1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Fin da ragazzo ho cercato di mettere su carta le mie emozioni. Per me scrivere significa raccontare, trasformando in piccole o grandi storie, anche con l'aiuto della fantasia e del sogno, la realtà che ci circonda. Spesso in prosa e qualche volta in poesia.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo romanzo c'è tutta la mia vita reale, anche se è una storia completamente inventata. Paul Auster sostiene, in un suo romanzo, che le storie capitano solo a chi le sa raccontare, io non so se sono riuscito a raccontarla bene questa mia storia (bisogna essere bravi scrittori) so solo che ho cercato di raccontarla…e quindi posso dire che a me è capitata e per questo ora esiste.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono originario di Samugheo, un piccolo paese della provincia di Oristano. Dopo la morte di mio figlio, ho deciso di intraprendere questa strada, anche per evadere dal calvario che giornalmente il destino mi ha assegnato.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Soprattutto la notte, in quanto non riesco a prendere sonno e dedico quei momenti alla scrittura di romanzi e poesie.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho preferenze anche se mi piacciono le opere in poesia, poiché è da quando ero ragazzo che ero affascinato dalle poesie.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono una mamma di due splendidi bambini a cui dedico tutto il mio tempo, sono alle porte dei 40 anni ma non li sento, sono socievole, altruista, allegra e amo circondarmi di persone allegre e alla mano, mi rilassa molto leggere e stare con i mei amici. faccio regolare attività fisica e non riesco a stare ferma un attimo. Sono cresciuta in un piccolo in provincia di Agrigento, Naro, già noto per via del famoso cantante Piero Barone de il Volo. È un paese molto ricco di cultura, arte, e storia. Avevo scritto un romanzo circa due anni fa, ben custodito in un cassetto, quando in un momento della mia vita ho capito che non dovevo sprecare un attimo per esaudire i miei desideri ed essere felice così parlando con un zio di mio padre anche lui scrittore, ho ricevuto consigli su come elaborare meglio romanzo.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è esternare tutti i tipi di sentimenti, felicità, dolore, sofferenza, emozioni che dette a voce non si riesce a far capire, scrivendo invece vengono fuori tutte le sfumature dettate dal cuore.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutte le poesie rappresentano una parte della mia vita.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Per me realizzare questa opera, è stato un piccolo ma grande sogno, ogni tanto tiravo fuori dal cassetto queste poesie e ne aggiungevo altre ogni volta che la vita mi dava delle esperienze, che mi portavano a scrivere. Ma soprattutto poter gridare al mondo che alcune cose esistono e bisogna ancora crederci piccole cose, un gesto, un tramonto, una carezza, un sentimento, una emozione…
Aria, acqua, rifiuti e aree naturali protette, sono i veri protagonisti dell’illuminante lavoro di Federico Tangari; un testo sul pianeta e sull’ambiente fortemente concentrato su aspetti di grandissima attualità come l’inquinamento, il problema dell’acqua o dei rifiuti. Già il titolo: “Impariamo con l’ambiente: Itinerari didattici per conoscere meglio e proteggere il nostro ambiente” riesce a comunicare a chiare lettere il proprio obiettivo non lasciando alcun dubbio: risvegliare la sensibilità e la coscienza dell’umanità nei confronti del Pianeta in cui vive.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Molto importante è il fatto di essere coscienti che non è l'autore a fare il romanzo, ma è il romanzo a fare l'autore. A tutti, almeno una volta nella vita, capita di avere una voglia incontenibile di scrivere, esprimere un qualcosa degno di rimanere conservato su un foglio di carta lasciato ad ingiallire, sulle pagine di un diario dimenticato in qualche cassetto, nella memoria di un PC in compagnia di innumerevoli inutili file, qualcosa a cui si possa tornare prima o poi, una frase, un pensiero, un emozione, una poesia, un racconto, un saggio, un romanzo. Per me è questo la scrittura: idee, pensieri, parole, che fuoriescono dalla punta di una penna, e messi insieme su un pezzo di carta danno luogo a un qualcosa di meraviglioso. La scrittura non impone limiti di fantasia e di espressione, ed questo che più mi affascina.
Una ragazza alla ricerca del suo spazio nel mondo, un costume per la festa di Halloween, una maschera stregata con un invitante e oscuro potere, una scelta da prendere. Tutti questi sono solo alcuni degli ingredienti del primo romanzo di Gigica Vladut Prisecaru, “Metamorphosis – The whisper of the devil” disponibile sia in versione cartacea che in quella digitale ed edito dalla giovane Casa Editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Linda Cipoloni, ho 21 anni e sono nata a Melzo, in provincia di Milano. Tuttavia, ricordo poco o niente perché i miei genitori si sono trasferiti in un paesino dell'Oltrepò pavese, dove vivo attualmente, quando avevo pochi mesi. La mia passione per la lettura, e di conseguenza, per la scrittura, mi ha sempre accompagnata in ogni aspetto della mia infanzia e adolescenza. In particolare, mi hanno sempre affascinato i libri fantasy, popolati da creature come vampiri, streghe e lupi mannari. Di conseguenza, non mancavano di certo storie di questo genere tra quelle che mi divertivo a scrivere. Ho sempre scritto. Questo non vuole dire che portavo a termine ogni singola storia, ma mi divertivo a creare nuovi personaggi e a fargli vivere mille avventure. E lo stesso è avvenuto con "London's Calling".
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La voglia di scrivere caratterizza ogni attimo delle mie giornate, ma devo ammettere che prediligendo la sera in generale mi viene più facile scrivere una volta calato il sole.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Como nel 1972, città nella quale ho vissuto fino al 1977. Poi per vent'anni dal 1977 al 1997 ho vissuto e studiato a Monfalcone in Friuli Venezia Giulia. Per altri vent'anni poi ho vissuto a Roma, dove nel 2007 ho ideato e fondato l’associazione Antropologia Terzo Millennio. Se dovessi individuare un elemento che ha segnato la mia storia e la mia scelta di scrivere, indicherei proprio la città di Como. Un luogo legato irrazionalmente alle ragioni seminali delle mie scelte etiche e narrative. Una città della quale non dimenticherò mai i colori e i nostalgici scenari liquido-eterici: Villa Olmo ed il suo monumentale albero dinnanzi alla quale sono nato, il Tempio Voltiano con il suo stile filo-palladiano, Monte Olimpino (Mundrumpin), il misterioso Lariosauro e la lieve collina che scendeva dinnanzi alla mia casa d’infanzia a Maslianico. Tutte reminiscenze che hanno avuto un ruolo nel corso della stesura del saggio filosofico “Cosmoempatia”. Como è una città satura di storia romana, il cui nome evoca per affinità semantica il kómos, personificazione demonica dei cortei dionisiaci; città che secondo gli storici antichi fu fondata dagli Orobi, misterioso popolo preromano di origine greca, citato da Plinio il Vecchio. Sulla fondazione di Como aleggiano anche intriganti leggende come quella secondo la quale, dopo la caduta di Troia, sarebbe stato il troiano Antenore a fondare sia Padova che Como… Una città che mi sento di definire “quantica”, come Roma e Buenos Aires.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Gian Francesco Camoni, ho 64 anni, sono a nato a Pistoia dove attualmente risiedo. Sono un ingegnere elettronico da qualche anno in pensione, sposato con Licia e ho due figlie anche loro sposate e un figlio che per il momento vive in casa con noi. Ho deciso di diventare scrittore a seguito di una curiosa circostanza. Nel dicembre del 2012 una delle figlie, piuttosto impressionata, mi mostrò una foto che aveva scattato nel suo appartamento, dove compariva una misteriosa quanto inquietante mano monca appoggiata sulla spalla del marito. Come un esperto mi ha successivamente spiegato, si trattava solo di un singolare effetto di sovrapposizione d’immagine avvenuto nella memoria digitale della macchina. Spinto da mia moglie, provai a imbastire un breve romanzo giallo intitolato “La mano”, che prendeva spunto da questo fatto, che scrissi nel giro di una ventina di giorni e successivamente feci stampare. Ho dedicato il libro a Stefano Turchi, nipote di mia moglie ed ex calciatore che nel 2005 ha contratto la sclerosi laterale amiotrofica o SLA. L’idea e il libro piacquero a Stefano che ne ha distribuite diverse centinaia di copie alle persone che sostengono la Onlus da lui creata per aiutare le persone invalidate da questa malattia. La facilità che avevo nello scrivere e inventare le situazioni ed i personaggi mi ha convinto a riprovarci pochi mesi dopo e da allora non ho più smesso. In conclusione ad oggi ha già stampato otto romanzi, tutti sul genere “giallo”.