Nato negli anni ’70 ed esploso con la diffusione del web, il Bookcrossing rivoluziona il concetto classico di biblioteca, determinando un nuovo rapporto con la parola scritta. Non più libri sotto chiave, prigionieri di scaffali legnosi, ma libri in libertà. Diversi siti web offrono la possibilità di registrare la copia libera; le verrà assegnato un numero unico – analogo all’ISBN – che permetterà di seguire la nuova vita del testo, di leggere i commenti dei lettori occasionali. E molti scrittori emergenti che non riescono a trovare una casa editrice che gli dia fiducia stanno scegliendo questa via inconsueta per autopromuoversi.
Prendete un libro e lasciatelo su una panchina, sul tavolo di un locale pubblico, in treno o in aperta campagna. Ecco: siete appena diventati Bookcrosser. La parola chiave che caratterizza il fenomeno è condivisione. Con questo spirito, proviamo a privarci di un libro che ci sta a cuore. Proprio così: ho letto questo libro ed esso mi ha reso migliore, e ora voglio donarlo a te, Altro. Leggilo, conservane l’anima, impara ad amarlo e lascialo libero, affinché anche il mondo impari a essere migliore. Il progetto di lungo periodo è ambizioso: creare una biblioteca diffusa, alimentata da un circuito di volumi in perenne movimento. Solo così tutti gli spazi saranno come pervasi da un’anima “libresca”. Ogni angolo di realtà avrà accesso a mondi ulteriori attraverso il varco della copertina. Leggere un testo, conservarlo e riscoprirlo dopo anni è un’esperienza intensa. Lasciarlo libero di volare è un doloroso, estremo atto d’amore.