1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata il 21/04/1962 a Nichelino (TO) dove ho frequentato le scuole, mi sono poi trasferita per un breve periodo a Piobesi Tse e con mio marito ho gestito un'attività commerciale per 10 anni a Carignano (TO). Ora vivo a Barge in provincia di Cuneo, un paesino carino vicino alle montagne.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Quando scrivo riesco ad esprimere me stesso e provo un grande senso di libertà! Quando scrivo non penso a niente, piuttosto ascolto! Se pensi scrivi con la testa, se invece ascolti scrivi con il cuore e chi legge lo percepisce. Chi ha letto il mio libro mi ha dato come feedback proprio questo, si è sentito toccare il cuore. L'obiettivo era questo: scuotere in qualche modo le coscienze delle persone! Cosa che ritengo bellissima lo rileggono più volte, questo significa che oltre le parole il libro sprigiona anche tanta energia positiva!
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Come si può evincere dal titolo del mio saggio, sono nato a Francavilla Sicilia (Me).Sono entrato in giovane età alla Sicilcassa di Palermo presso cui ho lavorato per tanti anni, dieci dei quali trascorsi come direttore in diverse agenzie della Sicilia. Sono sposato da oltre trenta anni con Franca e abbiamo una splendida figlia di nome Liana. Quando mi sono ritirato dal lavoro, ho potuto finalmente dedicarmi alla mia grande passione per i libri, specialmente quelli di storia. La decisione di fare lo scrittore non è stata mia, ma credo che da "lassù" qualcuno a cui ho voluto bene mi abbia ispirato. Ed io ci ho provato!
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è come respirare, come lasciar spazio alla libertà di essere. È come imprimere, attraverso la fantasiosa creatività, l'innocente verità di noi stessi, delle persone e delle cose che ci circondano. Le emozioni che scaturiscono dai momenti di totale affidamento alla scrittura, si esprimono, anche se non integralmente, attraverso un appagamento interiore che si manifesta esternamente come accettazione ed equilibrio di un mondo che si vorrebbe veder ruotare attorno ai pensieri e alle azioni che contano. Scrivere comporta sempre la capacità e il desiderio di distendere ogni conflitto che mi si presenta dentro: per affrontare, comprendere, svelare e, finalmente raggiungere la mia “quiete dopo la tempesta”.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere, in generale, per me significa innanzitutto fare una sorta di autoterapia in quanto mi fa stare bene e, questo, è molto importante. Che poi allo scrivere per me stesso si possa aggiungere in qualche modo anche lo scrivere per gli altri, per agire con la parola nel mondo, è non affatto cosa secondaria ma segna di fatto un secondo livello di necessità. Quando mi cimento nella scrittura faccio i conti con me stesso, mi muovo nel labirinto della mia anima alla ricerca di una "verità-per-me".
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato e vissuto nel Salento, eccetto la parentesi universitaria a Bologna. Non essendo mai stato nella polvere né sull’altare, temo che il mio percorso esistenziale non solletichi nessuno. Sono intollerante ma discretamente allenato alla pazienza, riflessivo e lento a muovermi, cambio raramente opinione (il che, si sa, è tipico degli imbecilli, ma voglio illudermi di essere l’eccezione), detesto ciò che è artificiale, mi sforzo di mettere un freno alle emozioni negative: la paura, la noia, la vergogna, la gelosia, il disgusto. Il risultato non è sempre lusinghiero. Il capriccio di scrivere qualcosa l’ho perseguito in brevissimi spazi di tempo distribuiti in due o tre lustri.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Mi è sempre piaciuto scrivere fin da ragazzina. Mi piace mettere su carta le mie emozioni perché' ho la sensazione di renderle più vere ed importanti. Scrivere mi piace e quando ho un'idea in testa sono capace di scrivere per ore senza accorgermi del tempo che passa. Devo riportare tutto quanto su carta per poi rileggerlo quando ho finito ma non prima. Non rileggo mai prima di aver finito di scrivere quello che ho in mente. È un senso di appagamento e soddisfazione che è difficile spiegare con le parole. Io spesso mi dico "Ecco ho fatto...tutto quello che volevo dire l'ho detto. Tutte le mie emozioni sono in queste righe" .
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Livorno, città con un passato e una storia dell'urbanistica molto particolari che pochi conoscono. Sono vissuto per diversi anni anche in altre città d'Italia tra le quali La Spezia, Napoli, Pisa, per periodi più o meno lunghi in altri Paesi (Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti) e per brevi periodi in paesi dell'Africa. Ho viaggiato molto per un forte interesse verso culture e modi di vivere diversi dai nostri e per motivi di lavoro come ricercatore del CNR e consulente di ricerca in campo ambientale. Per un breve periodo, nel 2012, ho anche insegnato in un'università cinese: esperienza molto particolare e interessante. Ho sempre sentito la necessità di mettere per scritto le sensazioni che provavo e le considerazioni che facevo durante le mie esperienze di vita e di lavoro, e in una fase particolare della mia vita ho cominciato a scrivere il primo romanzo.
Mi fa molto piacere ringraziare veramente tutti voi che mi avete seguito, affiancato e apprezzato e data la possibilità di portare a termine questo mio modesto lavoro e cioè la pubblicazione e la presentazione del libro: “ I sogni dell’universo..e poi..! parte seconda “ che ho amato e amo moltissimo per quanto di mio abbia potuto esprimervi. Grazie, mi avete dato tutta e tanta energia umana di cui ogni essere umano dovrebbe sempre godere nella vita.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura è un'operazione importante ed indispensabile per fissare pensieri, emozioni, ricordi che, nell'immediatezza del vissuto di ciascuno di noi, tendono a svanire e quindi risulterebbero irrimediabilmente perduti.