1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono nato a Mandatoriccio, un piccolo paese della provincia di Cosenza, ignorato, fino a qualche anno fa, persino dalle carte geografiche. In Calabria affondano le mie radici, ma, come avevano fatto prima di me i miei fratelli e tanti miei conterranei, che amavano studiare, ho lasciato il paese all’età di quattordici anni per andare in collegio. In quel lontano paese del Sud, il massimo grado di scolarità era, allora, la terza media. Ho trascorso parte della mia esistenza in Umbria, che porto sempre nel cuore, e da oltre trent’anni vivo e lavoro a Milano, città che amo profondamente. Il desiderio di scrivere è nato molti anni orsono, ma ho amato, al contempo, altre forme di manifestazione artistica: la pittura e la poesia. I ritmi incalzanti del lavoro non mi hanno consentito di coltivare contemporaneamente più interessi. Ho deciso, pertanto, di mettere da parte, momentaneamente, pittura e poesia, per dedicarmi a nuove forme creative. Rielaborando le considerazioni che avevo annotato nel corso della mia esistenza, circa due anni fa, ho iniziato a scrivere questo romanzo.