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31 Ago
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Intervista all'autore - Michele Annese

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Documentare, Tramandare, dire la Verità.

Scrivere è il mio lavoro:

- lo è stato a scuola quando i libri non si potevano comprare;

- lo è stato nel mio ruolo cinquantennale di bibliotecario, di redattore di progetti culturali e di atti amministrativi;

- lo è dal 1968 come giornalista;

- lo è stato dal 2001 quale Segretario Generale di due Comunità Montane.

Scrivere, in ogni settore e in ogni occasione procura emozioni nuove e non sempre positive.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Sicuramente il 50%. Considerato che in questo libro sono state raccontate esperienze di gestioni politico-amministrative di 16 Comuni interprovinciali, di risorse umane avviate al lavoro con progetti di solidarietà e dell’assoluto rigore richiestomi nel ruolo di dirigente pubblico, in uno, con quello di direttore di biblioteca a “mezzo servizio”.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

- Denunciare le scelte sbagliate del legislatore a fronte di interessi inalienabili dei territori amministrati;

- Testimoniare l’impegno di rappresentanti politici, democraticamente eletti dal popolo;

- Solidarizzare con i “giovani” che si affacciano, ancora in uno stato di precarietà, alla pensione, dopo aver dato il meglio per guadagnare stima e professionalità.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Pensato, scritto e mai cambiato. Con l’idea dell’opera è nato anche il titolo, considerato come il nome di una “nuova creatura” venuta alla luce.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

La Divina Commedia... per comprendere meglio Peccati e Peccatori.



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo, senza dubbio! Sfogliare, sottolineare, tornare alla pagina da approfondire, è certamente un esercizio che favorisce l’apprendimento e la formazione del lettore, processi difficilmente replicabili con lo scorrere di un “freddo” cursore.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Mai! Ho scritto molti libri: genere storico, letterario, ambientalistico, turistico, biografico, con il solo scopo di non perdere “memorie” importanti del tempo vissuto; tanti i servizi giornalistici, le corrispondenze, pubblicati su quotidiani, settimanali e riviste in cinquant’anni… Mai pensato alla carriera di scrittore! Attualmente sto lavorando sulle bozze di un nuovo libro di oltre 400 pagine per documentare l’attività della Biblioteca di Crispiano. A Dio piacente è in programma lo “sfoglio” delle numerose “agende di servizio” utilizzate come giornalista, per “aggiornare” la storia politico-amministrativa di Crispiano, dagli anni ’50 in poi.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Un pranzo di commiato con i “giovani” delle due Comunità Montane, organizzato sul “confine” delle stesse, in occasione del mio collocamento a riposo. Un desiderio espresso dai commensali, che per oltre trent’anni hanno condiviso con me, ansie e preoccupazioni gestionali di Enti incompresi. Una richiesta accettata, tra un bicchiere e l’altro di buon vino della “Murgia”, pensando però di non riuscire a soddisfarla. Invece il libro, nella sua veste, bella ed elegante, ora è nelle librerie; leggerlo sarà interessante per comprendere le logiche della politica non sempre indirizzate agli interessi delle popolazioni amministrate, ma anche per "sorridere" su argomenti seri.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Grande emozione! Già l’invio della prima bozza da parte dell’Editore ha suscitato molta emozione, pur non essendo la prima esperienza. Nel proseguo del lavoro tale sentimento è cresciuto grazie alla metodologia puntuale e progressiva della Casa Editrice, alla cortesia, precisione, professionalità e suggerimenti di tutta l’equipe di Vito Pacelli, a cui rivolgo un plauso per il riscatto personale e per le capacità editoriali dimostrate.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

- Mio genero Donato Basso che ha sacrificato il suo limitato tempo libero e messo a disposizione la sua alta professionalità di “architetto della rete informatica” di istituti finanziari, per contribuire all’arricchimento del libro.

- Il mio amico giornalista professionista, che ha dato la disponibilità a recensire l’opera, Franco Presicci di Milano - “Premio vita da cronista”, che ha lavorato quarant’anni al “Giorno” ed in altri quotidiani nazionali;

- Mia moglie Silvia, anche lei giornalista e docente di lettere, che ha reso partecipi i cinque figli, Gianpaolo, Marzia, Gabriele, Daniele e Antonella.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Pratico, economico, ma lascio questa novità tecnologica a quanti non hanno mai provato il piacere di avere nelle mani un libro cartaceo, sperando comunque che questa, incrementi almeno la lettura.

 

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