Nei ricordi di questa giovane ragazza di Sicilia, bella e sorridente, c’è un passato travagliato. Il giorno in cui si veste di bianco, per giurare fedeltà all’uomo che le sta accanto di fronte all’altare, sembra il più bello della sua vita. Ma purtroppo non sarà così. Lui la abbandona, e Linda, in un momento di debolezza, cede alle promesse di un altro uomo, che prometteva di darle una vera famiglia. Da quell’incontro viene concepita una nuova vita, e l’uomo delle promesse sparisce così com’era avvenuto. Devi abortire, le dicono tutti, compresi i suoi genitori.
«Mi hanno consigliato di interrompere la gravidanza perché cercavano di farmi bene», racconta Linda, «per evitarmi problemi. Sì, ci sono tantissime difficoltà, però la vita è sacra. Dio ha creato la donna per dare la vita, non per toglierla».
È la stessa Paola Perego a definire la storia di Linda «un inno alla vita». La ragazza finge di abortire. «Sì ho mentito, ma ho mentito a fin di bene, per salvare la mia creatura da morte sicura. Sono entrata in sala operatoria e sono uscita con la flebo; il dottore è stato il mio complice, è stato molto bravo. Essendo maggiorenne ero responsabile della mia azione».
Per tutti il caso è chiuso. Linda custodisce il suo segreto, mentre sente la vita crescere dentro di sé. Sa che se resta a casa, prima o poi la scopriranno, così decide di partire. «Avevo lasciato gli studi anni prima; dissi a tutti che avrei ripreso l’università, a Bologna. In realtà, prima che la gravidanza si manifestasse, mi sono rifugiata a Niscemi, in un convento di suore. Lì ho vissuto chiusa in una stanza per sette lunghi mesi, molto difficili, di solitudine, malinconia, tristezza, lontana da tutti gli affetti».
Il 26 gennaio del 2010 nasce una bellissima bambina. Ma la giovane madre non ha il tempo di gioire. «Subito dopo il parto, ho avuto una terribile emorragia interna. Ho visto la morte in faccia. Però, così come io ho salvato la mia creatura, Dio quel giorno ha deciso di salvare me. Io in quel momento ho annullato me stessa per dare la vita».
Linda sopravvive e finalmente può abbracciare sua figlia. Ora per lei non c’è più pericolo, ed è giunto il momento di dire la verità. «Cinque giorni dopo il parto ho mandato un messaggio a mia madre. Quando sono arrivati in ospedale quasi non mi riconoscevano. Non ero la studentessa che avevo immaginato, ma ero un’altra persona. Mia mamma mi ha subito riabbracciata, ha capito subito il mio istinto materno. Mi ha detto “Hai fatto bene… ma come hai fatto?”».
E come ha fatto Linda lo spiega nel suo libro, “L’angelo – il tesoro nascosto”, uscito quest’anno per BookSprint Edizioni. «Vorrei dire a tutte le donne che la vita è sacra, va rispettata. Chi salva la vita anche di un solo bambino, salva la vita dell’intera umanità».