Blog, social network & Co. sempre più pieni di sgrammaticature. Ecco alcuni consigli per evitarle
“Un minuto e sono l’hi”. Beh, certo, basterebbe capire dove si trova geograficamente l’”hi” per poterci incontrare, ma sono piccolezze queste.
E sì, succede anche questo nel nostro BelPaese. Una nazione di scrittori, di poeti, che non può permettersi certi… errori carta in mano. È vero che scrivere è bello, libera la mente, ed è vero anche che la grammatica italiana è forse tra le più complicate dell’intero universo, ma troppo spesso capita che, girovagando tra forum più o meno interessanti, purtroppo ci si perda nei meandri delle storture, e si finisca catapultati in un mondo magico, dove la fantasia la fa da padrona. E allora può anche accadere che “ci vediamo all’ago”, perché una bella abbronzatura sulla punta di una siringa è sicuramente più piacevole di un comodo lettino sulle rive del lago.
Qual è la passione che v’incendia? Si tratta di qualcosa che credete di conoscere solo voi? Magari è un argomento talmente di nicchia che soffrite per non poterne parlare con nessuno?
Dentro questa domanda si cela il senso – forse il segreto – della scrittura. Scrivere è arte o lavoro? Dietro quei volumi così spessi c’è la pura ispirazione o un impegno costante?
Se per alcuni autori scrivere è facile, naturale come il respiro, per altri è come arare l’asfalto. Significa alzarsi all’alba ogni mattina e mettersi davanti al foglio bianco prima di essere investiti dalle incombenze quotidiane, faticando quando le parole non vengono, facendo tutto quello che bisogna fare per riempire almeno qualche cartella.
C’era una volta lo scrittore che scriveva, da solo, dentro le notti piovose, in attesa dell’alba che non arriva. C’era una volta e c’è ancora, ma ora può scegliere di non essere più solo. Rompere con una consuetudine fatta di lettere e pensieri seguiti da lunghi assoli sulla tastiera; sconvolgere, di tanto in tanto, le vecchie abitudini.
“I premi letterari sono una crudeltà. Soprattutto per chi non li vince.” Queste parole di Umberto Saba, grande scrittore e poeta italiano del Novecento condensano esattamente il pensiero dei maggiori esponenti della letteratura della sua epoca. L’ambizione e la volontà di ottenere un riconoscimento prestigioso a livello nazionale e internazionale hanno per secoli accompagnato lo scorrere della penna sul foglio degli scrittori più famosi delle passate stagioni letterarie. Ma per i nuovi scrittori è ancora così importante aspirare alla vittoria di un premio letterario?
Certe cose non cambiano. Cerchi di caffè sulla scrivania, tonnellate di appunti sui personaggi, fogli sparsi di idee, cestini pieni di geniali rivelazioni. Scrivere nonostante tutto. Di notte, al mattino pre-sto. Per anni. E sperare di ricevere almeno una risposta che sia una, righe pensate da un essere umano e non provenienti da un robot-risponditore automaticamente dispiaciuto.
Unghie segnate d’inchiostro, calamaio, penna d’oca, occhi sul sole al tramonto. Questa immagine romantica dello scrittore, immerso nella magia della creazione, sembra essere irrimediabilmente perduta nel passato. Oggi gli autori fanno ampio uso delle nuove tecnologie, e, quanto alle ricerche, internet fa risparmiare parecchio tempo – e magari anche i soldi del biglietto aereo.
L’uomo primordiale ha segnato la sabbia col dito, ha graffiato la roccia per raccontarci la sua vita, molto tempo dopo ha scoperto l’inchiostro, poi ha iniziato la sua folle corsa verso la modernità. Di quel gesto antico è rimasto davvero poco.
“L'ispirazione non si cattura. Quando la si vuole catturare, è andata via. Non bisogna neanche sperare di fare opere poetiche, non bisogna neanche sperare di fare opere straordinarie. In effetti, bisogna lavorare. Bisogna lavorare su ciò che è in disordine, su impressioni inafferrabili, su cose impalpabili.” (A. Varda).
A volte basta davvero avere solo l’idea giusta per poter scrivere un libro. Ecco una lista di software per la scrittura, disponibili sia per pc che per iPad.
