Il cadavere di una giovane ragazza ritrovato dopo un anno dalla sua scomparsa, misteri da scoprire, un’indagine da portare avanti e un colpevole da trovare, insomma una storia da leggere tutta d’un fiato quella dell’ultimo romanzo di Pinuccia Giovine, “Gli abissi del male”, edito dalla giovane Casa Editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni e disponibile sia nella tradizionale versione cartacea ma anche nel più moderno ebook.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Io sono stata da sempre un'accanita lettrice, i libri mi hanno accompagnato per tutta la vita e mi hanno fatto provare emozioni grandissime. Scrivere però, è tutt'altra cosa, scrivendo riesco ad estraniarmi completamente dal mondo e i personaggi del racconto prendono vita, io vedo i loro volti, le loro espressioni, li faccio parlare, agire e tutto questo è veramente bellissimo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel libro "Gli abissi del male" della mia vita reale in realtà c'è molto poco, se non i luoghi di cui parlo, le vigne, le colline, il paese dove si svolge la storia, ma per quanto riguarda il resto è frutto di fantasia.
Tempi eroici e difficili fatti di scioperi, lotte operaie, civili e reclami al diritto di una vita dignitosa, sono gli importanti e sempre attuali spunti di riflessione che emergono dall’ultimo romanzo di Pippo Carrubba, “Il volo della farfalla”. Edito dalla Casa Editrice BookSprint Edizioni e fruibile sia nella versione cartacea che in quella e-book, il libro intreccia la vita privata dell’autore con i grandi eventi politici che hanno caratterizzato gli ultimi decenni della storia italiana e mondiale.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere, è mandare messaggi ai giovani per dire che la vita, quando si vive non è un miracolo ma è una vita di lotte giornaliere, e mai fare del male al prossimo ma dare l'esempio di onestà e lealtà per conquistare la dignità di uomo. Quali emozioni provo? Quello di sapere che ogni libro è un monito d'insegnamento e questo per me è il massimo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È in tutto il libro dalla prima all'ultima pagina, una realtà amara piena di lotte e amarezze, quando si è proletari il padrone si prende la dignità umana e per conquistarla non è facile da realizzarla e allora lotta dura senza paura in quanto i padroni sono sempre nella parte del torto perché vogliono sempre di più come se l'uomo fosse un robot in quanto con un dito premono un bottone e la produzione sale alle stelle e noi non siamo dei robot anche se questi esistono ma hanno sempre bisogno dell'uomo e questo deve essere rispettato e retribuito come dice la Costituzione nell'articolo 36 "il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se e alla famiglia una esistenza libera e dignitosa".
“Questo libro non è né un saggio né un romanzo. Si può piuttosto definire un’oggetto non identificato, esploso dentro un’anima inquieta, con la segreta speranza che possa esplodere pure fra le mani del Lettore.” Così Renato Rondinella presenta il suo lavoro, “Spes, Ultima Dea”, pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni, e fruibile sia nella versione cartacea, che in quella e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
In questa tardiva opera prima mi sono immedesimato in un pensiero di Seneca, nelle sue "Lettere a Lucilio" che, anch'egli ormai nella fase senile della sua vita scriveva: "Mi sono allontanato non tanto dagli uomini quanto piuttosto dalle cose e soprattutto dai miei affari: mi occupo degli affari dei posteri. Scrivo cose che possano loro giovare. Affido agli scritti consigli salutari, come se fossero ricette di medicine utili. Ne ho sperimentata l'efficacia sulle mie molte ferite, che pur non essendo completamente guarite, tuttavia hanno cessato di estendersi". Dunque scrivere giova sensibilmente alla mia salute e mi dona equilibrio e benessere.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto il testo è permeato di pensieri, riflessioni, esperienze mie personali o di altri, che mi erano apparse fino ad un attimo prima slegate in apparenza fra loro, appartenenti ad epoche e momenti diversi ma che, via via che si trasformavano in scrittura e prendevano posto nelle pagine del testo, si andavano componendo in un tutto legato, consequenziale e coerente, che ha stupito per primo l'Autore.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Il libro ha rappresentato per me una sorta di autoanalisi a partire dalla prima infanzia e dai suoi indelebili miti e l'incontro successivo, a partire dall'età scolare e l'adolescenza fino alla maturità, con quelli che Puskin chiamava "I miei amici". Ossia i libri che mi hanno più influenzato o colpito, le letture fatte, le Persone reali o letterarie che hanno segnato una vita. Ciò a prescindere dal fatto di averne avuto conoscenza diretta o attraverso il loro pensiero.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata consequenziale, quasi obbligata, man mano che ragionamenti, pensieri, ricordi, prendevano forma e corpo sulla tastiera. Speranza come "Ultima Divinità" per un'umanità in grave difficoltà che pare aver perso il senso dei suoi limiti intrinseci e strutturali e quello dell'Infinito. La Stella, simbolo alchemico della Luce Trascendente e della Speranza, torni ad illuminare il cammino delle generazioni future.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Domanda assai difficile, quasi impossibile rispondervi. Molti i libri e gli Autori che ho letto e che sono presenti nel testo, cui si rimanda il Lettore. Ma il rammarico maggiore è dato dalla consapevolezza dell'impossibilità di terminare tutti gli altri innumerevoli testi che sono sul mio comodino.
