1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Torino da genitori siciliani. Sono laureato in economia, ma ho sempre avuto la passione per la politica e la storia, anche se di professione ho fatto il dirigente aziendale. Ho scritto altri libri, ma quest'ultimo per me è molto importante perché rappresenta un vero e proprio testamento spirituale.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il mattino, in particolare.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Bizzarri Luca, ho quarantuno anni e vengo da Correggio in provincia di Reggio Emilia. Sicuramente una persona come tante, con la fortuna di avere una famiglia splendida che mi ha sempre supportato in qualunque decisione. Sono titolare insieme ad altri soci di un Centro Carni, che mi impegna veramente tantissimo a livello di tempo ed energie, ma questo non mi ha impedito comunque di coltivare un sacco di passioni a cui tengo molto. La prima, sono le arti marziali che pratico da molti anni e per un decennio anche a livello agonistico. La seconda è senza dubbio il viaggiare, in qualunque momento arrivasse la possibilità di farlo, mi sono sempre fatto trovare pronto, perché penso che ogni viaggio, anche il più breve, lasci sicuramente qualcosa in più dentro. Adoro stare con gli amici più cari e andare al cinema. Da qualche anno, anche se non tanto quanto vorrei, faccio parte di un gruppo di rievocatori storici che mi dà la possibilità di combattere in vere e proprie battaglie o duelli in armatura. Leggere e leggere di tutto, è una passione maturata ed aumentata sensibilmente nel corso degli anni, mentre lo scrivere, è quel sogno nel cassetto, rimasto lì nel tempo, in attesa del momento e degli stimoli giusti per farsi riscoprire.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Nata a Gonnosfanadiga, dove ho abitato fino all'età di dieci anni, poi per esigenze di lavoro di mio padre, ci siamo trasferiti a Cagliari, dove ho vissuto fino alla età di 33 anni. Rientrata dall'esperienza Missionaria in Africa, non ritrovando più lavoro in Sardegna, ho fatto domanda di lavoro in varie parti d'Italia, poi ho trovato lavoro a Roma, dove tutt'ora risiedo.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Libri naturalistici, per conoscere le bellezze della natura, l'importanza della natura, nel rispettarla amarla e goderla, con tutte le sue meraviglie. Consiglierei anche "Il gabbiano Gionatan" (similare), perché esprime valori e tesori di libertà, di gioventù, nel cuore, con positivismo e solidarietà, solarità.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Beh, in quarta di copertina c'è un sunto stringato ma preciso della mia vita e il libro stesso parla di un pezzo, forse il più pregnante, di essa. Non escludo tuttavia di passare a descrivere l'altra parte, quella più ampia, iniziata nel 1965 quando da bambino, al seguito dei miei genitori, sono emigrato in Marocco ove ho trascorso infanzia e adolescenza e mi sono fatto giovanotto per poi rientrare in Italia proprio per fare il soldato. La parte che mi vede in armi è già nota con questo libro, ma ad essa è succeduta quella del passaggio agli OO.II.SS. che mi hanno spedito a pascolare nei paesi del mondo arabo islamico dove, "in terram infidelium" ho provvidenzialmente incontrato alcuni, chiamiamoli così "maestri spirituali", in realtà preti in carne e tonaca che con il coraggio del miglior soldato, testimoniavano e continuano a testimoniare il Nazareno e che sono riusciti a recuperarmi a Lui, a Gesù, io che guardavo al Vangelo con sufficienza perché ero infatuato dal Bahagavad Gita. Un altro incontro (casuale?) ha marcato la parte ormai vissuta (mi si passi il gioco di parole) della mia vita... l'incontro con una donna, musulmana, che diventerà la mia compagna e con la quale, eros a parte, ho assunto che spiritualmente ci divide tutto ... eppure continuiamo da 7 anni a star bene assieme... paradigma di come si può realizzare un dialogo interreligioso: sancire con franchezza le profonde diversità e non rinunciarvi, ossia evitare di depauperare una fede a favore dell'altra per ricercare un sincretismo a tutti i costi.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Catania e sono figlia di una pediatra di libera scelta, Giuseppina Spataro, mia madre, a cui ho dedicato il libro e tutti i miei successi professionali, e di un impiegato di banca, mio padre, ma di lui preferisco non proferire parola. Sin da bambina ho nutrito una grande passione per la lettura e la letteratura. La mia preparazione la devo soprattutto al mio professore di italiano delle scuole medie, Angelo Emanuele Intorre, che mi ha impartito un'ottima preparazione linguistica e trasmesso profondi contenuti etici e morali. A sedici anni leggevo Dostoevskij e frequentando il liceo linguistico, l'istituto Sant'Orsola di Catania, ho maturato una visione della letteratura più ampia, confrontando gli stili letterari europei. Ad oggi scrivo principalmente articoli di carattere medico scientifico, su siti di divulgazione medica mondiale, quali PubMed. Tuttavia necessitavo di divagare dal matematico mondo della scienza e per tale motivo, nel tempo libero, mi sono dilettata, e tutt'ora lo faccio, a scrivere romanzi.
