1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me era, da ragazza, scrivere soprattutto poesie, sulla natura, sulle stagioni, per compiacermi della loro bellezza, con mille parole e sfumature... Poi, da giovanissima, sempre attraverso dei versi liberi, esprimevo su carta le mie emozioni, le mie riflessioni sui miei primi amori, felici o infelici... e le leggevo e rileggevo. È stato sempre così, anche se, ultimamente, mi cimento in altri generi “letterari”, per così dire...
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho 71 anni e sono ancora membro (emerito) della Loyola University School of Medicine di Chicago anche se tuttora molto attivo nell’ambito della Farmacologia Clinica. Questo significa che continuo a studiare nuove entità terapeutiche, quindi sono concentrato su questo settore della medicina. Gli studi mi portano poi a pubblicare i risultati delle ricerche su riviste scientifiche. A questo si aggiunge la necessità di raccogliere in libri le mie idee, per divulgarle alla comunità scientifica, quindi di scrivere. In breve, ho l’abitudine a cercare di comprendere, per poi poter spiegare, che infine è il compito di qualsiasi professore.
A quanti è capito di voler evadere dalla realtà, cercare nuovi stimoli e andare alla ricerca di nuovo emozioni? Anche Giulia, la protagonista del romanzo “Aveva ragione Plu(a)tone” è tormenta dalla ricerca convulsiva della vera felicità. Il libro, scritto da Daisy Pope, è pubblicato dalla giovane casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni e descrive la battaglia giornaliera di una donna che deve combattere con la rigida morale che vige nella società che la circonda.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me rappresenta l'unico momento di evasione dalla realtà, l'unica occasione di intraprendere un viaggio lontano dalla vita di tutti i giorni verso posti ricchi di emozioni, di colori, di persone ed avvenimenti speciali.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro rivivono tantissimi miei ricordi dell'adolescenza, rivisitati per poter creare un collegamento continuo con i fatti di fantasia raccontati al presente che fanno da colonna portante del racconto.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Fivizzano un paese della Garfagnana, negli anni 70 ho pensato di scrivere una storia che parlasse dei luoghi che mi appartengono, a mano a mano che scrivevo il racconto prendeva forma.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Preferisco la sera.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Wilbur Smith.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Cassano Ionio, provincia di Cosenza, dove ho trascorso i miei primi vent'anni. Come tutti i bambini della mia epoca, avevo un sogno nel cassetto, quello di fare il calciatore. Sogno svanito... ed una volta svegliato mi sono ritrovato a combattere con i problemi di tutti i giorni. Ho frequentato tutte le scuole al mio Paese, e una volta avuta la maturità ho deciso di fare l'Università lavorando contemporaneamente, e mi sono trasferito a Milano dove già lavorava mio fratelle Peppe.
Quando muoiono quattro ragazzi tutto assume un colore più grigio, più lugubre, come il cielo che sovrasta Boston la città in cui è ambientato “Il ragno d’oro” l’avvincente romanzo nato dalla penna di Roberto Forlani e pubblicato dalla casa editrice Book Sprint Edizioni. Il volume con le sue 122 pagine è fruibile sia nella classica veste della brossura cartacea, che nella moderna versione dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è l'appropriarsi di un tempo e di uno spazio in cui esprimere le mie fantasie. Scrivendo è come se mi isolassi con i miei pensieri lontano dalla vita di tutti i giorni e dai problemi quotidiani. Le emozioni sono forti: il senso di poter creare una realtà sospesa fra il reale ed il virtuale, però rimanendo nel contesto di una storia avvincente; la possibilità di comunicare ad altre persone un po’ di me stesso. Mi piace pensare che il mio libro parli di situazioni diverse fra loro, dalla famiglia, al quotidiano, al serial Killer e dal rapporto positivo/negativo genitori e figli.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è rilassante, mi stimolala mentalmente e per assurdità è come se mi isolassi dentro quel testo. Ci metto amore passione e pazienza nel rapportare tutti i minimi particolari della scena.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Della mia vita reale è presente nel libro molto, a partire dalla data di nascita al luogo dove sono nata (Erice) e poi Alcamo, Sirignano che mi ricordano le origini dei mie nonni e di mio padre. Dopo e pura fantasia che spero molto che venga apprezzato dai lettori.
La ricerca del giusto regalo di compleanno per la nonna, si trasforma per Chiara, la protagonista del libro di Marina Maria Vittoria Bonato, in un’avventura che la porterà in un mondo magico e incantato. “Chiara ed i folletti” è una favola che racconta una storia semplice, d’avventura e di amicizia, di magia e mistero da leggere ai più piccoli ma anche per i grandi che desiderano tornare bambini. Il libro, fruibile sia nella versione cartacea, che in quella e-book è pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni.