4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Molto semplice, mi sono detto non stare troppo a pensare al titolo, verrà da sé e così è stato ed è l'unico titolo che potevo dare al mio libro.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
ALESSANDRO D'AVENIA...semplice umile e vero (per me) e molto attento al desiderio dei ragazzi di oggi che non sanno letteralmente come si fa a vivere avendo un significato e sapendo di essere unici e irripetibili (non parte indistinta della massa).
6. E-book o cartaceo?
Cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho deciso di intraprendere nessuna carriera, ho risposto al desiderio del mio cuore che mi chiedeva di parlare di me attraverso versi e riflessioni.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non c'è un'idea legata alla scrittura di questo libro, c'è il seguire la mossa del cuore, il desiderio di esprimere in parole ciò che sono, tutto è accaduto, come accade la realtà ogni giorno. L'aneddoto legato a questo libro è l'incontro dopo dieci anni di una ex collega, la quale dopo aver letto il mio libro, così l'ha commentato: “Meriti assolutamente il premio che ti vogliono donare... le tue poesie sono bellissime e piene di speranza... alcune mi hanno profondamente commossa e le ho fatte un po' mie…ti faccio davvero i complimenti, hai una sensibilità di pochi...non cambiare mai!!!”
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Molta incredulità soprattutto quando l'amica della mia amica, (persona a me sconosciuta), mia ha iscritto al concorso EMOZIONI POETICHE. Ebbene tra trecento poeti in tutta Italia io ho ricevuto una menzione d'onore, descritta nel libro.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Una tra i primi un mio amico prete, il quale mi ha fatto una bellissima recensione, anche questa descritta nel libro.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Benissimo per i ciechi, in generale penso che un libro è e resta sempre un libro, da questo punti di vista sono e resto tradizionalista.