La maggior parte degli italiani continua a farlo a letto, ma sono ancora in molti a preferire il bagno – anche se il treno resta sempre un classico. Il piacere della lettura passa attraverso un oggetto – il libro – e si adatta a tutti gli stili di vita, incuneandosi negli spazi vuoti, dando valore al tempo perso. Accade così che una sterile attesa diventa un angolo di tempo che è nostro, solo nostro.
Ci sono uomini in grado di scuotere il corso uniforme della storia. Il tempo cambia passo, guadagna un nuovo ritmo, il corso degli eventi accelera. Per ciò che concerne l’editoria nella storia, una di queste personalità eccezionali risponde al nome di Aldo Manuzio.
Nato alla metà del Quattrocento nei pressi di Latina, perfeziona la propria formazione a Roma, Ferrara, Verona. Molto colto e di gusti raffinati, appassionato di greco e latino, Manuzio si stabilirà infine a Venezia, e non certo per coincidenza.
Scrigno di sogni, contenitore di idee, volano dell’innovazione culturale. Prima di essere tutto questo, il libro è innanzitutto un oggetto economico. Quel volume che scuote il nostro spirito e passa dagli ultimi libri usciti alle nostre mani, è lì perché qualcuno lo ha pensato e scritto, e perché qualche altro ci ha creduto, ci ha scommesso, e ha messo mano al portafogli. Questa persona si chiama editore, e il suo scopo è dar voce agli scrittori emergenti.
Tra i tanti oggetti che aspirano a diventare regali ce n’è uno che offre parecchi vantaggi. Dura diversi decenni, ha un prezzo contenuto, può diventare parte della vostra anima nella migliore delle ipotesi, nella peggiore può servire a scaldarsi o a pareggiare le gambe del tavolo.
Impacchettatelo, metteteci sopra un bel fiocco e lasciatelo riposare sotto le luci dell’albero. Quando dalla carta luccicante salterà fuori un libro, osservate la reazione di chi lo sfoglia.
In principio c’erano i libri, e i libri erano tutti uguali. Entrare nelle antiche biblioteche doveva essere come farsi un giro in un racconto di Borges. File di volumi anonimi e indistinguibili si ergevano nella muraglia inaccessibile del sapere. Col tempo le cose sono molto cambiate, fino ad arrivare al fiorire di copertine dei giorni nostri.
Magonza, 1455. Un gruppo di uomini è rinchiuso in un’officina in cui nessun estraneo può entrare. Fuoriescono odori nauseanti, stridori metallici. Nel ribollire dei fumi, i rimi di lavoro sono massacranti. Dodici, quattordici ore al giorno sono la norma.
C'è una persona a capo di tutto questo: il suo nome è Johann Gutenberg. In quell'officina, tra sudori e imprecazioni, nasce la stampa a caratteri mobili.
Il libro che ho trovato era vecchio, aveva la copertina consumata, e neppure riuscivo a leggere il nome dell’autore. Il libro che ho trovato l’ha letto il vento, e le pagine sembrava volessero volare via. C’era un numero incollato sulla copertina. Su internet ho scoperto da dove veniva quel libro, chi lo ha acquistato e perché lo ha liberato, e tutto grazie a quel numero. Ora queste pagine fresche di vecchiaia mi seguiranno per un po’. Le leggerò e le porterò con me nel mio cammino. E alla fine le restituirò al vento. Un giorno qualcun altro sarà attratto da questa copertina scorticata, e il libro troverà nuovi occhi in cui vivere. Tutto questo è, in una parola, Bookcrossing.
Nella grande America, nell'anno del Signore 1900, il corpo di Lizzie Dahlberg partoriva il piccolo Edward. Quel bambino ebreo figlio di padre ignoto sarebbe diventato un grande autore. Avrebbe cantato la strada e i sogni d'asfalto, la ricerca della gloria e la consunzione della quotidianità.
Poiché ero carne racconta la sua storia. Al centro della vicenda svetta la figura minuta della madre, Lizzie. Lizzie che lavora nel suo salone di donne-barbiere.
Foglio bianco, pagina uno, prime righe, in una parola: Incipit. In questo spazio così ristretto si gioca il futuro di chi si appresta a scrivere un libro. Centinaia di pagine rischiano di non arrivare mai ai lettori, se quelle parole non riescono nel loro intento. Se l’incipit non funziona, il romanzo tornerà pericolosamente nello scaffale, e neppure la sua struttura muscolosa lo salverà – prima o poi il libraio lo impacchetterà per renderlo alla casa editrice.
Ne parlano da mesi. Sui giornali si inseguono indiscrezioni e anticipazioni. Ma oggi è il grande giorno: il libro che tutti aspettavano è in libreria, con la sua bella copertina accattivante, sistemato in colonne imponenti. Possiamo finalmente sfogliarlo e lasciarci sedurre dal profumo della carta tagliata di fresco. Sul risvolto c’è la foto dell’autore: si regge il mento col pollice e l’indice, lo sguardo perduto nelle profondità dell’animo umano.