6. E-book o cartaceo?
Confesso candidamente di avere profondamente odiato il mondo del computer e internet. Tale avversione traspare , motivata, in tutto il testo. Ciononostante, esprimo una grande fiducia nel mezzo virtuale se e quando esso saprà trasformarsi da strumento coatto e influenzato da occulte consorterie di potere non solo mediatico, in strumento di crescita e diffusione di cultura e controcultura. Cioè di pensiero autonomo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Altra domanda impossibile. In realtà non ho mai pensato di intraprendere anche questa carriera oltre a quelle già espletate. Ambizione è stata piuttosto quella di scrivere, da nonno, ai nipotini, a tutti i bambini del futuro, la mia piccola storia.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Credo che i pensieri che costituiscono il testo , un bel giorno mi siano scoppiati dentro, nel petto e ho dovuto incominciare a ordinarli e trasformarli in scrittura, di getto, come quando ti imbatti in uno di quei libri che non riesci più ad abbandonare fino a quando non lo hai terminato.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Come ho scritto nel testo faccio parte di quella generazione che da giovani venivano descritti come schivi o ribelli, ma che, in fondo non disdegnavano di leggersi, l' indomani di un evento che li toccava, sui giornali. "Vanitas Vanitatum" o esorcizzazione della morte? Anelito all'immortalità o umano desiderio d'Infinito?
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio figlio Italo, benché io sia ancora in attesa di un suo qualunque ragionato parere.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Esprimo, come già detto, anche per questa nuova frontiera, "Fiduciosa speranza".
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è un lavoro come un altro e come tutti i lavori vi traggo soddisfazione nel vederlo compiuto, in genere scrivendo sono quasi sempre riuscito a vedere l'opera finita.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Mi riconosco moltissimo nel protagonista del romanzo, lo potrei definire un mio alter ego, una specie di Bignami della mia esistenza, il protagonista del libro però non sono io nella realtà, dove ho fatto moltissimi altri lavori e soprattutto ho perso un sacco di tempo.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho iniziato a lavorare a questa idea di romanzo nell'estate del 2011, avevo 38 anni e mi sentivo davvero poco bene, troppo depresso, l'ho abbandonato più volte per poi riprenderlo e finalmente finirlo, giungere alla fine è stato liberatorio, anche perché non avrebbe potuto avere altri finali.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere significa incollare la propria anima su carta. Significa voler dire un qualcosa che si spera venga compresa o, andando più nel dettaglio personale, significa strappare un sorriso. Sono sempre stata una persona auto-ironica, nel senso che ho sempre riso di me stessa per elogiarne pregi e difetti. Non che me l'abbia insegnato qualcuno, è sempre stata una mia caratteristica e sinceramente questa cosa mi rende molto fiera di me stessa. Scrivere per me è l'equivalente di dare gli occhiali ad un'altra persona, nel senso che lo invito a vedere le cose come le vedo io. Provo la stessa emozione di quando disegno e onestamente mi rende più che felice. Infine paragono il mio scrivere ad una trasfusione. Sì, so che a prima vista sembra un paragone strano, ma vi assicuro che è la stessa cosa. Voglio che ciò che scrivo entri nell'altro, si propaghi in tutto il suo essere fino a diventare parte del tutto. A mio avviso è un concetto che sfiora anche il romanticismo.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata e vissuta a Fermo, una cittadina delle Marche. Non ho deciso io di diventare scrittore, lo sono sempre stata, fin dai tempi della scuola quando i miei temi erano presi ad esempio per l'originalità oltre che per correttezza. Scrivere è una necessità, come mangiare o dormire. Essere letti invece non lo è, anzi, provo una certa vergogna nel mostrarmi, come se essere letti fosse come mostrarsi senza vestiti: non lo si fa certo con chiunque.