Così, proprio al termine di queste esperienze " particolari", ho deciso di unire l'utile al dilettevole: pubblicare le mie "storie" di vita nel tentativo di essere di conforto ad altri, magari meno combattivi di me. E, in effetti, "particolare" è stata la mia infanzia: a soli dodici anni sono diventata diabetica, insulino-dipendente, ma, non per questo, ho vissuto una vita condizionata dalla presenza della malattia. Sono riuscita a raggiungere tutti gli obiettivi che mi ero prefissa e molti altri ancora. Ho conseguito prima il diploma di maturità classica, poi la laurea in giurisprudenza e numerosi corsi di specializzazione che, ancor oggi, continuo a collezionare. La malattia non mi ha impedito di diventare madre, anche se i medici mi sconsigliavano vivamente di affrontare la gravidanza. Altrettanto "particolare" è' stata la fine del mio matrimonio, dopo aver scoperto di essere vissuta accanto ad un uomo che non conoscevo affatto e che aveva creato una "famiglia parallela" alla nostra, vivendo - come fosse la cosa più' naturale del mondo - una "doppia vita" per molti, troppi anni! Per questo, ho dedicato il mio primo libro al "diabete" e il secondo al mio "matrimonio". Ora ho appena terminato di scrivere il mio terzo, nel quale racconto del mio amore per il "regno animale" e non solo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento particolare della giornata in cui mi dedico alla scrittura. Scrivo quando ho tempo, voglia e, soprattutto ispirazione, il che accade di frequente.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
La scrittrice Sveva Casati Modignani: ritengo di avere molti elementi che mi accomunano a lei.
4. Perché è nata la sua opera?
Per spiegare il motivo della nascita della mia opera e, in verita, anche di tutte le altre, sono costretta a ripetermi. Non ho la presunzione di insegnare qualcosa ad altri: desidero, piuttosto, mettere le mie esperienze di vita al servizio di chi pensa di non essere in grado di farcela (nella malattia come nella separazione o in altro).
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non ha affatto influito. Molti purtroppo, si lasciano condizionare dall'ambiente in cui vivono. Ma io ritengo che la formazione letteraria abbia a che fare con il singolo individuo e non certo con l'ambiente in cui si vive o si è vissuti.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per alcuni scrivere può rappresentare una forma di evasione dalla realtà; per altri scrivere è un modo per raccontarla fedelmente. Io, quando scrivo, sono semplicemente felice. Riesco ad evadere dalla realtà anche quando scrivo di fatti realmente avvenuti.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto, troppo, quasi tutto.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì: un mio carissimo amico che stimo moltissimo.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ovviamente al mio amico: è una persona molto competente nel settore e, perciò, non avrei potuto chiedere di meglio.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Credo che i libri continueranno ad esistere, affiancati, senza dubbio, dagli e-book. L'odore della carta, il rumore di una pagina che si sfoglia... sensazioni talmente amabili che non tramonteranno mai!
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La tecnologia, come tutto il resto, va utilizzata con intelligenza: senza eccedere. Ben vengano gli audiolibro, come gli e-book! Mia nonna paterna era non vedente: da piccina le ho letto con piacere diversi libri... Magari fossero esistiti alla sua epoca gli audiolibri!Io, in ogni caso, per ora continuo a rimanere fedele ai miei vecchi, amatissimi libri.