Un thriller ispirato a fatti di cronaca realmente accaduti, ricco di suspense e colpi di scena. Così si può definire il libro di Ottavio Renzo Menichelli, “Il commissario Stasi”. Il libro che ha come protagonista, per l’appunto il brillante e arguto commissario Max Stasi, è pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizione ed è quindi fruibile sia nella classica veste del libro cartaceo che in quello e-book.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata e cresciuta in un piccolo paese in Calabria chiamato Lamezia Terme.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Dipende dai gusti personali di ogni ragazzo. Se al ragazzo piace il genere fantasy, personalmente gli consiglierei la saga di “Divergent” una delle più belle che abbia mai letto. Invece per quanto riguarda le storie d'amore, consiglierei “Colpa delle stelle”.
1. Come e quando ha deciso di diventare fumettista? Come è nata l'idea legata alla realizzazione di questo fumetto?
Già da bambino ho avuto la passione e la vocazione per il disegno. Un giorno vedendo un programma di Maurizio Costanzo, che intervistava un giovane fumettista, è partita la voglia di fare fumetti. Così cominciai a creare delle storie e disegnarle. Nel corso degli anni si é rafforzata la voglia di diventare fumettista di professione e di pubblicare qualcosa, infatti andai in una casa editrice a Francoforte con il mio fumetto inedito. L'editore, fu colpito dal mio lavoro e mi propose di creare una nuova storia con un personaggio italiano e così nacque L'idea di “Ciro Conti” che fu pubblicato ad episodi su una rivista. Dopo qualche tempo, la casa editrice chiuse e quindi fu interrotta la pubblicazione del fumetto. La delusione fu forte ma non mollai e decisi di creare una nuova storia riproponendo lo stesso personaggio.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un uomo sostanzialmente amante della tranquillità desideroso di stare in pace con le persone che mi circondano, anche se la vita spesso mi ha riservato di scontrarmi con l'ipocrisia di alcune di loro. Vivo e lavoro a Chieti ma sono di origini salentine, per l'esattezza sono cresciuto sin dall'età di appena un anno a Santa Maria di Leuca, ultimo lembo di terra ad est dell'Italia. Il mare, sin da subito, è stato il mondo che mi ha attratto come un magnete e dal mare ho tratto tutto ciò che potevo trarre, i suoi profumi, la sua dolcezza ed al tempo stesso la sua esuberanza più volte affrontata in navigazione. È stato anche la mia musa ispiratrice ed ancora oggi mi consente di scrivere, chiuso nella mia barca. Secondo me diventare scrittore non è stata una scelta, ho iniziato a scrivere trent'anni fa alcune novelle che passavo ad un amico giornalista che pubblicava su alcuni settimanali femminili consentendomi modesti compensi. Le storie nascevano per strada, dietro il tavolino di un bar. E fu proprio lì che nacque la prima; un uomo ed una donna discutevano sorseggiando un caffè, poi si alzarono e andarono via prendendo direzioni diverse e mentre andavano via ogni tanto si voltavano e si guardavano consapevoli, forse, che quella era l'ultima volta che si sarebbero guardati in faccia. Ed è così che nascono ancora le mie storie, le mie poesie, proprio dalla naturalezza della vita.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ciao! Mi chiamo Andrea Malorni. Sono un ragazzo di 15 anni, vivo in una piccola città di nome Vignate, in provincia di Milano, in Lombardia. La mia vita è stata molto sofferente, per tutto l'arco delle scuole medie per via degli ignari indecenti, dei miei ex compagni che avevo da sopportare. Sono una persona molto sensibile, mi ritengo intelligente, vivace e molto emotiva. Mi dispiace essere giudicato negativamente per quello che non dimostro di essere. In questo ultimo anno è tutto cambiato, tutti mi rispettano e l'essere più grande e maturo mi ha attribuito un ribaltamento totale. Mi sento molto bene quest'anno alle superiori e sono fiero di esserne libero senza esserne traumatizzato e minacciato da nessuno! Sono molto emotivo e un grandissimo sognatore, penso in grandissimo nei sogni...