La storia me la immaginavo da sola osservando quei disegni colorati che rappresentavano principesse, streghe, castelli incantanti ecc... Quando ho imparato a leggere, mi sono attaccata ai libri ancora di più, appassionandomi ogni giorno che passava. Ricordo particolarmente una sera, in cui ad una festa, ad otto anni, stavo leggendo il libro "Piccole donne" ed ero talmente presa dalla storia che mi sembrava di essere sola, come se intorno a me ci fosse vuoto e silenzio, eravamo in due: io ed il libro. Da piccola, durante le feste del paese, tutti i bambini correvano alle giostre, io invece mi precipitavo alla bancarella dei libri e passavo ore a sfogliarli ed osservarli. Tutt'ora è così ed ogni volta che tocco un libro, sento il suo odore, guardo le immagini o le particolarità, mi sento bene. Ho iniziato a scrivere durante le scuola medie, ma soprattutto diari o piccoli testi. La scorsa estate avevo iniziato a pensare ad una storia, inizialmente non credevo che avrei mai iniziato a scriverla, perché immaginavo che sarebbe stato difficile mettere insieme tutti i miei pensieri e riportarli sul computer riuscendo a riempire molte pagine, ma alla fine ho pensato che provare non costava nulla e che se lo avessi fatto sarei potuta avanzare o rimanere dov'ero, ma non certo retrocedere, così una sera di giugno, alle due di notte, ho acceso il mio computer portatile ed ho iniziato a scrivere le prime pagine di questo mio romanzo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Durante il periodo scolastico non ho molto tempo, scrivo soprattutto quando ho l'ispirazione, spesso anche a scuola. Durante le vacanze scrivo sempre, soprattutto il pomeriggio e la sera.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito, ma se dovessi citare un autore contemporaneo che mi piace sicuramente è Valerio Massimo Manfredi, perché riesce a farmi vivere una storia antica (Alessandro Magno ecc...) come se fosse ambientata ai nostri giorni. I personaggi storici solitamente li sento lontani, non li potrei mai immaginare in scene di vita come quella che mi circonda ora, invece Manfredi riesce a farmeli sentire più vicini: nonostante si parli di molti anni fa non percepisco così tanta differenza fra la loro vita e la mia.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata come prova, come ho già detto avevo una storia che mi ronzava in testa e l'ho riportata sul computer, inizialmente non credevo che sarei riuscita a scrivere un intero libro e sicuramente non immaginavo che sarei diventata una scrittrice. Ora invece non vedo l'ora di intraprendere questa nuova carriera e di migliorare ogni giorno di più.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale in cui vivo non mi ha molto influenzato in realtà, ho migliorato la mia scrittura grazie al mio romanzo e ad altri piccoli testi o temi scritti a scuola o a casa. Scrivere bene è questione di esercizio: più scrivi, più migliori.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo che scrivere è un po’ entrambe le cose: sicuramente si evade dalla realtà, perché quando scrivi, come quando leggi, ti immergi in altre storie ed evadi dalla tua vita quotidiana. Allo stesso modo si usa la scrittura anche per raccontare la realtà, attraverso biografie o storie che raccontano la vita di tutti i giorni, spesso utilizzando dei temi appartenenti al contesto in cui viviamo come l'emigrazione, i problemi causati dalla droga, la mafia ecc...
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Credo che di me, nel mio romanzo, ci sia ben poco. La mia personalità fuoriesce soprattutto in un quadernino che uso per scrivere tutti i miei pensieri, quindi per ora lascio che vada in questo modo: scrivendo altre storie non penso alla mia vita, ma ne invento un'altra a mio piacere e descrivendo altri personaggi preferisco non immergere me stessa nel contesto, ma dare ad ogni persona una propria personalità.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, la storia l'ho immaginata io e tutti i personaggi sono inventati. Solo un personaggio prende il nome di battesimo e per alcuni punti l'aspetto fisico di una persona che "conosco": il mio cantante preferito. Per il resto non c'è nessuno che si è rivelato fondamentale, anzi, inizialmente nessuno sapeva che stavo scrivendo una storia, nemmeno i miei genitori.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Lo avrei voluto far leggere ai miei genitori e ad alcuni amici, ma il primo in assoluto a leggere il mio romanzo è stato un uomo che doveva aiutarmi a cercare una casa editrice per pubblicarlo.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Personalmente non ho mai letto un libro online, perché mi piace avere il libro tra le mani mentre lo leggo, sfogliare le pagine, sentire l'odore che emana, però ultimamente quelle poche persone che ancora leggono si affidano a l'e-book, inoltre la vita di tutti i giorni si sta pian piano basando sempre più sulla tecnologia, quindi credo che l'e-book sia il futuro, anche se dico tutto ciò a malincuore, perché un sito web non potrà mai sostituire la felicità che si prova a comprare nuovi libri e ad esporli nella propria libreria in casa.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non mi piace, ultimamente sempre meno persone leggono, la maggior parte preferisce guardare un film ed io credo che l'audiolibro sia la stessa cosa. Avere un narratore che legge per te non ti dà le stesse emozioni che provi leggendolo da solo, inoltre non stimola molto la fantasia, perché il narratore ti descrive ogni piccola cosa e l'ascoltatore si limita ad immaginarle, mentre se leggi passi da un personaggio all'altro, ti immergi molto di più nella storia e capisci meglio ogni punto di vista. Infine i bambini, ma anche i ragazzi leggono molto male, perché non sono più abituati a farlo e leggere molti libri da soli, insegna a leggere bene e ad imparare nuovi termini lessicali.