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22 Feb
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Intervista all'autore - Laura Viada

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Mi fa sentire bene ed appagata, perché quando scrivo occupo in maniera intelligente il mio tempo.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Nulla, perché il libro tratta un periodo di storia medioevale. Non amo i romanzi inventati con un finale costruito a tavolino. La vita vera è tutt'altra cosa!



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Ho cercato di dare visibilità ad una minoranza religioso-linguistica (arrivata fino nel nostri territorio) che ha subito violenze, torture e poi è stata dimenticata.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Il titolo è stato immediato.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Sicuramente un libro di Oriana Fallaci, perché da una mente acuta come la sua c'è sempre da imparare (basti pensare all'espressione "Eurabia" da lei formulata quando nessuno avrebbe mai potuto immaginare quello che sta accadendo ora...).



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo sempre e dovunque.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Non sono affatto una scrittrice, ma una lettrice "curiosa" di conoscere.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

A seguito dell'incontro, per motivi di lavoro, con il proprietario del castello di Montgey (vicino a Tolosa). Per la prima volta sentivo il termine "cataro" e di lì ho iniziato ad approfondirne la conoscenza leggendo, leggendo,...



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Emozione sicuramente ed orgoglio al pensiero che qualcuno sfoglierà le mie pagine. Auguro ai lettori che il mio interesse per il "mondo cataro" diventi per loro un interessante argomento di conversazione.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Simona, la mia amica giornalista.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Tecnologia intelligente che permette alle persone portatrici di un handicap visivo di continuare nonostante tutto a "cibarsi" di cultura. Un modo costruttivo di impiegare il tempo che altrimenti sarebbe inevitabilmente vuoto.  

 

 

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