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04 Gen
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Narratore e punto di vista. Il successo di un libro dipende anche da questa scelta

Narratore e punto di vista. Il successo di un libro dipende anche da questa scelta © Brunhilde

Raccontare una storia in prima o in terza persona, seguendo i bisogni dell’autore

Scrivere un libro è essenzialmente arte. Ogni artista, prima o poi, si ritrova di fronte a un foglio bianco e dovrà fare delle scelte. Ecco perché scrivere significa fare delle scelte. Una delle scelte più significative ai fini della realizzazione di un romanzo è quella che riguarda il narratore. Il narratore è colui che racconta, che, appunto, narra la storia e non va confuso con l’autore.

Il narratore può essere:

 

  • Onnisciente. Conosce la storia in tutti i suoi lati, partendo dagli avvenimenti del passato fino ad arrivare ai risvolti futuri. Scegliere un narratore onnisciente significa poter sperimentare, all’interno del romanzo, le tecniche narrative del flashback e del flashforward, significa avere ampie possibilità di manovra perché il narratore tutto sa.
  • - Eterodiegetico. È esterno alla storia, non ne fa parte. Scegliere un narratore eterodiegetico può aiutare l’esposizione dei fatti, perché può inserire commenti e giudizi, ma può raccontare solo quello che ha visto, quello che gli è stato detto.
  • Omodiegetico. È interno alla storia, spesso uno dei personaggi. Scegliere un narratore omodiegetico significa raccontare la vicenda dal punto di vista del personaggio che la narra, dell’io narrante (se è il protagonista), per cui è una narrazione parziale, legata alle conoscenze del personaggio che difficilmente potrà sapere quello che gli altri fanno o provano.

Alla scelta del tipo di narratore si accompagna quella del punto di vista, il modo in cui si raccontano i fatti, la focalizzazione. Essa può essere:

  • Focalizzazione zero. Coincide quasi sempre con il narratore onnisciente o quello esterno. Il lettore viene informato di tutto ciò che accade nella storia e sa più dei personaggi.
  • Focalizzazione interna. Coincide quasi sempre con il narratore omodiegetico, poiché si racconta la storia esclusivamente dal punto di vista di uno dei personaggi. Il lettore sa quanto i personaggi.
  • Focalizzazione esterna. È il punto di vista di un narratore esterno, per cui il lettore sa meno dei personaggi. È una tecnica adatta soprattutto nei generi gialli e thriller, perché aiuta a creare la suspence.

Scegliere un narratore e un punto di vista influenza notevolmente lo svolgimento del racconto e soprattutto il modo in cui il lettore si immedesimerà nella storia. Inoltre, da questa scelta dipende anche l’uso della prima o della terza persona.
Parlare in prima o terza persona ha dei vantaggi e degli svantaggi, ma non esiste la soluzione migliore su come scrivere un libro: essa dipenderà sempre da ciò che lo scrittore emergente vorrà e non vorrà fare della sua opera d’arte.
Raccontare in prima persona significa raccontare con un singolo sguardo il mondo. Ciò aumenterà la suspence, produrrà maggiore immedesimazione da parte del lettore con il personaggio, ma potrebbe essere difficile farlo con un numero importante di personaggi.
Raccontare in terza persona significa, invece, poter esprimere maggiori conoscenze, chiarire aspetti della storia poco limpidi e dare al lettore un quadro più ampio della situazione. Facilita anche la descrizione di ambienti e paesaggi, ma produce un distacco maggiore tra lettore e protagonista.

Venerdì, 04 Gennaio 2013 | di @Dario D’Auriente

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