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16 Lug
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Intervista all'autore - Daisy Pope

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere per me rappresenta l'unico momento di evasione dalla realtà, l'unica occasione di intraprendere un viaggio lontano dalla vita di tutti i giorni verso posti ricchi di emozioni, di colori, di persone ed avvenimenti speciali.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

In questo libro rivivono tantissimi miei ricordi dell'adolescenza, rivisitati per poter creare un collegamento continuo con i fatti di fantasia raccontati al presente che fanno da colonna portante del racconto.




3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere questo romanzo mi ha permesso di mettere su carta tante emozioni vissute e non, riassaporandole in maniera del tutto nuova, ridando loro una nuova dimensione e soprattutto sentirmi soddisfatta per aver creato un personaggio e raccontato la sua storia.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo è stata veramente una folgorazione. Parlando con la mia migliore amica della perenne ricerca della felicità a cui siamo tutti o quasi condannati, ho voluto citare Platone ed il suo Simposio, sbagliando clamorosamente il nome del filosofo e sostituendolo con Plutone. Da qui l'idea di "Aveva ragione Platone!?" scritto volutamente sbagliando la U e corretto in rosso come da un, maestro al di sopra delle parti.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

In un'isola deserta porterei con me "I ponti di Madison County" di Robert James Waller del 1992 perché credo che sia raccontata la storia di moltissime donne incapaci di abbandonare la propria famiglia per inseguire il vero Amore, di quelle donne che rinunciano alla propria unica occasione di felicità per rispetto della promessa fatta al marito e schiacciate dai sensi di colpa verso i figli.



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo a vita! Se mi chiedessero di scegliere tra cartaceo ed e-book, mai rinuncerei all'odore della carta stampata, al rumore delle pagine sfogliate ed al mio segnalibro preferito.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Sinceramente non ho ancora del tutto deciso di intraprendere questa carriera. Non ne sono ancora del tutto consapevole. È nato un po’ tutto per caso e mai avrei pensato di poter realizzare un libro tutto mio.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Il manoscritto era nel cassetto (e non metaforicamente!) da quasi quindici anni e solo pochi mesi fa, in un momento difficile e di particolare confusione, l'ho riscoperto, riletto ed aggiornato togliendo ed aggiungendo alcune parti. Tutto questo però senza avere la minima aspirazione e convinzione di farlo pubblicare. È stato grazie alla mia migliore amica che è iniziato questo inaspettato percorso di cui ancora non riesco a coglierne tutte le sfumature ed emozioni. È merito suo perché mi ha spronato ed incoraggiato per portare a termine questo progetto.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

L'emozione che ho provato quella mattina in cui ho aperto la busta con la prima copia della bozza del MIO libro, in cui ho letto il Mio pseudonimo sulla copertina e sfogliato le MIE pagine, è stata qualcosa di indescrivibile: un mix di eccitazione, di felicità e soprattutto di incredulità. Mai avrei pensato che qualcuno perdesse del tempo e reputasse "stampabile" il mio lavoro.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

La prima persona a leggerlo è stata Sonia, la mia migliore amica da anni.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

In tutta sincerità non ho mai ascoltato un audiolibro. Sono molto tradizionalista per quanto riguarda il mondo dei libri. Dovrei prima provare per poter esprimere una mio opinione al riguardo.

 



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