Scrivere un libro non è mai stato così facile. Di certo non è proprio la cosa più “easy” al mondo, ma nemmeno la più difficile. Oggi giorno esistono sempre più programmi per aiutare e accompagnare gli scrittori emergenti nella realizzazione delle propria opera, semplificandone la struttura o suggerendo blocchi, scene e capitoli.
Il gigante asiatico vede sempre più scrittori emergenti trasformarsi in nuovi ricchi. Spopolano gli ebook
Scrivere in Cina conviene, specialmente ora che la lettura è diventata un hobby per tutta la popolazione. Lo rivela la rivista finanziaria cinese Investment & Finance che, in una ricerca effettuata sui lavori più pagati del 2012, ha individuato nella scrittura virtuale uno dei quattro impieghi meglio remunerati dell’anno.
L’opera dell’autore campano, in lizza per il concorso “Casa San Remo Writers 2013”, racconta una storia d’amore avvolgente e commuovente sul ravvedimento
Quando dal fango si può rinascere, quando dalle difficoltà si può risalire, quando l’amore è l’unica forza capace di reggere e sorreggere il mondo, allora si parla di “Fiore di loto” e di Agostino Moschettino, poliedrico ed eclettico autore campano, nativo di Marigliano, giunto al suo secondo romanzo.
Il libro che ho trovato era vecchio, aveva la copertina consumata, e neppure riuscivo a leggere il nome dell’autore. Il libro che ho trovato l’ha letto il vento, e le pagine sembrava volessero volare via. C’era un numero incollato sulla copertina. Su internet ho scoperto da dove veniva quel libro, chi lo ha acquistato e perché lo ha liberato, e tutto grazie a quel numero. Ora queste pagine fresche di vecchiaia mi seguiranno per un po’. Le leggerò e le porterò con me nel mio cammino. E alla fine le restituirò al vento. Un giorno qualcun altro sarà attratto da questa copertina scorticata, e il libro troverà nuovi occhi in cui vivere. Tutto questo è, in una parola, Bookcrossing.
Sempre più autori scelgono i booktrailer per promuovere i loro libri. Cerchiamo di capire meglio cosa sono
È nato negli anni novanta, si è sviluppato nell’ultimo decennio e ha trovato la sua reale affermazione solo negli ultimi anni. È il booktrailer, ovvero un nuovo modo di conoscere i libri attraverso il linguaggio accattivante dei trailer cinematografici.
Il booktrailer non è altro che un videoclip, con suoni, parole e immagini, che riassume il tema di un libro in uscita, lo lancia, lo pubblicizza, lo promuove, aggiornando il linguaggio dei trailer cinematografici e adattandolo ad un libro.
Foglio bianco, pagina uno, prime righe, in una parola: Incipit. In questo spazio così ristretto si gioca il futuro di chi si appresta a scrivere un libro. Centinaia di pagine rischiano di non arrivare mai ai lettori, se quelle parole non riescono nel loro intento. Se l’incipit non funziona, il romanzo tornerà pericolosamente nello scaffale, e neppure la sua struttura muscolosa lo salverà – prima o poi il libraio lo impacchetterà per renderlo alla casa editrice.
Ne parlano da mesi. Sui giornali si inseguono indiscrezioni e anticipazioni. Ma oggi è il grande giorno: il libro che tutti aspettavano è in libreria, con la sua bella copertina accattivante, sistemato in colonne imponenti. Possiamo finalmente sfogliarlo e lasciarci sedurre dal profumo della carta tagliata di fresco. Sul risvolto c’è la foto dell’autore: si regge il mento col pollice e l’indice, lo sguardo perduto nelle profondità dell’animo umano.
Quando un romanzo, che ha coinvolto e affascinato milioni di lettori, diventa un’opera cinematografica non si sa mai cosa aspettarsi. Passare dalla penna alla pellicola rappresenta una delle più grandi sfide per l’industria della “settima arte” che, pescando tra gli ultimi libri usciti, è sempre alla ricerca di una sceneggiatura rivoluzionaria e già confezionata. Un film, però, come ben si sa, non ha a disposizione il tempo autonomo e cadenzato della lettura: