Giovanni Contursi torna a raccontare un nuovo viaggio, un’esperienza unica, questa volta in America. Dopo il viaggio a Capo Nord è arrivato il momento per il gruppo di amici di affrontare una nova sfida, che l’autore racconta nel suo nuovo romanzo “Alla scoperta della nostra America”. Il libro, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni, è disponibile anche in versione e-book, oltre che in quella della brossura cartacea.
In tempi in cui il tema dell’immigrazione è particolarmente sentito e dibattuto, offre un grande spunto di riflessione il romanzo di Youssef El Hirnou. “Uè Africa. Diario di un marocchino” è un romanzo che l’autore pubblica con i tipi della casa editrice BookSprint Edizioni. Questo romanzo si propone come testo non solo informativo ma soprattutto altamente formativo per via dell’argomento trattato. Ciò che aggiunge valore al testo è la sfumatura autobiografica.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non lo so. Forse è un passatempo o forse un modo come un altro per sentirsi vivi. Riguardo alle emozioni dipende da ciò che scrivo. Se tendo a satireggiare significa che sono irato contro qualcuno o qualcosa. Altrimenti è un divertimento. Comunque io mi ritengo un frutto dalla polpa appetibile ma dal nocciolo amaro, poiché se stiamo attenti c'è poco da stare allegri, giacché la mia è soprattutto ironia, quando non sfocio nel sarcasmo.
Chi sono i Catari? Perché furono a lungo perseguitati? Laura Viada nel il suo libro “I Catari tra storia e leggenda” cerca di dare una risposta esaustiva a queste domande sottolineando che il catarismo non è da considerare come movimento ereticale ma soprattutto come movimento rivoluzionario che influenzò la cultura, la politica e il sapere dal X secolo in poi. Il suo lavoro di ricerca è pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni ed è fruibile nella doppia versione del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Mi fa sentire bene ed appagata, perché quando scrivo occupo in maniera intelligente il mio tempo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nulla, perché il libro tratta un periodo di storia medioevale. Non amo i romanzi inventati con un finale costruito a tavolino. La vita vera è tutt'altra cosa!
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho cercato di dare visibilità ad una minoranza religioso-linguistica (arrivata fino nel nostri territorio) che ha subito violenze, torture e poi è stata dimenticata.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Como da padre comasco e madre siciliana. Ecco il motivo per cui mi sento Italo-Siciliano, inoltre avendo anche mia moglie origini sicule posso dire che entrambi i nostri figli hanno tre quarti di sangue siciliano. Uno scrittore disse che la Sicilia è un'isola bagnata dal mare, dal sangue e dalle lacrime. Si può condividere ma è estremamente riduttivo, la Sicilia è molto di più: trasuda storia, cultura, paesaggi incantevoli. È una terra ricca di tutto ciò che si può trovare in ogni altra parte del mondo, sarebbe triste e ingiusto considerarne solo gli aspetti negativi. Como è una piccola città incantevole, e lo dico cercando di immaginarmi un turista che la viene a visitare. Bella e strategicamente di lusso, essendo attaccata alla Svizzera, vicinissima a Milano e nel raggio di circa mille chilometri a diverse importanti città europee. Poi abbiamo un lago che... è tanta tanta roba davvero.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me significa esternare tutto quello che ho dentro, come mettere la mia anima a nudo. Significa sfogare tutto lo stress della giornata, significa anche capire me stessa perché quando rileggi ciò che hai scritto, ti riconosci in una persona che pensavi di essere solo a metà.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro è presente la mia storia quindi direi che è la mia vita al 100%. Ho pensato di scrivere quello che mi è accaduto per metabolizzarlo e per rendermi conto che nonostante tutto ce l'ho fatta. Ho superato gli ostacoli della vita e sono stata pronta a condividerli con gli altri per far capire che nella vita, nonostante le difficoltà ci si può sempre rialzare.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io sono di Roma, città in cui vivo fin dalla nascita. Ho viaggiato molto perché amo conoscere luoghi e culture differenti dai miei. Per questo posso affermare con orgoglio di abitare nella città più bella del mondo e che per nulla sarei disposta a lasciare. Non ricordo quando ho deciso di diventare scrittrice. Oltre ai viaggi, amo - da sempre - scrivere e dedicare il mio tempo libero a diverse attività di volontariato. Probabilmente, dopo aver vissuto esperienze a dir poco "singolari", ad un certo punto della vita ho deciso di rendere "pubblici" i miei racconti "privati". Amici e familiari mi definiscono una donna "forte e combattiva" per le esperienze che ho vissuto e, in verità, subito mio malgrado ma, poi, sempre coraggiosamente "superato".
La capacità di scrivere, di raccontare emozioni attraverso le parole, non è una qualità che nasce con l’uomo ma può affiorare anche all’improvviso, così come è successo a Mario Ugo Consani autore della raccolta di poesie “Inaspettata vena poetica”. 85 poesie in rima baciata nate dall’osservazione delle cose semplici della vita, come la natura e l’amore. Il libro pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni è disponibile sia nel formato cartaceo che in quello e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Da alcuni anni a questa parte scrivere per me è una grandissima soddisfazione. Ciò, nonostante lo faccia soltanto per una ristretta cerchia di pubblico: parenti, amici, conoscenti. Mi esalto a tal punto che, a detta degli altri, non mia, riesco a rendere avvincente anche un semplice commento. Perché ci metto sempre il cuore. Ma è quando scrivo le poesie che raggiungo il mio apice massimo. Mi prendono a tal punto che dall'emozione - mi tremano persino le mani - passo alla commozione. Non cerebrale, per carità, ma a livello di occhi umidi e persino di lacrime, se non addirittura pianto quasi dirotto. Ma poi mi fanno stare bene, tanto bene per ore e ore fino alla prossima che scriverò per cui tornerà la medesima sofferenza quanto la successiva e solita soddisfazione. Il peso che, prima, sento sulle spalle, dopo aver composto svanisce. Magari dura poco, ma mi è sufficiente per distrarre la mia vita dalle troppe delusioni che la affliggono. Scrivere poesie per me è si sofferenza, ma anche gioia. Immensa.