Giuseppe Bevilacqua lancia con questo suo romanzo un messaggio importantissimo per tutti i giovani (e purtroppo anche meno giovani) che si trovino alle prese in modo precario col mondo del lavoro. Ciò che egli raccomanda è la piena consapevolezza di sé e del proprio valore, sia come essere umani che come professionisti, pertanto esorta i suoi lettori a non lasciare che un datore di lavoro, troppo spesso rinfrancato dall’assenza di posti di lavoro, possa sfruttare i propri dipendenti. Il riconoscimento del valore di una professionalità passa anche attraverso il giusto riconoscimento economico. «La iena di per sé è un animale distruttivo, può cibarsi davvero di tutto, anche per questo in alcune zone dell’Africa hanno dato via a una caccia intensiva. Ma voglio andare molto più a fondo di quanto pensiate, assolutamente mai rimanere sulla superficie delle cose».
La iena altro non è che una metafora utilizzata dall’autore per raccontare e descrivere il mondo del lavoro: affollato di colleghi mossi da sentimenti di gelosia ed invidia, il mondo del lavoro si rivela troppo spesso un ambiente poco salutare per via delle dinamiche contorte che in esso tendono a svilupparsi. E così come la iena è descritta quale animale scaltro, spesso insidioso e sempre all’erta, anche l’ambiente lavorativo è affollato di persone avide di potere e di dominio sugli altri, ma lo stesso personaggio protagonista assumerà col tempo le caratteristiche etiche e morali della iena. Quello che l’autore descrive nel suo libro è un ambiente lavorativo dal clima pesante fino a causare l’alienazione dell’individuo. Ma sarà proprio l’annullarsi e giungere al fondo che porterà il protagonista a trovare la forza di rialzarsi e di ricominciare a credere in se stesso.