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03 Ott
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Intervista all'autore - Adriana Campana

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nata e crescita a Bari. La mia famiglia però è di Napoli quindi anche la mia cultura è napoletana. Da ragazza ho viaggiato molto in Italia e ne sono letteralmente innamorata.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Io sono di natura romantica e sono cresciuta leggendo Delly e Jane Austen. Per i giovani di oggi probabilmente posso sembrare un poco retrò ma i valori morali in cui io credo non passano mai di moda (almeno dovrebbe essere così). Jane Eyre è il libro che consiglierei tutt’oggi.




3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?

Nono sono per nulla d’accordo! Cosa c’è di meglio dello sfogliare un libro? Tenerne in mano la copertina magari un po’ logora ma tanto reale? E che dire dell’odore della carta stampata! Ho una libreria immensa e mai mi basta per tutti i libri che compro. Non li presto mai! Per me sono un poco come dei figli. Certo capisco che il progresso di oggi richiede un ammodernamento generale, ma un libro cartaceo ti resta per la vita e le batterie non finiscono mai!



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Beh, per me è stato un colpo di fulmine che poi è sfociato in un amore ponderato. Mi spiego: il colpo di fulmine dà l’idea di qualcosa d’improvviso, passionale, ma passeggero. Ho cominciato a scrivere a 16 anni a seguito di un sogno che avevo fatto e che ho cercato di realizzare in un racconto scritto. Poi capendo che la mia immaginazione era davvero inesauribile, ho continuato a scrivere. Oggi è la mia vita, non potrei stare senza scrivere, quindi è un amore ponderato e sempre vivo. Un po’ come il mio amore per Andrea (mio marito) nato come colpo di fulmine, ma dopo 13 anni è sempre vivo e direi che è come il primo giorno.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Negli ultimi due anni della mia vita, mi sono capitati degli avvenimenti piuttosto tristi e inaspettati che hanno sconvolto non poco la mia routine giornaliera. Per mia natura non mi sono mai “seduta” ad aspettare gli eventi, li ho sempre affrontati a muso duro e se era necessario, smussando o adattandomi alle nuove esigenze. Insomma poter vivere “Un’altra vita”. Così ho pensato che era giusto suggerire agli altri che c’è sempre un’altra possibilità.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Appunto ciò che ho detto sempre. Se sei credente, considera vero il detto: “Il Signore se chiude una porta è per spalancarti un portone”. Altrimenti detto, non bisogna mai abbattersi davanti agli ostacoli. Se credi in te stesso, combatti per i tuoi ideali, cambiare vita è sempre possibile!



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Come ho già dichiarato, da ragazzina mi piaceva mettere per iscritto i sogni, le mie emozioni. Non mi piaceva tenere un diario, preferivo raccontare come avventure le vicissitudini giornaliere. Certo all’inizio non pensavo di farne una professione, era un hobby. Ma poi in una famiglia mi hanno convinta a provarci, così ho cominciato partecipando a concorsi letterari indetti sui giornali. Le prime vittorie mi hanno dato l’entusiasmo a continuare.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Quando scrivo, sono talmente concentrata che spesso mi sento trasportata nelle vite dei protagonisti come fossi nel libro anch’io e il tempo passa senza che me ne accorga. Quante volte ho rischiato di lasciare digiuno mio marito perché lasciavo passare l’ora di cena immersa nell’avventura del momento…



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

Mai. Per me scrivere un libro è come una gestazione. La fine è sempre il parto. Pensare ad un aborto procurato non fa per me. Deve esserci davvero un motivo veramente importante!



10. Il suo autore del passato preferito?

Delly. Che poi era lo pseudonimo di due fratelli, un uomo e una donna nati in Francia nel 1875. I loro romanzi detti della Rosa erano appunto opera romantiche ambientate appunto nel secolo XIX.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Sicuramente è un passo avanti nel progresso di un paese che desidera portare conforto a chi non ha più i mezzi per leggere un libro per passatempo o per portare a termine gli studi. Ma è l’unico aspetto in cui accetto l’audiolibro. Come ho detto altre volte, io amo il cartaceo.  

 

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Lunedì, 03 Ottobre 2016 | di @BookSprint Edizioni

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