sempre tornare utile.
Il libro che ho trovato era vecchio, aveva la copertina consumata, e neppure riuscivo a leggere il nome dell’autore. Il libro che ho trovato l’ha letto il vento, e le pagine sembrava volessero volare via. C’era un numero incollato sulla copertina. Su internet ho scoperto da dove veniva quel libro, chi lo ha acquistato e perché lo ha liberato, e tutto grazie a quel numero. Ora queste pagine fresche di vecchiaia mi seguiranno per un po’. Le leggerò e le porterò con me nel mio cammino. E alla fine le restituirò al vento. Un giorno qualcun altro sarà attratto da questa copertina scorticata, e il libro troverà nuovi occhi in cui vivere. Tutto questo è, in una parola, Bookcrossing.
Sempre più autori scelgono i booktrailer per promuovere i loro libri. Cerchiamo di capire meglio cosa sono
È nato negli anni novanta, si è sviluppato nell’ultimo decennio e ha trovato la sua reale affermazione solo negli ultimi anni. È il booktrailer, ovvero un nuovo modo di conoscere i libri attraverso il linguaggio accattivante dei trailer cinematografici.
Il booktrailer non è altro che un videoclip, con suoni, parole e immagini, che riassume il tema di un libro in uscita, lo lancia, lo pubblicizza, lo promuove, aggiornando il linguaggio dei trailer cinematografici e adattandolo ad un libro.