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13 Dic
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Tecniche narrative: "salti temporali e sospensione"

Tecniche narrative: "salti temporali e sospensione" © Alexey Klementiev

Scegliere una soluzione o l’altra può trasformare il romanzo in un successo o in un flop

Quando uno scrittore emergente si appresta a scrivere un libro, magari il suo primo romanzo, spesso si interroga su quali tecniche di narrazione adoperare, quali scartare e quali prediligere per far si che il suo libro in uscita sia un successo. La scelta non è quasi mai facile, perché dalla scelta del tipo di narrazione dipende il successo del nostro libro.

Tra le tecniche più adoperate ci sono:

 

La tecnica della sospensione. Essa consiste nell’abbandonare la trama principale, mantenendola, appunto, “in sospeso”, sviluppando trame secondarie che possono apportare nuovi elementi a quella primaria. In questo modo si stuzzica la curiosità del lettore, che non vede l’ora di scoprire cosa accadrà ai protagonisti, ma nel frattempo diventa ingordo di informazioni e di spunti di riflessioni per capire meglio, ad esempio, le situazioni della storia. È quindi un’ottima tecnica di narrazione, da utilizzare soprattutto nel caso di romanzi gialli (ma si adatta bene in tutti gli altri generi), poiché genera suspense.

Flashback o analessi. Rientra nella categoria più ampia dei salti temporali. Consiste nell’interrompere lo svolgimento cronologico dei fatti, effettuando un salto nel passato, inserendo episodi avvenuti in un tempo precedente a quello della storia. Spezzano la monotonia della storia e danno spessore nel tempo, sempre che lo scrittore mantenga uno schema temporale comunque facilmente comprensibile che non confonda il lettore.

Flashforward o prolessi. Insieme al flashback costituisce la categoria dei salti temporali. Consiste nell’interrompere lo svolgimento cronologico dei fatti, effettuando un salto nel futuro, inserendo anticipazioni che danno un valore aggiunto a ciò che sta accadendo alla storia. Anch’essi spezzano la monotonia della storia, dando un quid in più al racconto, ma sono più difficili da inserire perché troppe anticipazioni possono far perdere al lettore la voglia di scoprire cosa succederà. La prolessi è, infatti, una tecnica poco utilizzata nei romanzi e più nell’ambito cinematografico. Il lettore potrebbe arrivare a sapere troppo e smettere di leggere.


La scelta di creare dei tempi narrativi sfasati, con una trama che si arrampica su livelli temporali differenti, può essere un’arma a doppio taglio per lo scrittore. È sempre buon consiglio utilizzare con parsimonia i salti temporali, o si rischia di creare confusione nel lettore o perdita di interesse, mentre non bisogna abusare della tecnica della sospensione per non rallentare troppo la narrazione e per non far perdere il filo del romanzo al lettore, creando i cosiddetti vuoti narrativi, cioè trame non complete che lasciano il lettore insoddisfatto per non sapere come andrà a finire.

 

Venerdì, 14 Dicembre 2012 | di @Dario D’Auriente

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