I nuovi scrittori vedeno le parole morire, urlano ma non hanno voce. Nella testa, sempre la stessa domanda: come pubblicare il mio libro? Prima che sia troppo tardi, decidono di cercare un pubblico per l’unica strada che gli è rimasta: self-publishing, scommettere su se stessi.
Fin qui nulla di nuovo. Lo hanno fatto molti esclusi poi riconosciuti come scrittori di razza; lo hanno fatto innumerevoli altri di cui non si ricorda il nome. Ma la vera sorpresa arriva quando si guardano le statistiche. Tra i libri più venduti, 27 su 100 sono autopubblicati.
È la rivincita degli ultimi. Chi finora si è divertito falciando libri dall’enorme potenziale deve porsi qualche domanda. Serve a poco considerare tutto questo un fenomeno provvisorio, destinato a rien-trare nei ranghi. Si tratta invece di un terremoto dagli effetti poderosi e sul lungo periodi difficil-mente calcolabili. Di certo emerge che i lettori hanno voglia di novità, e non si accontentano di cer-care solo nelle librerie. Sondare la rete per scoprire un ottimo libro prima di altri, predirne il successo e magari contribuire ad accrescerlo tramite il web, è una sensazione che attraverso l’editoria tradizionale è difficile provare. E la caccia è sempre aperta.