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BookSprint Edizioni Blog

10 Apr
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Intervista all'autore - Carlo Aldo Nava

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Penso che chiunque scriva abbia le proprie motivazioni. Nel mio caso scrivere significa, nel modo più semplice, raccontare storie. Belle o brutte, interessanti o meno, non importa; trovo piacevole scrivere, ordinare i pensieri, inventare racconti, creare personaggi. E alla fine, la soddisfazione più grande è quella di riuscire a farlo. Infine cerco di capire, in coloro che mi leggono, soprattutto gli amici, se sono riuscito nell'intento, ovvero quello di regalare qualche ora piacevole attraverso la lettura di una storia interessante. Spero di riuscirci anche con chi vorrà leggere i miei libri.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Nulla. E' un romanzo poliziesco ambientato nel nostro tempo. Certo, i personaggi agiscono, pensano, hanno esperienze e emozioni. Tutte queste cose appartengono alla realtà della mia immaginazione. Tutti noi abbiamo una vita reale e una vita che appartiene al nostro mondo interiore, fatto di speranze, progetti, illusioni e, perché no, pura immaginazione. Forse è questo mondo interiore che, attraverso l'esercizio di scrivere storie, emerge e si manifesta nelle pieghe di un libro.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Rischio di ripetermi. Però voglio sottolineare come, pur essendo un romanzo poliziesco, ho voluto sottolineare alcuni temi che mi sembrano di attualità. Temi che riguardano il rapporto tra la politica e la società, la disabilità e altri. Nel testo sono solo accennati, ma penso che possano rendere la storia più verosimile; i personaggi sono meno artefatti perché agiscono in un mondo dove i problemi sono quelli della nostra quotidianità.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Il titolo del testo è stata forse la scelta più semplice. "Delitto alla Camera dei deputati", è un titolo che parla da solo.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Non posso far altro che scegliere il libro letto dal protagonista del mio romanzo: 'Robinson Crusoe' di Daniel Defoe. La ragione è banale: è la storia di un uomo che, finito su un'isola deserta, cerca nell'isola e dentro di sé le risorse per sopravvivere alla propria solitudine.



6. E-book o cartaceo?

Vorrei spezzare una lancia contro questa contrapposizione e lo farò con una analogia. La rappresentazione delle storie e delle idee avviene in molte forme. Pensate al teatro, che ha una storia millenaria, poi sono giunti il cinema, la televisione e chissà cos'altro ancora arriverà. Il cinema ha forse sostituito il teatro? La televisione ha forse sostituito il teatro e il cinema? Il bello dell'espressione culturale è che non conta solo il contenuto, ma anche il vettore con cui lo si trasmette. Ciò che è tecnologicamente nuovo ampia l'offerta culturale, ma non potrà mai sostituire completamente quelle forme che meglio sanno trasmettere le emozioni e i contenuti di un'opera. Libro cartaceo e E-book sopravviveranno insieme.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Quando sono andato in pensione. La voglia di scrivere storie è sempre stata dentro di me, ma con la fine dell'attività lavorativa ho trovato il tempo di concretizzarla.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Più che un'idea è stata un'intuizione. Mi sono chiesto cosa sarebbe successo se un delitto, invece che in un luogo qualsiasi, fosse stato scoperto in un posto come la Camera dei deputati. Intorno a questa intuizione ho costruito la storia.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Scrivere è comunque faticoso. Alla fine si cerca di condividere questa fatica con gli altri; capire se ne è valsa la pena. Un libro è la forma più alta di condivisione, spero che i lettori possano apprezzare il romanzo e quindi dare un senso al lavoro che ho fatto.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mia moglie.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Penso che sia una nuova forma per trasmettere cultura e, questo, non può che essere un bene. In fondo la cultura, prima che su supporti materiali, è stata trasmessa, per migliaia di anni, attraverso il racconto orale. Gli uomini sono stati i primi 'audiolibri' della storia. E come dimenticare i nostri nonni, veri e propri 'audiolibri' di favole? Il futuro potrà portare tutte le novità che vuole, ma la voce di chi ci vuol bene rende una storia indimenticabile.

 

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Lunedì, 11 Maggio 2015 | di @BookSprint Edizioni

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