1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non ho deciso di diventare scrittore, ma di scrivere un'autobiografia collegata essenzialmente allo sport che avevo praticato per quasi trent'anni a livello non professionale, ma come " gentleman ", così come allora venivano definiti i piloti che svolgevano attività agonistica nell'automobilismo. All'epoca gli sponsor non esistevano, ma esisteva il mecenatismo sportivo, cioè quello fatto di persone entusiaste dello sport, dotate di notevoli mezzi finanziari che mettevano a disposizione delle scuderie cui appartenevano o che avevano collaborato a fondare, per favorire appunto la pratica di uno sport costoso a coloro che non ne avevano i mezzi, come il sottoscritto.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere mi ha dato emozioni, ogni volta che riuscivo a inquadrare un ricordo del passato, recente e/o remoto scrivevo. D'altro canto il testo non racconta un'ipotesi di vita vera o inventata, raccoglie semplicemente tutti gli episodi di vita che annotavo su un block-notes..
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutta la mia vita. Anzi tutta la vita della mia famiglia.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivo per raccontare me stesso. È un interpretare e sistemare la trama del mio vissuto. Mi serve per portare a sintesi il senso della mia vita, delle esperienze pubbliche e private che ho attraversato. Anche in “Novecento” le esperienze politiche sono filtrate dalla mia memoria e dal mio impegno di ricercatore curioso di documenti.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Bologna il 15 maggio del 1941 pochi mesi che l'Italia entrasse in guerra. Pur essendo la mia famiglia di Roma io sono nato in quella città in quanto a mio padre era stata assegnata la Cattedra universitaria in Ingegneria industriale. Ma dopo pochi mesi mia madre con gli altri quattro figli preferì tornare a Roma anche perchè il clima invernale era troppo rigido per lei.Come i miei tre fratelli maggiori ho frequentato il ginnasio ed il liceo classico all'istituto S.Gabriele di Viale Parioli dove ho potuto anche praticare vari sport. La mia famiglia proveniva dalla Provincia di Salerno ed in particolare da Cava de' Tirreni ove i miei nonni possedevano una vecchia casa di famiglia dove una volta tornati a Roma trascorrevamo le vacanze estive. Questa casa cui sono molto attaccato, in quanto contiene i migliori ricordi, è pervenuta in eredità a me, pur essendo io solo il quinto dei sei figli di mio padre ingegnere.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Parlare di me è come parlare del nulla. Io sono nulla, nulla rispetto l'infinito, rispetto la quantità di persone che transitano su questo pianeta, nulla rispetto le enormi intelligenze che mi circondano, nulla rispetto al sole, al mare, alla natura, al paesaggio, alle città. Sono poi uno, non due, non dieci ma uno, unico, inimitabile, un pezzo non raro ma impossibile da copiare se non facendo uno scherzo, uno come è uno il Dio, uno come è uno il pensiero unico che si sviluppa dentro di me, uno come è unico l'assemblaggio di emozioni, stati d'animo, sensazioni, vibrazioni che mi avvolgono e produco ogni giorno anche per gli altri che mi circondano. Sono però anche centomila come sono centomila le voglie che mi trafiggono l'anima, sono centomila come le variazioni di umore che mi cambiano i giorni, centomila come le centomila facce della medaglia che rappresento. La mia vita è banale e non vale la pena di raccontarla anche perché è passata.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è vivere: emozioni e sentimenti, periodi racchiusi in pagine che odorano di realtà. Il nero sul foglio bianco, il bene che sostituisce il male. Scrivo tutto ciò che penso, che sento, che percepisco. Questa è l'emozione più grande: condividere la mia vita con i lettori.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
L'80% del libro. Racconto aneddoti della mia vita, sentimenti che si contrappongono, della felicità che sostituisce la mediocrità, finendo con i consigli dati a quel figlio che desidero tutt'oggi.
Incontri, speranze e riflessioni prendono vita nei racconti e nei personaggi che si uniscono alle poesie di Ignazio Cilia che tratteggia o con ironia, o con un sentimento più intimistico, la realtà siciliana del passato e del presente. “Incontri” è il suo nuovo libro pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni ed è disponibile, come di consueto, nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
Mark, Matt, Ray e Dan sono quattro amici newyorkesi che decidono di staccare dal lavoro e dalla solita routine per compiere un avventuroso viaggio in California per sondare nuovi territori e vincere nuove sfide. Amici da anni nonostante i temperamenti diversi, i quattro si mettono in viaggio entusiasti ed eccitati, ma quello che dovranno affrontare andrà ben oltre le aspettative… “Il viaggio – Sfida contro il male” è un libro che racconta quest’avvincente storia ed è pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni (disponibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.)
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato e vivo in un piccolo paese del lodigiano. Posso dire che la decisione di diventare scrittore è arrivata all'improvviso, anche se credo che sotto sotto sia sempre stata lì. Sono cresciuto in una casa piena di libri, quindi li ho sempre visti come parte fondamentale della mia vita. Durante un viaggio particolarmente significativo è scattata la molla giusta, quella che mi ha permesso di iniziare il mio lavoro.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata e crescita a Bari. La mia famiglia però è di Napoli quindi anche la mia cultura è napoletana. Da ragazza ho viaggiato molto in Italia e ne sono letteralmente innamorata.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Io sono di natura romantica e sono cresciuta leggendo Delly e Jane Austen. Per i giovani di oggi probabilmente posso sembrare un poco retrò ma i valori morali in cui io credo non passano mai di moda (almeno dovrebbe essere così). Jane Eyre è il libro che consiglierei tutt’oggi.