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27 Giu
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Intervista all'autore - Gabriele Scutifero

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Vivo in un piccolo paese in provincia di Taranto, qualche casa e qualche abitate le cui vite si intrecciano inevitabilmente data la sua scarsa estensione, come se fossimo parte di un libro. Penso di essere diventato scrittore quando, a sei anni, davanti ai cartoni animati, ero estasiato dall'idea di poter plasmare un intero universo usando solo la mia fantasia e allora iniziai subito a scrivere abbozzi di libri scopiazzati da altre opere già esistenti, finché alla veneranda età di diciassette anni ho concluso il mio primo vero libro: Dark River.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Nonostante la mia giovane età, gli impegni scolastici mi tengono tanto tempo seduto su di una sedia a studiare e questo rende difficile trovare il tempo per scrivere. Cerco di scrivere tutti i giorni, spesso di sera e non è mai facile farlo, è un sacrificio iniziare ma quando lo fai vieni magicamente introdotto nei meandri della tua stessa fantasia rendendone difficoltosa l'uscita.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Io amo apprezzare tutti gli autori da diversi punti di vista ed ognuno è carente su alcuni aspetti ed eccelle su altri e questo rende impossibile fare una scelta oggettiva anche perché il mondo della lettura e della scrittura è molto soggettivo. Fra i miei autori contemporanei preferiti ci sono Dan Brown, Ken Folett e Cormac McCarthy ma, mi rincresce dirlo, preferisco le opere più datate forse perché sono caratterizzate da meno commerciabilità e più verità.



4. Perché è nata la sua opera?

Sentivo e sento ancora l'esigenza di narrare storie che possano far evadere il lettore da questo mondo e possano donargli anche una morale. Io rientro nella categoria degli scrittori che non vedono il loro ruolo come da buffone di corte volto a soddisfare la platea ma piuttosto come una sorta di eretico che funge da campanello d'allarme quando le situazioni eticamente sbagliate vengono sotterrate.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Il paese di Dark River è ispirato ad un paese nel quale sono vissuto i primissimi anni della mia vita. Ero sempre nel bosco che circondava il paese a giocare e la fantasia in quei luoghi è come se si accrescesse, gli alberi e l'orizzonte incerto fra rocce e sterpaglie generano un alone di mistero nel quale un bambino immagina di tutto. Tante altri fattori dell'opera sono inspirati alla mia vita personale.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Usare la scrittura solo per evadere dalla realtà penso sia un modo riduttivo ed egoistico di usare questo strumento divino, la scrittura deve essere un'evasione ma volta a raccontare la realtà sotto diversi aspetti da cui poter trarre una morale.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

C'è molto della mia vita e di quello che ho vissuto, in un certo senso Dark River è l'esasperazione del mio naturale corso di vita. In questo libro ho racchiuso una lotta che è in tutto il mondo, quella del fanatismo radicato nell'idolatria che vuole soffocare la verità detenuta da gente normale che segue l'indole buona che è in loro.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Nella dedica del libro c'è scritto "Per Francesca", è la mia ragazza che mi ha spronato ad andare a avanti e ha creduto in me. Mentre scrivevo il libro mandavo le pagine a lei che le recensiva e mi aiutava a capire dove toppavo e ogni qual volta mi scoraggiavo lei era pronta a darmi una motivazione per non mollare. Sono certo che se non fosse stato per lei non avrei mai concluso questo libro.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Come ho scritto nella precedente domanda è stata Francesca a leggere le bozze originali delle pagine man mano che le producevo. Dopo di lei c'è stata la mia professoressa di italiano che ha creduto in me e ha corretto buona parte degli errori ortografici presenti nel libro, a lei va un ringraziamento speciale per il sacrificio che ha compiuto per me correggendo quelle pagine nonostante il suo lavoro da fare e per la motivazione che mi ha dato.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Ho letto e-book per un intero anno della mia vita, ma le parole stampate su carta mi mancavano e sono ritornato al cartaceo. I libri cartacei hanno una bellezza naturale tutta loro è come possedere un contenitore di carta pieno di storie e mondi fantastici e quel fascino difficilmente potrà essere sostituito da uno schermo.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Ho sperimentato anche questa nuova frontiera ma per pochissimo tempo, è utile se non si ha il tempo per leggere ma penso vada a minare il legame intimo che c'è fra un lettore e il suo libro, quel momento fatto solo di parole trasformate in immagini nei propri pensieri.

  

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Martedì, 27 Giugno 2017 | di @BookSprint Edizioni

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