Blog, social network & Co. sempre più pieni di sgrammaticature. Ecco alcuni consigli per evitarle
“Un minuto e sono l’hi”. Beh, certo, basterebbe capire dove si trova geograficamente l’”hi” per poterci incontrare, ma sono piccolezze queste.
E sì, succede anche questo nel nostro BelPaese. Una nazione di scrittori, di poeti, che non può permettersi certi… errori carta in mano. È vero che scrivere è bello, libera la mente, ed è vero anche che la grammatica italiana è forse tra le più complicate dell’intero universo, ma troppo spesso capita che, girovagando tra forum più o meno interessanti, purtroppo ci si perda nei meandri delle storture, e si finisca catapultati in un mondo magico, dove la fantasia la fa da padrona. E allora può anche accadere che “ci vediamo all’ago”, perché una bella abbronzatura sulla punta di una siringa è sicuramente più piacevole di un comodo lettino sulle rive del lago.
Si chiama “divagAzioni”, l’ultima pubblicazione di Don Sergio Andreoli, targata BookSprint Edizoni. Nelle 86 pagine che compongono il volume, parroco della cattedrale di Foligno mette nero su bianco pensieri e considerazioni frutto dell’esperienza di una vita – il suo sacerdozio è cominciato nel 1964. L’obiettivo è stimolare una riflessione abbastanza forte da innescare la scintilla che porta ad agire: dalla testa ai muscoli, dalla pura divagazione all’azione.
Qual è la passione che v’incendia? Si tratta di qualcosa che credete di conoscere solo voi? Magari è un argomento talmente di nicchia che soffrite per non poterne parlare con nessuno?
Dentro questa domanda si cela il senso – forse il segreto – della scrittura. Scrivere è arte o lavoro? Dietro quei volumi così spessi c’è la pura ispirazione o un impegno costante?
Se per alcuni autori scrivere è facile, naturale come il respiro, per altri è come arare l’asfalto. Significa alzarsi all’alba ogni mattina e mettersi davanti al foglio bianco prima di essere investiti dalle incombenze quotidiane, faticando quando le parole non vengono, facendo tutto quello che bisogna fare per riempire almeno qualche cartella.
Andrà in onda a novembre, in seconda serata su Rai3, e premierà un autore emergente, permettendogli la pubblicazione del proprio manoscritto
Andrà in onda a partire dal prossimo novembre e proverà a modificare l’opinione collettiva relativa alla credenza che in Italia si legge poco. Sto parlando di Masterpiece, il nuovo reality show di Rai3 tutto made in Italy (coprodotto da Fremantle Media, che ha già lavorato ad altri talent-show come “X Factor”) e dedicato interamente agli scrittori emergenti.
C’era una volta lo scrittore che scriveva, da solo, dentro le notti piovose, in attesa dell’alba che non arriva. C’era una volta e c’è ancora, ma ora può scegliere di non essere più solo. Rompere con una consuetudine fatta di lettere e pensieri seguiti da lunghi assoli sulla tastiera; sconvolgere, di tanto in tanto, le vecchie abitudini.
"Panta rei, incroci in alto mare" è il seguito di "Alea iacta est", romanzi che portano, entrambi, la firma di Marco Bernardi, arrivato alla pubblicazione del suo secondo volume.
Ambientati per mare, il primo racconta di un personaggio misterioso che trova la sua tranquillità solo navigando nel mare. La vicenda si snoda tra combattimenti, rapimenti, amore, incontri con malavitosi e forze dell’ordine.
Il racconto di una finestra di vita in cui sbirciare o riconoscersi, da leggere tutto d'un fiato prima di approcciarsi al seguito "Panta rei", appunto.
Certe cose non cambiano. Cerchi di caffè sulla scrivania, tonnellate di appunti sui personaggi, fogli sparsi di idee, cestini pieni di geniali rivelazioni. Scrivere nonostante tutto. Di notte, al mattino pre-sto. Per anni. E sperare di ricevere almeno una risposta che sia una, righe pensate da un essere umano e non provenienti da un robot-risponditore automaticamente dispiaciuto.
Unghie segnate d’inchiostro, calamaio, penna d’oca, occhi sul sole al tramonto. Questa immagine romantica dello scrittore, immerso nella magia della creazione, sembra essere irrimediabilmente perduta nel passato. Oggi gli autori fanno ampio uso delle nuove tecnologie, e, quanto alle ricerche, internet fa risparmiare parecchio tempo – e magari anche i soldi del biglietto aereo.
L’uomo primordiale ha segnato la sabbia col dito, ha graffiato la roccia per raccontarci la sua vita, molto tempo dopo ha scoperto l’inchiostro, poi ha iniziato la sua folle corsa verso la modernità. Di quel gesto antico è rimasto davvero poco.
Spesso si sente dire che l’Italia è un paese a due velocità. C’è un Nord, sviluppato e industriale, e un Sud, attardato e rurale. Pur con le dovute eccezioni, la realtà dei fatti ci impone di accettare questo dato generale. Non sarebbe altrimenti possibile spiegarsi il fenomeno dell’emigrazione interna, sempre vivo, sempre a senso unico.
