Il colosso americano è intenzionato a brevettare la firma digitale. A breve l’applicazione che permetterà agli autori di apporre la firma anche sugli ebook
Finalmente anche gli ebook conosceranno il fascino dell’autografo. È, infatti, in dirittura d’arrivo la firma del brevetto per l’autografo digitale consegnata da Apple all’ufficio brevetti americano. La firma digitale potrà essere così inserita dall’autore, su un’apposita pagina bianca successiva alla copertina, attraverso un’applicazione in modalità wi fi o mediante un particolare servizio di messaggistica.
Il prestito digitale è ancora in fase embrionale, ma la sua crescita esponenziale nell’ultimo triennio fa ben sperare per un futuro florido in questo settore
Nell’epoca della globalizzazione, spopolano anche nel mondo dell’editoria nostrana i termini anglosassoni di ebook, eReader, tablet e così via. Ma ce n’è uno il cui significato è poco chiaro: cerchiamo di capirci qualcosa di più. Stiamo parlando del digital lending, ovvero del prestito digitale.
Con l’ultima fatica di Dan Brown, “Inferno”, le vendite in digitale hanno finalmente superato, e anche nettamente, quelle in brossura
Ci voleva Dan Brown perché, anche in Italia, si verificasse quello che ormai è routine nel resto del mondo: l’ebook, in fatto di vendite, per la prima volta, ha superato (e di gran lunga) il suo dirimpettaio cartaceo. È accaduto, appunto, con l’ultima pubblicazione del famoso scrittore americano “Inferno”, la cui versione digitale ha sbaragliato quella in brossura, facendo affermare a tutti gli studiosi e gli esperti del settore che ormai, anche in Italia, la rivoluzione digitale ha avuto la meglio. Sarà vero?
Un progetto che ha sfidato le convenzioni, che non ha avuto paura di fronteggiare la crisi economica e editoriale che non solo l’Italia ma anche il resto del mondo sta attraversando, un’idea audace e brillante come il nostro giovane editore, Vito Pacelli, un’idea, quella di BookSprint Edizioni che, ancora una volta, si mette in gioco, partecipando ad una competizione che premia proprio la novità, l’innovazione che moltissime aziende italiane hanno proposto sul mercato negli ultimi tempi.
Girovaghi, artisti e saltimbanchi. Si aggirano nella piazza in festa, sorridono e le risate li inseguono. Il carrozzone si apre e rivela la scenografia incantata.
Tutto è pronto per la rappresentazione più straordinaria del secolo. Volete assistere? Perché non acquistare un libro? Costa solo pochi spiccioli! Potrete seguire le avventure degli eroi e rileggerle a casa vostra.
È stato più o meno in questo modo che i primi libri incominciarono a conoscere le strade, ad assorbire gli odori del mercato e il respiro della folla.
Un tempo sapevamo che la lezione del giorno andava da pagina cento a pagina centoventi: bastava studiare quei venti fogli in bianco e nero e la lezione era tutta lì, chiusa nello spazio della pubblicazione del libro. Nel bene e nel male sapevi che quella simpaticona della Prof non sarebbe andata oltre.
Ma il vento del cambiamento gonfia le vele dell’istruzione. Il decreto firmato da ministro Profumo parla chiaro: per l’anno 2014-2015 solo manuali in versione digitale o mista.
In fase di sperimentazione tecnologie che permettono di amalgamare due mondi finora semplicemente contrapposti. Ecco cosa c’è da aspettarsi nel futuro dell’editoria
Le vendite degli ebook spopolano, quelle dei libri cartacei calano. Eppure la tendenza d’oltreoceano è quella di trovare un’alternativa al nuovo “immateriale” digitale e all’antico “tangibile” cartaceo. Sono sempre più, infatti, le aziende e le case editrici che stanno sperimentando dei punti di incontro tra i due mondi, perché, come si sa, si riesca a superare una dicotomia che fa più male che bene alla letteratura, al libro in generale e al mercato delle case editrici.
Spesso si sente dire che l’Italia è un paese a due velocità. C’è un Nord, sviluppato e industriale, e un Sud, attardato e rurale. Pur con le dovute eccezioni, la realtà dei fatti ci impone di accettare questo dato generale. Non sarebbe altrimenti possibile spiegarsi il fenomeno dell’emigrazione interna, sempre vivo, sempre a senso unico.
