2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sempre. Ogni cosa che ascolto o vedo, mi tocca l’anima, scrivo e riscrivo... Ho dovuto improvvisare anche quando, un giorno decisi di andare via da tutto ciò che poteva ferirmi, scrissi anche sulla carta igienica dei treni. Scrivevo su tutto ciò che trovavo, anche nei McDonald’s della stazione centrale di Milano.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Io leggo autori vari a carattere psicologico. Mi piace Nicholas Sparks e altri di cui ne parlerò più avanti.
4. Perché è nata la sua opera?
Perché ho fede nella benedetta speranza che ogni genere di violenza fisica e psichica sia ascoltata rigorosamente, che la gente impari ad ascoltare, che l’indifferenza si limiti o tramuti in "aiuto" .tutto ciò non sia invano perché ogni persona vale.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto. Scrivendo ho rivissuto il mio passato estremamente doloroso, ma ciò mi ha dato la forza di continuare per persone che in questo percorso ho conosciuto imparando a perdonare.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Personalmente è verità anzi, un lavoro faticosamente lungo ma necessario per affrontare diversamente la vita e poterla anche cambiare.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. la mia fede è il libro. Il mio passato o presente è scritto in pagine, attraverso una penna.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
La fede, Dio, la vita, l’amore, cose fondamentali che per chi come me fa la differenza senza paura più di parlare, o di scrivere messaggi, comunicare è vitale.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A Altromondo editore e alla Book sprint.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Potrebbe e lo spero.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una novità che va divulgata.