Sarebbe confortante pensare che, in un mondo così particolare come quello editoriale, questa distinzione cessi di esistere. Dopotutto gli scrittori emergenti non sono tenuti a rispettare alcuna geografia, e di editori bravi e coraggiosi ce ne sono in tutto il paese.
Il primo romanzo italiano nato con la scrittura collettiva fu il visionario “Lo zar non è morto” del 1929 del gruppo futurista di Marinetti
Scrivere un romanzo, un racconto, un libro di poesie o di satira, o un saggio, è senza ombra di dubbio un’arte individuale, solitaria, dove l’autore si cimenta col foglio bianco per intingerlo di quell’inchiostro nero che è parte di se stesso, del proprio sentire, del proprio modo di pensare e di ragionare, del proprio essere.
“L'ispirazione non si cattura. Quando la si vuole catturare, è andata via. Non bisogna neanche sperare di fare opere poetiche, non bisogna neanche sperare di fare opere straordinarie. In effetti, bisogna lavorare. Bisogna lavorare su ciò che è in disordine, su impressioni inafferrabili, su cose impalpabili.” (A. Varda).
Specie per gli autori emergenti, organizzare delle serate per presentare il romanzo può essere un buon modo per promuoverlo. Ecco alcuni consigli utili.
Ogni anno le case editrici pubblicano centinaia di opere di scrittori emergenti dedicandogli più o meno attenzione, a seconda del budget della casa editrice stessa e, quindi, della grandezza dell’editore. Il discorso cambia se parliamo di self-publishing. Spesso, infatti, questi libri in uscita finiscono nel dimenticatoio se non sono gli stessi autori a occuparsi della loro promozione.
Farsi pubblicare un libro non è affatto un’impresa facile. Molti sono gli scrittori emergenti che, dopo aver bussato alle porte di tante case editrici e aver ricevuto un rifiuto, ripongono il loro manoscritto nel cassetto, aspettando magari tempi migliori o abbandonando definitivamente il loro sogno di vedere il lavoro sullo scaffale di qualche libreria.
A volte basta davvero avere solo l’idea giusta per poter scrivere un libro. Ecco una lista di software per la scrittura, disponibili sia per pc che per iPad.
Scrivere un libro non è mai stato così facile. Di certo non è proprio la cosa più “easy” al mondo, ma nemmeno la più difficile. Oggi giorno esistono sempre più programmi per aiutare e accompagnare gli scrittori emergenti nella realizzazione delle propria opera, semplificandone la struttura o suggerendo blocchi, scene e capitoli.
Il gigante asiatico vede sempre più scrittori emergenti trasformarsi in nuovi ricchi. Spopolano gli ebook
Scrivere in Cina conviene, specialmente ora che la lettura è diventata un hobby per tutta la popolazione. Lo rivela la rivista finanziaria cinese Investment & Finance che, in una ricerca effettuata sui lavori più pagati del 2012, ha individuato nella scrittura virtuale uno dei quattro impieghi meglio remunerati dell’anno.
Due millenni di storia in cui i 266 successori di Pietro hanno avuto a che fare con i libri e la letteratura, non solo religiosa.
Come da pronostico, al secondo giorno del conclave la sede vaticana ha trovato il suo nuovo proprietario, il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, il primo vescovo di Roma latino-americano, che ha scelto per il suo pontificato il nome Francesco.
Tra i suoi interessi, lo stesso Bergoglio ha evidenziato quello per la lettura e i libri. Un hobby non insolito nel mondo della chiesa e del papato in particolare.
Ogni autore vuole che le sue idee trovino compimento sulla carta. Che si tratti di uno scrittore emergente o con anni di esperienza, dovrà dedicare molto tempo alla prima stesura, e ancora tempo a rinforzarne la struttura. Dopo parecchi mesi di dedizione, la creatura è compiuta: si alza in piedi, respira, è viva - o almeno si spera sia così. Solo poche di queste creature riescono a entrare in una casa editrice per diventare un libro stampato.
Ma come fa un'idea a diventare trecento pagine di romanzo? è tutto frutto del fuoco della creazione o c'è qualcosa di premeditato?
Quello di Ileana Tudor è un talento particolare, che trova espressione in una forma di scrittura originale. Non dev’essere stato semplice farsi largo tra gli scrittori emergenti e riuscire finalmente a entrare in una casa editrice. Eppure l’autrice ce l’ha fatta. Il suo libro è stato stampato. Liebesleid (La Compagnia della Stampa, Massetti Rodella Editori 2010) è tra i finalisti di Casa Sanremo Writers. E la sua prosa pare rompersi in cristalli di poesia.
Tra le dieci opere in concorso per il premio “Casa San Remo Writers 2013”, “Societas” racconta del legame stretto tra amicizia e lotta di classe
Scritto in pochi mesi, all’età di sedici anni, “Societas” è uno di quei romanzi storici che colpisce subito l’attenzione della critica e dei lettori perché capace di trasportarti nella Roma di Nerone e di farti vivere le emozioni, a 360°, di un giovane in bilico tra la forte amicizia per il suo amico Kaese, giovane romano di origini povere, e il suo ruolo di appartenente ad una delle famiglie aristocratiche più influenti di Roma.