Sarebbe confortante pensare che, in un mondo così particolare come quello editoriale, questa distinzione cessi di esistere. Dopotutto gli scrittori emergenti non sono tenuti a rispettare alcuna geografia, e di editori bravi e coraggiosi ce ne sono in tutto il paese.
Gli autori non sono d’accordo sul connubio poesia-ebook, ma il mercato della poesia segna una tendenziale ripresa
“Se volessi farmi capire da tutti non scriverei poesie” (Eugenio Montale)
Nel Paese dei santi, dei navigatori e dei poeti la poesia trova sempre meno spazio nelle librerie e tra gli scaffali. Eppure, il mercato editoriale della poesia non è fermo, anzi. Ogni anno raccoglie migliaia di nuove pubblicazioni, di ultime uscite, sia da autori emergenti che da fuoriclasse affermati del settore come la Merini e Campana, senza dimenticare le ristampe dei classici (Petrarca, Foscolo, Ungaretti, Dante).
L’editore Ilmo Malagoli inaugura una collana di dieci romanzi, da leggere obbligatoriamente a partire dal 2110. Sarà l’idea giusta per salvare il cartaceo?
Tutto e subito!
No, per carità. È questa l’idea di Ilmo Malagoli e della sua casa editrice IV Millennio, che proprio in onore della sua ragione sociale, inaugura una collana di libri un po’ particolare.
Ci sono uomini in grado di scuotere il corso uniforme della storia. Il tempo cambia passo, guadagna un nuovo ritmo, il corso degli eventi accelera. Per ciò che concerne l’editoria nella storia, una di queste personalità eccezionali risponde al nome di Aldo Manuzio.
Nato alla metà del Quattrocento nei pressi di Latina, perfeziona la propria formazione a Roma, Ferrara, Verona. Molto colto e di gusti raffinati, appassionato di greco e latino, Manuzio si stabilirà infine a Venezia, e non certo per coincidenza.
Scrigno di sogni, contenitore di idee, volano dell’innovazione culturale. Prima di essere tutto questo, il libro è innanzitutto un oggetto economico. Quel volume che scuote il nostro spirito e passa dagli ultimi libri usciti alle nostre mani, è lì perché qualcuno lo ha pensato e scritto, e perché qualche altro ci ha creduto, ci ha scommesso, e ha messo mano al portafogli. Questa persona si chiama editore, e il suo scopo è dar voce agli scrittori emergenti.
In principio c’erano i libri, e i libri erano tutti uguali. Entrare nelle antiche biblioteche doveva essere come farsi un giro in un racconto di Borges. File di volumi anonimi e indistinguibili si ergevano nella muraglia inaccessibile del sapere. Col tempo le cose sono molto cambiate, fino ad arrivare al fiorire di copertine dei giorni nostri.
Magonza, 1455. Un gruppo di uomini è rinchiuso in un’officina in cui nessun estraneo può entrare. Fuoriescono odori nauseanti, stridori metallici. Nel ribollire dei fumi, i rimi di lavoro sono massacranti. Dodici, quattordici ore al giorno sono la norma.
C'è una persona a capo di tutto questo: il suo nome è Johann Gutenberg. In quell'officina, tra sudori e imprecazioni, nasce la stampa a caratteri mobili.
L’informatizzazione piomba su insegnanti, alunni e famiglie.
Tutti a lezione di eBook: la rivoluzione digitale del libro, infatti, arriva anche nelle scuole italiane. La prima svolta c’era stata nel 2009, con la proposta dell’allora ministro dell’istruzione Gelmini di far preferire ai collegi dei docenti libri in formato misto, sia cartaceo, sia scaricabile dal web. A partire dall’anno scolastico appena incominciato, però, nelle aule del Bel Paese si potrà studiare addirittura su tablet e Ipad, mentre l’uso di libri in formato misto sarà obbligatorio.
Decuplicano gli eBook, ma il mercato si restringe notevolmente
Negli ultimi dieci anni l’editoria ha subito innumerevoli trasformazioni dovute sia alle novità tecnologiche introdotte che alle evoluzioni economiche e alla crisi. In tutti i settori in cui essa opera, c’è stata una rivoluzione tale da modificare quantitativamente e qualitativamente sia la domanda del pubblico sia l’offerta delle stesse case editrici.