1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Parlare di me è come parlare del nulla. Io sono nulla, nulla rispetto l'infinito, rispetto la quantità di persone che transitano su questo pianeta, nulla rispetto le enormi intelligenze che mi circondano, nulla rispetto al sole, al mare, alla natura, al paesaggio, alle città. Sono poi uno, non due, non dieci ma uno, unico, inimitabile, un pezzo non raro ma impossibile da copiare se non facendo uno scherzo, uno come è uno il Dio, uno come è uno il pensiero unico che si sviluppa dentro di me, uno come è unico l'assemblaggio di emozioni, stati d'animo, sensazioni, vibrazioni che mi avvolgono e produco ogni giorno anche per gli altri che mi circondano. Sono però anche centomila come sono centomila le voglie che mi trafiggono l'anima, sono centomila come le variazioni di umore che mi cambiano i giorni, centomila come le centomila facce della medaglia che rappresento. La mia vita è banale e non vale la pena di raccontarla anche perché è passata.