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20 Dic
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Fine del mondo: nell’aldilà con Oscar Wilde

Fine del mondo: nell’aldilà con Oscar Wilde © pojoslaw

In molti rinuncerebbero volentieri, nel viaggio verso l’eternità, a “I promessi sposi” e alla “Divina commedia”. Troppo pesanti.

Chi portereste con voi nell’aldilà? Una semplice domanda che ha scatenato i lettori e i giovani scrittori di tutto il mondo, alle soglie di quello che, per i Maya, sarà il giorno del giudizio. Loro, i Maya, lo hanno predetto molti secoli addietro e le loro previsioni di solito non hanno sbagliato. Dunque, perché non pensare che la resa dei conti sia davvero imminente per tutti noi?

Il 21 dicembre 2012 è alle porte e mentre la terra inizia a tremare, le stelle a collassare, l’universo ad implodere, noi della BookSprint Edizioni abbiamo lanciato un sondaggio ai nostri lettori, e ai lettori di tutto il mondo, perché la passione per la letteratura non avrà fine.
La domanda principale è stata: “quale autore portereste con voi per allietare la vostra vita nell’eternità?”
Altro che fine del mondo. Sui social network, sui vari profili in cui è il post è stato condiviso, si è scatenato un putiferio di nomi, di autori, ognuno più che degno di essere preso in considerazione per passarci l’infinità dei nostri giorni.
Il più acclamato è stato, senza molti rivali, Oscar Wilde. Sembra che il fascino enigmatico e impertinente del poeta e scrittore irlandese non passi mai di moda, e nessuno voglia rinunciare alla sua verve per l’eternità. D’altronde, come si fa a non essere d’accordo? Come si potrebbe mai rinunciare ad uno dei suoi aforismi? Ad una delle sue verità? Come ci si potrebbe annoiare con uno come lui al proprio fianco?
A seguire due autori latino-americani e contemporanei. Il sempreverde colombiano Gabriel Garcia Marquez che, con la sua ironia profonda e la sua capacità di gestire diverse storie parallele, ha raccontato l’amore in tutti i suoi aspetti, e lo spagnolo Carlos Ruiz Zafon, da una decina d’anni capace di giungere ai cuori di tutti con la sua romantica penna d’autore.
Un gradino al di sotto del podio uno dei grandi della letteratura fantasy del nostro secolo: l’americano George R. R. Martin, che con le sue Cronache del  ghiaccio e del fuoco è stato capace di creare un mondo alternativo al nostro, pieno di magia, misteri, intrighi, sortilegi e azione. Di certo, passare qualche anno della nostra nuova vita immaginando le sue avventure, vivendole, non potrebbe che mantenerci vitali e in esercizio.
Ma non mancano soprattutto giovani autori emergenti che vorrebbero passare l’eternità con fenomeni del calibro di Goethe, Dante, Dostoevskij e Giacomo Leopardi. Certo, magari sarebbe una seconda vita più riflessiva, meno pragmatica, ma come non comprendere chi ricerca la profondità nel suo aldilà?
Un’altra domanda che abbiamo posto ai nostri lettori è stata: “quale romanzo, compresi gli ultimi libri in uscita, portereste con voi nel vostro viaggio verso l’aldilà e perché?
Ha vinto Il piccolo principe perché è un libro che si fa leggere sempre con occhi nuovi, ed è quindi ogni volta un libro diverso.
A seguire c’è un netto disaccordo fra gli intervistati. C’è chi porterebbe con sé la Divina Commedia così da conoscere già i propri vicini, chi La storia infinita, così da avere i piedi per terra e la testa fra le nuvole, chi Love Story e Cime tempestose, perché il primo amore, l’amore vero, non si scorda mai, chi Delitto e castigo perché è un’opera completa sull’amore, sulla politica, sulla religione, sulla filosofia e non si fa mancare nulla,  chi, con originalità e brio, sceglierebbe di leggere La biblioteca dei morti e Il libro dei morti per confrontare il giorno destinato nel libro con il 21 dicembre o per trovare la formula per resuscitare sé e i suoi cari.
Infine, l’ultima domanda sottoposta agli intervistati è stata: “quale dei classici non vorreste con voi?”
E a sussultare, nella tomba, saranno i mostri sacri italiani. A ricevere il pugno verso sono stati, infatti, soprattutto Alessandro Manzoni e Dante. Ma se per Renzo e Lucia e I promessi sposi il “problema” principale è l’assuefazione dopo anni di studi nelle scuole, per i buoni e i cattivi della Divina Commedia le “colpe” più gravi sono la lunghezza dell’opera ed il suo volume.

Comunque sia, buon gusto o meno, la speranza è che i Maya si sbaglino e che li incontreremo, i nostri autori preferiti, ma solo in un aldilà ancora molto lontano.

 

 

Giovedì, 20 Dicembre 2012 | di @Dario D’Auriente

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