1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Giugliano (NA) ed ho compiuto i miei studi a Napoli, dalla scuola media al liceo classico fino all'Università Federico II, dove mi sono laureato in Lettere classiche agli inizi del 1967.Qualche mese dopo ho iniziato ad insegnare Italiano e Storia in un istituto tecnico e successivamente latino e greco nel liceo del mio paese.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
I "Canti" di G: Leopardi.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Milano sessant'anni or sono e sono sempre vissuto nella mia città ma viaggio tutt'ora moltissimo per tutta Italia perché amo conoscere molto bene il mio bellissimo ed amato Paese.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"Il deserto dei tartari" di Dino Buzzati. Un adolescente deve sapere, secondo me, che nessuno è indenne dal trascorrere spietato ed inesorabile del tempo ed è importante valorizzare da subito ogni attimo della propria esistenza. In altre parole (non di Buzzati...): "Chi vuol esser lieto, sia; del doman non v'é certezza."
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è una terapia rilassante. Mi sento in piena regola con me stessa e pronta a rivelare il mio stato d'animo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
La mia vita è sempre presente quando scrivo. In quest'opera è maggiormente presente perché l'intento è stato quello di offrire qualcosa di bello, di vita vissuta alle coppie di sposi, attingendo proprio da altre coppie le esperienze di vita. Le coppie di vergini e di santi sono lì a testimoniare che tutte le vocazioni sono presenti nella Chiesa, e tutti indistintamente siamo chiamati ad essere santi, vivendo bene nel nostro stato di vita.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Premesso che per me non è semplice scrivere un libro, come potrebbe sembrare. Sia che si tratti di un romanzo o di un racconto di una storia vera, mettere su carta ciò che si prova o ciò che si vuole trasferire a chi leggerà, è molto emozionante perché c’è sempre una parte di te che se ne va.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro racconta la reale storia della prima spedizione mondiale nel cuore della Siberia. In questo racconto è presente il 100% della mia esperienza.
Matteo è un bambino con tanta voglia di vivere e tanto amore da dare. Si è trovato prematuramente a fare i conti con una realtà e con un mondo che non è ancora pronto a confrontarsi con la sua diversità. La madre, Dina Vaccari, nel libro “Storia di un bambino ormai nato” racconta il suo percorso. Il libro è pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni ed è disponibile nel duplice formato e-book/cartaceo.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Già da bambina utilizzavo la scrittura come valvola di sfogo. Ad esempio a 13 anni, quando ho saputo della morte di mia nonna, ho sentito l'esigenza di chiudermi nella mia stanza e buttare giù alcune righe su quella triste notizia. Ne è nata così una poesia che ancora i miei genitori conservano. Ma scrivere non è per me solo ricerca di conforto nelle situazioni difficili, è anche un vero e proprio piacere: quanta soddisfazione quando mi viene in mente la frase giusta che cercavo da tanto!
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto è reale! Infatti si tratta di un'autobiografia anche se, in realtà, ho scritto la storia come se idealmente venisse raccontata in prima persona da mio figlio!
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato in provincia di Messina quando la II guerra mondiale volgeva già al termine. Ho vissuto sempre a Messina dall’età di sei anni, tranne i quasi cinque anni trascorsi per motivi di studio a Roma all’Università Cattolica del S. Cuore e in USA a Winston-Salem (NC) alla Bowman Gray Medical School e a Charleston (SC) alla Medical University of South Carolina. Ho studiato pianoforte dall’età di undici anni fino al diploma, conseguito quando ero al 3° anno di Medicina, e ho frequentato la classe di composizione del Musicista Gino Contilli, superando prima della sua partenza da Messina il 1° step di esami, previsto al IV anno di studi. Ho intrapreso, subito dopo la laurea in Medicina, la carriera universitaria percorsa con regolarità e continuità prima come assistente, poi come professore incaricato e associato e infine, per quasi trenta anni, come professore ordinario di Immunologia all’Università di Messina. Sono in quiescenza da tre anni.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
«Cinque rintocchi batteva, da lontano,
l'orologio del Castello chiaramontano,
a poche miglia dalla Valle agrigentina,
fra l'odore di zolfo e la brezza marina;
cinque rintocchi su quel far della sera,
secondo dì alle prime idi di primavera,
l'anno che entrò la nostra Costituzione:
nel mondo feci io la mia apparizione.
Quarto fra cinque figli, secondo di tre,
modesta famiglia, amato come un re.
Nella città dell'elefante di Eliodoro,
in lingue straniere cinsi il capo d'alloro.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Su di me non ho grandi notizie. Non credo di avere un’identità e, pertanto, mi riesce difficile connotarmi. La mia vita è stata piatta, poi turbolenta ed affollata ed, infine, regolare. Gli anni trascorsi sui banchi di scuola sono stati monotoni ma gratificanti. Al liceo ho iniziato a studiare musica e, dopo la maturità, per una decina d'anni ho lavorato in quel settore. Il sabato e la domenica facevo le scintille, dal martedì al venerdì frequentavo l'università. Verso i trent'anni ho lasciato Milano e sono ritornato al mio paese d'origine nell'entroterra ligure. Tutt'ora insegno in un liceo classico genovese. Per quel che riguarda la mia attività di scrittore debbo dire che non mi ritengo tale. Per me lo scrittore fa letteratura e la letteratura è qualcosa che richiede doti estreme: non solo capacità di raccontare ma capacità di comprendere e, nello stesso tempo, di perdere il bandolo della matassa. Anche quella è una dote, per me.