1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Salute! Sono nato e cresciuto a Gattinara, un paesone di circa novemila anime situato nel nord del Piemonte. Da una decina di anni vivo a Lenta, un paesino di circa 800 anime vicino a Gattinara, in provincia di Vercelli.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Consiglierei William Blake per quanto riguarda la poesia e saghe nordiche per esempio il Canzoniere Eddico.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato nella zona alta di Napoli, a Posillipo. Il sangue è partenopeo a tutti gli effetti, ma mi considero di adozione Toscana, poiché all’età di nove anni mi sono trasferito a Firenze. Adesso sono undici anni che vivo a Greve in Chianti, un piccolo paradiso terrestre, precisamente a metà strada tra Siena e Firenze. Quindi posso dire di aver vissuto infanzia e adolescenza nelle due città a parer mio più belle d'Italia. Ricche di arte e cultura.
Trovare un lavoro oggi è quasi un sogno, che diventa incubo quando quello che dovrebbe essere, oltre ad un diritto, anche un piacere si trasforma in incubo. È questo il passaggio che si racconta nel romanzo di Giuseppe Bevilacqua, giovanissimo autore che pubblica con i tipi della casa editrice BookSprint Edizioni. L’autore, ancora studente presso la facoltà di Filosofia, si applica con buoni risultati anche nell’esercizio della scrittura e da qui la nascita del suo romanzo: “Io Iena”.
La doppia vita di Megan all’apparenza una ragazza come le altre, ma cresciuta come un’assassina e una ladra, è al centro della narrazione de “La bellezza di un rubino tagliente” il libro nato dalla fantasia della giovane autrice Martina Amoruso e pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni. Un corposo volume di 332 pagine, ricco di colpi di scena e eventi inaspettati, che è fruibile sia nella classica veste della brossura cactacea, che in quella del formato elettronico.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è dare vita a un mondo. C'è un'idea, uno o due personaggi, un luogo o un'immagine... un nucleo insomma, e da lì si sviluppa tutto il resto, spesso spontaneamente. Scene e personaggi che si intrecciano sempre di più. Quando scrivo sento di fare la cosa giusta. Pace quindi, principalmente pace. E anche un po' di senso di onnipotenza, ogni tanto.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Dipende da quale punto di vista. Non ci sono avvenimenti veri e propri ricalcati su qualcosa che mi è capitato, né personaggi. Ci sono però molte cose che ho imparato negli anni e a cui credo molto.
Daniele Longobardo, ha solo 12 anni ma tanta voglia di esternare le sue emozioni. Ed è per questo che ha deciso di dare alle stampe la sua raccolta di versi, “La musica del mio cuore”, presso la casa editrice di Vito Pacelli, la Booksprint Edizioni. Il libretto, formato da 29 poesie è disponibile sia nella classica versione cartacea che in quella elettronica.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere vuol dire esprime ogni pensiero, ogni sogno e ogni riflessione sulla vita. Le emozioni che provo quando scrivo sono due, felicità e tristezza, le due emozioni per me più importanti tra tutte.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel mio libro non c'è molto della mia vita reale ma ci sono le mie riflessioni sulla vita.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere quest'opera ha significato l'inizio di un sogno.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non è mai facile parlare della propria vita, soprattutto se il percorso è lungo, complesso e articolato. Ho vissuto a Cosenza ed ho trascorso il periodo universitario a Napoli, dopo aver insegnato con passione per un decennio, ho affiancato mio marito in un’esperienza imprenditoriale ed abbiamo gestito con passione una Casa di Cura privata, di cui eravamo proprietari. Credo che la cosa migliore che io e mio marito abbiamo fatto, nonostante alcuni anni difficili, è stata seguire durante la crescita i nostri figli. Sono diventati infatti due uomini capaci di affrontare la vita lontani dalla nostra città, liberi dagli “intrallazzi” e quindi moralmente forti. Non ho la presunzione di definirmi una scrittrice, posso solo dire di essere una donna che ama descrivere immagini, sensazioni, emozioni e pezzi di vita.
Una storia che si sviluppa lungo un arco temporale di quasi un secolo e abbraccia la vita del protagonista e la storia dell’Italia, procedendo dagli anni del fascismo ai primi anni del XXI secolo. “Figlio del mio tempo” è il romanzo nato dalla penna di Claudio Zeppellini, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni e fruibile quindi nel consueto doppio formato del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un bolzanino di adozione. I miei genitori vi si sono trasferiti, per motivi di lavoro, quando avevo un paio di anni e sono tutt'ora residente a Bolzano. Mia madre siciliana da parte di padre ed austroungarica da parte di madre. Mio padre mantovano al 100%. La mia era una famiglia comune alla gran parte delle famiglie dell'epoca. La mamma accudiva la casa e si occupava dell'educazione dei figli, mentre il marito provvedeva a tutte le necessità primarie. Risparmi impossibili, ma quello che necessitava c'era sempre. Di fame non ho mai patito ed i vestiti puliti erano quotidiani. In casa si respirava aria esclusivamente familiare. Niente politica, educazione cattolica ma non maniacale. Ben radicata era invece l'educazione civica, il rispetto, l'ordine e la pulizia. Ma d'altronde questo aspetto emerge immediatamente anche da una superficiale lettura del mio romanzo.