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando ero giovane studente scrivevo di notte, spesso con una pila accesa sotto le lenzuola per non essere vista dai miei, poi sempre di notte, dopo aver sistemato lavoro e famiglia; ora che ho la mia bella età, scrivo di giorno, quando posso, e comunque molto meno spesso di quanto vorrei, vuoi per stanchezza, vuoi per impegni familiari.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Beatrice e vengo da Nuoro e la mia vita è sempre stata particolarmente altalenante piena di tanti avvenimenti brutti e belli, ho dovuto affrontare tanti ostacoli nel mio percorso e penso che la poesia mi abbia aiutato moltissimo ad avere una rivincita importante per me, mostrando chi sono per davvero senza maschere che di solito la società impone. Grazie alla poesia mi sono riuscita a far valere e stato tutto un colpo di fulmine a ciel sereno essa mi aiuta a sfogarmi e a sentirmi libera, diventare scrittrice è stato uno dei miei sogni nel cassetto e secondo me o lo siamo o non lo siamo, non si decide di diventare scrittore è tutta una questione di destino.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La notte la notte è il momento in cui la mente libera le verità più nascoste del nostro animo e del nostro cuore diventando così devi versi meravigliosi che poi scriviamo per non dimenticarceli penso che la notte sia il momento migliore per scrivere soprattutto all’aria aperta davanti alla luna.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Alda Merini di sicuro, in quanto penso che mi rispecchia moltissimo. Abbiamo la stessa filosofia di vita, sento che io e lei abbiamo tanto in comune è come un esempio per me per ogni cosa che scrivo mi sento sempre più vicina a lei.
4. Perché è nata la sua opera?
Per una rivalsa personale un riscatto e far conoscere a tutti il mio messaggio di vita che spero le persone possano apprezzare e accettare e comprendere nei migliore dei modi.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tutto. Ha influito tantissimo il mio passato, ha influenzato la persona che sono adesso e con me, ovviamente, anche ciò che scrivo ma è grazie a ciò che vi posso parlare con anima e cuore.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è sia un modo per evadere la realtà ma anche per raccontarla in quanto evadere per me significa far meravigliare e sorprendere il lettore mentre raccontare e far comprendere il messaggio nascosto dietro il verso.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di tutto e di più ma questo è anche un lavoro che il lettore dovrà svolgere per capire il contenuto perché dovrà captare segnali in questo contenuto misterioso enigmatico per arrivare al cuore e anima di questo libro.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì di sicuro il mio fidanzato ha avuto un ruolo importante, senza di lui e i suoi incoraggiamenti la stesura dell’opera non sarebbe andata in porto poiché' lui ha creduto e tutt'ora crede nella mia opera e nel mio potenziale, aiutandomi e incoraggiandomi fino a arrivare a parlarvi come sto facendo ora. È stato molto bello per me avere questa opportunità e tutto l'incoraggiamento possibile, fino alla pubblicazione dell'opera.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al mio fidanzato è stato il primo che ha letto l'opera e ha espresso un suo parere obiettivo facendomi notare che ho delle potenzialità a riguardo notevoli.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
L' e-book secondo me è una forma veloce di lettura ma difficilmente potrà cancellare l'odore e la forma, il peso della carta stampata.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Che possa agevolare quei lettori che purtroppo per tempo lavoro o indisposizione non possono trovare il tempo per leggerlo.