Questa forma narrativa ha il principale scopo di porre attenzione critica alla politica e alla società, evidenziandone le contraddizioni e promuovendone il miglioramento. La capacità di fare satira è stata ritenuta talmente importante da meritarsi addirittura una definizione giuridica della Corte di Cassazione:
«È quella manifestazione di pensiero, talora di altissimo livello, che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene». Storicamente dunque, essendo legate a doppio filo alle sorti della politica, le origini della satira si fanno risalire all’Antica Grecia, con Omero e con la commedia greca di Aristofane. Nella letteratura latina troviamo, invece, lo stile magistrale di Ennio. Anche in Dante si ritrova qualche elemento satirico quando, utilizzando l’allegoria, cerca di colpire i massimi rappresentanti della politica fiorentina.
Nel Rinascimento nasce, poi, il poema eroicomico: “La Secchia rapita” di Alessandro Tassoni e “La Moscheide” di Teofilo Folengo. Gli scrittori Illuministi hanno fatto della satira una vera e propria arma contro i privilegi della nobiltà, basti pensare al “Candido” di Voltaire, alle “Lettere Persiane” di Montesquieu e a “Il Giorno” di Parini. Tra l’Ottocento e il Novecento, con l’esplosione mondiale della stampa, la satira trova la sua massima espressione sui giornali e sulle riviste, scritte e diffuse per colpire partiti e rivelare gli imbrogli degli uomini di potere. La satira diventa la voce dei fini intellettuali contro la burocrazia e il dogmatismo della “casta” di chi ha il potere.
Oggi, senza censura, sembrerebbe ancora più facile poter scrivere un libro liberamente utilizzando la satira, eppure è proprio l’esatto contrario. Nonostante il pubblico abbia più mezzi di informazione a disposizione, e nonostante la libertà di parola e di stampa siano state riconosciute da ogni legislazione mondiale, toccare il potere attraverso l’ironia, sottolineandone errori e mancanze, è sempre più complicato e per le case editrici italiane e non, stampare un libro che attacchi direttamente la politica e i suoi esponenti rappresenta sempre una grande sfida e un grande rischio. In un mondo sempre più massificato e bombardato da informazioni diverse e contraddittorie la satira è indispensabile, ci aiuta a non essere passivi riceventi di news confezionate ad arte, ma ci aiuta a sviluppare pensieri propositivi e riformatori, a volte anche rivoluzionari poiché, come afferma Michael Moore: “Una delle funzioni principali della satira è quella di affrontare i problemi scomodi. [...] La satira presume che il pubblico abbia un cervello”.