3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Raccontare il mio passato a me stesso, per ritrovarmi.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo non è stata laboriosa, perché esso si è trasformato spontaneamente. Il primo era: "Francesco e Serafina, una vita insieme".
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
La “Divina Commedia”, e le opere di Pirandello e Andrea Camilleri.
6. E-book o cartaceo?
Finirà per vincere ancora il cartaceo.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non l'ho deciso. L'implementazione è stata spontanea.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Sono stato ricoverato per due mesi circa, qualche anno dopo essere andato in pensione. All'uscita dall'ospedale, mi sono accorto che non ricordavo niente e nessuno. Mi resi conto che avrei dovuto imparare a ricordare fatti ed episodi se volevo tornare a vivere.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Quando me ne sono reso conto incominciai a raccontare i fatti di famiglia come se fossero già patrimonio di tutti.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia nipote Sarah.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non vedo grosso futuro. Sono sempre del parere che il testo cartaceo rimane il più credibile. Né l'audiolibro né l'e-book si prestano anche per abbellire le nostre biblioteche.