Occhiali sulla punta del naso, capelli bianchi, intento ora a leggere, ora a individuare per noi proprio quel libro che stavamo cercando. È il libraio, ed è così che molta gente ancora lo immagina. Ma per essere un buon libraio, occorre fare qualcosina in più che imparare a memoria la disposizione dei volumi e starsene seduti in cima a uno sgabello ad attendere gli avventori.
La costellazione dei premi letterari è tanto ricca di astri quanto l’intero cielo della letteratura. Dalla poesia al romanzo, dal racconto breve alle forme sperimentali, quasi ogni borgo d’Italia può vantare il suo premio. Dalle Alpi alle Isole, di anno in anno si moltiplicano le piazze che divengono il luogo dell’aspro certame.
In Italia si legge poco e, a giudicare dalla classifica degli ultimi libri usciti, spesso si legge male. I dati dell’AIE (Associazione Italiana Editori) non lasciano scampo. Il 39,8% degli italiani acquista almeno tre libri l’anno, contro il 63,7 del Regno Unito. Circa i tre quarti dei sudditi di Sua Maestà acquista almeno un libro ogni dodici mesi; nel Paese della cultura poco più della metà della popolazione si reca in libreria per comprare l’unico libro dell’anno (meglio non chiedere di quale testo si tratti). Se osserviamo i dati per fasce d’età, si nota una brusca disaffezione dopo la fine degli studi. Forse a scuola ci hanno fatto odiare i libri?
Ogni autore vuole che le sue idee trovino compimento sulla carta. Che si tratti di uno scrittore emergente o con anni di esperienza, dovrà dedicare molto tempo alla prima stesura, e ancora tempo a rinforzarne la struttura. Dopo parecchi mesi di dedizione, la creatura è compiuta: si alza in piedi, respira, è viva - o almeno si spera sia così. Solo poche di queste creature riescono a entrare in una casa editrice per diventare un libro stampato.
Ma come fa un'idea a diventare trecento pagine di romanzo? è tutto frutto del fuoco della creazione o c'è qualcosa di premeditato?
Il futuro di uno scrittore emergente, sempre in cerca di una casa editrice e di un pubblico, si gioca anche sui nuovi dispositivi per la lettura elettronica. Ma quale eReader scegliere per i propri libri stampati in digitale?
Dopo le promesse non del tutto mantenute dal Kobo Glo (freeze improvvisi lamentati dagli utenti), in molti sono tornati a guardare al Kindle. L’eReader di Bezos si presenta sul mercato forte della propria esperienza.
Amazon non offre vie di mezzo. Escludendo il Kindle Fire (più tablet che eReader), la scelta cade tra Kindle base e il fratellino evoluto Paperwhite. Il Kindle Touch è “attualmente non disponibile”, e tutto fa pensare che l’azienda ha deciso di non puntare più su questo modello.
Non tutte le cose sono sempre perfette, ma […] possono funzionare se qualcuno prova a migliorarle.
Quando concepisce questa frase, Thomas Sanson ha solo cinque anni. Talento precoce, scrittore emergente, il ragazzo nato alla fine degli anni Ottanta è stato notato dalle case editrici, e oggi è tra i finalisti del concorso Casa Sanremo Writers. Il libro che aspira alla vetta del podio, e magari a scalare la classifica degli ultimi libri usciti, s’intitola Come in un romanzo.
Non è certo un giovane scrittore emergente, Pietro Massimo Marchi, ma dietro l’apparenza tranquilla di professore in pensione si agita l’impeto dello scrittore di razza, che non poteva certo sfuggire al fiuto di un attento editore. Detto fatto: il suo libro è stato stampato. L’ultimo dei giorni terribili, un romanzo di circa cinquecento pagine, è finalista al concorso Casa Sanremo Writers, e si capisce bene il perché.
Quello di Ileana Tudor è un talento particolare, che trova espressione in una forma di scrittura originale. Non dev’essere stato semplice farsi largo tra gli scrittori emergenti e riuscire finalmente a entrare in una casa editrice. Eppure l’autrice ce l’ha fatta. Il suo libro è stato stampato. Liebesleid (La Compagnia della Stampa, Massetti Rodella Editori 2010) è tra i finalisti di Casa Sanremo Writers. E la sua prosa pare rompersi in cristalli di poesia.
C’era una volta un libro con un principio, una fine e una storia nel mezzo. Era fatto di carta, inchiostro e parole, ma dentro c’erano persone, paesaggi, sensazioni. Bastava aprirlo e le lettere smettevano di essere segni per trasformarsi in entità pulsanti. Nessuno sapeva come fossero realmente quelle entità; tutti potevano immaginarle in libertà.
C’è questa volta il libro ipermediale. Dimenticate la sequenzialità, dimenticate la pagina uno e la parola fine. Il libro ipermediale è fatto di sintesi e non prevede percorsi obbligati.
Il Libro Numero Zero non ha immagini di copertina né ISBN. Non è mai stato in testa alla classifica degli ultimi libri usciti, anche se ogni editore vorrebbe stamparlo, ogni scrittore emergente vorrebbe emularlo. Nessuno sa quante pagine lo compongano, poiché alcune sono state consumate dal tempo, altre sono fresche di inchiostro. Parla la Lingua sorgiva, che nessuno conosce ma che ognuno comprende, perché è quella la lingua madre per eccellenza, il codice assoluto con cui si esprime lo spirito universale.