1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto in un piccolo paese della Calabria, Galatro Terme. Ho studiato musica e in particolare il pianoforte fin da piccolo. Ho poi approfondito la musicologia. Il libro è dunque correlato con questi miei interessi.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Un bel libro di storia dell'arte, con tante immagini di opere d'arte degli ultimi due secoli.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vivo a Ciampino, una piccola città poco lontana da Roma e sono al quarto anno di scuola superiore. Ho scelto come indirizzo scolastico il commerciale, perché il mio obiettivo è quello di frequentare la facoltà di Giurisprudenza e diventare avvocato. Amo molto anche il mondo del cinema e spero davvero di poter avere un ruolo che ne faccia parte, un giorno. Sono una persona molto semplice e tenace, ed è stato proprio questo a portarmi al raggiungimento del mio obiettivo: quello di vedere tutta la mia fantasia e l'insegnamento che voglio dare con il mio libro, nelle mani di qualcuno. L'idea di diventare scrittrice non mi era mai passata per la mente, nonostante abbia sempre amato scrivere, ma una volta che ho iniziato ad esprimermi in una sola riga, pian piano sono arrivata a scriverne migliaia.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io sono nata a Legnago, un paese in provincia di Verona. Ho 38 anni e lavoro come operaia in una ditta di elettronica. Non ho svolto lavori conformi agli studi di lingue che ho fatto. In realtà non è stata una decisione scrivere, ma qualcosa di spontaneo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivo quando sono ispirata, può capitare in qualsiasi momento della giornata, non ce n'è uno in particolare.
I benefici che può dare una risata al nostro organismo sono scientificamente provati. Ridere fa bene, migliora l’umore, allevia lo stress ed è soprattutto gratis! Rino Dal Farra con il suo libro “Sorridere” si prefigge l’obiettivo di infondere buon umore e regalare attimi di svago ai suoi lettori. Il volume, che raccoglie aneddoti e barzellette che riguardano da vicino l’autore, la sua quotidianità, il suo paese, vecchie storielle o semplicemente l’attualità, è pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni ed è fruibile sia nella versione cartacea che in quella e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho fatto 18 mesi di "naia" a Roma. Data la miseria nera che c'era allora (1958) sono andato in Svizzera dove sono rimasto 35 anni. Raggiunta l'età della pensione, sono ritornato alle origini, per nostalgia delle mie montagne e della mia gente. Sono della provincia di Belluno, Conca dell'Alpago. Fin dalle superiori mi è sempre piaciuto scrivere. Dovendo lavorare per mantenere la famiglia, ho dovuto aspettare l'età della pensione. Adesso mi godo la tranquillità!
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Mattino, dalle 10 a mezzogiorno; "ampliamenti" e correzioni in qualsiasi momento; quando mi viene l'idea avendo sempre in testa ciò che ho scritto prima.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto ad Augusta, in provincia di Siracusa, un comune di circa quarantamila abitanti. I miei inverni li ho trascorsi in città; in estate, invece, mi spostavo con la famiglia per andare in campagna e godermi il mio giardino e i miei gatti. La solitudine, nella quiete della campagna, ha qualcosa di magico. Aiuta a riscoprirsi, a non dare tutto per scontato. Ogni singolo istante può diventare un viaggio, un angolo in cui trasformare i silenzi in gioie da condividere, attraverso la scrittura o il disegno.
La dislessia è un disturbo che non consente, a chi ne è colpito, di leggere velocemente e correttamente né di elaborare quanto letto. Enrica d’Alò nel suo saggio didattico “La dislessia a scuola: strumenti per l’autonomia di studio”, affronta proprio questo delicato argomento e si propone di dare agli insegnati i giusti suggerimenti per riconoscere e affrontare questo deficit. Il libro, con le sue 144 pagine, è pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni (disponibile anche in versione e-book).
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è una parte di me, come suonare. Già da piccola disegnavo piccole story board, o fumetti. Scrivere racchiude la vita passata e presente, ogni scritto rappresenta un'emozione diversa, e alcuni derivano dalla quotidianità.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro deriva dalla tesi della mia seconda laurea: vi sono le ricerche scientifiche studiate all'università, con anche le esperienze fatte durante i tirocini sia universitari che non. Molto mi è stato dato dall'esperienza vissuta con una compagnia amatoriale teatrale, sembra strano, ma è così. É un ragazzo con un piccolo sogno molto reale: Rendere umana la sua città. La compagnia si chiama “Dreamers”, di Afragola. Qui ho imparato cosa significa collaborazione, ma anche saper ascoltare.
Storie di vita vissuta nelle quali il lettore potrà sempre trovare una morale, un consiglio o un insegnamento di vita. Così Toni Mericka presenta il suo libro “Venti storie 1000 emozioni” pubblicato dalla giovane casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint edizioni. Il volume è disponibile, come di consueto, nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vengo da Aleksinac un piccolo paese serbo, sono diplomato in logistica e trasporti ho sempre lavorato nel settore per il quale ho studiato; attualmente sono socio di una ditta di trasporti e nel cuore porto sempre la mia grande passione del judö di cui sono maestro e cintura nera primo dan. Qualche anno fa ho deciso di seguire un'altra mia grande passione, scrivere libri e storie realmente accadute e non molte delle quali mi sono servite nella vita.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Nelle pause della guida del mio camion.