3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Raccontare questa esperienza ha significato rivivere gran parte dei momenti più significativi, entusiasmi, momenti di panico e di paura, il forte legame che si è creato con tutti, al di là della lingua, nazionalità, e culture diverse.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è sempre complicato. Io volevo creare una forte curiosità nel lettore.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Parto dal presupposto che io ho fatto un’esperienza di un mese da naufrago volontario in un’isola deserta, un atollo del Sud Pacifico. Io volutamente non mi sono portato nessun libro per non avere distrazioni e vivere appieno la solitudine e l’esperienza da naufrago. Se dovessi scegliere un libro da portare, mi porterei o un manuale di sopravvivenza che mi sarebbe utile per come muovermi o “L’isola del giorno dopo” di Umberto Eco.
6. E-book o cartaceo?
Penso sia indifferente, anche se personalmente prediligo il cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non mi sento uno scrittore, ad un certo punto della mia vita ho sentito la voglia di raccontare le mie esperienze, dal momento che escono dal quotidiano.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Vedi la risposta n°6.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Grande soddisfazione vedere una parte della tua vita in una libreria a disposizione di tutti.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio figlio.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non la conosco.