1. Parliamo un po’ di lei, dov’è nato e cresciuto?
Sono nato a Lecce nel luglio 1940, da padre umbro e madre calabrese. Di Lecce però non mi resta nulla. Mio padre, Maresciallo, poi Tenente di Guardia di Finanza, aveva continui trasferimenti. Era appena esplosa la guerra, e sei mesi dopo la mia nascita la famiglia dovette spostarsi da Lecce a Francavilla Fontana, in provincia di Taranto. Tra i primi ricordi: bombardamenti notturni sulla vicina ferrovia, l’ululato degli allarmi e delle sirene, raffiche di mitraglia della contraerea, l’incrociarsi sul nerissimo cielo notturno dei fasci di luce, gente ululante che si precipitava nei sottoscala, dove peraltro si rischiava di crepare schiacciati come topi. Molta campagna (ricordo, anche con la puntura di un’ape), cani, galline, uova, bestiame, latte, enormi panorami di piante del tabacco e l’uva da vino e l’ulivo e mandorli – i tesori della Puglia. All’imbrunire, lunghe passeggiate con mio padre in campagna. Il cielo non era affumicato com’è oggi e le stelle risaltavano in modo spettacolare. Alle mie domande di cosa fossero quelle luci, mio padre spiegava che erano soli lontanissimi, con forse anche pianeti lontanissimi e forse abitati da creature di chissà quali forme. Io ascoltavo ipnotizzato immaginando viaggi impossibili.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Vivere. In pratica il mio amore per la scrittura, comincia a l'età di otto anni. Dopo che da tre anni recitavo quelle degli altri, ho cominciato a partecipare ai concorsi di recitazione, presentando le mie poesie. A soli dieci anni le pubblicavo già nei giornali e nelle antologie, vincendo anche tante premiazioni. Emozioni ?Sono tante. Sono molto emotiva e per me scrivere poesie è come uno sfogo. Molto spesso una canzone, un film, una persona che incontro per la strada, sono le mie forze trainanti per creare, per dare vita alle mie emozioni.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Quando scrivo, la mia mente esce dal mio corpo. Tutta la mia esistenza svanisce e ogni voce o viso scompare. Io divento le parole, i luoghi e i personaggi. Posso essere libera di essere me stessa senza imbarazzarmi. Scrivere è la mia scappatoia dal mondo e dalle sue preoccupazioni. Il mio cuore rallenta, si calma e non ho più paura.
La mete con la sua parte conscia e inconscia gioca un ruolo fondamentale nella vita di ogni uomo determinando così i successi o gli insuccessi degli studenti, degli atleti, agli imprenditori o più semplicemente delle casalinghe. Marco Marchese e Gennaro Russo mental coach e formatori di PNL, (programmazione neuro linguistica), mettono in luce questo aspetto nel manuale “AllenaMENTE da Campioni” pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni, disponibile sia nella classica veste della brossura cartacea, che nella moderna versione dell’e-book.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto a Torino una città meravigliosa. Arrivo da una famiglia con la quale ho un legame molto forte; ritengo che tutti loro dal mio nipotino (ultima new entry) alla mia splendida nonna, siano il fulcro della mia vita. Mia moglie, i miei genitori, mia sorella, sono una fortissima motivazione per me nella vita.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
È una domanda che mi viene servita su un piatto d'argento. Senza alcun dubbio il mio libro "Allenamente da Campione", perché per l'adolescente può essere molto utile sapere come funziona la nostra mente ed allo stesso tempo mettere in atto ciò che legge; ad esempio nel libro c’è un esempio su come gestire l'ansia prima di un’interrogazione.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non credo si decida di diventare scrittori, probabilmente le cose avvengono quando meno te lo aspetti, o probabilmente, arrivi al momento in cui prendi nota delle cose che ami fare e investi in esse. Diventi consapevole. Fin da ragazzina avevo dei diari, dove annotavo semplicemente ciò che accadeva. Sempre in tenera età amavo scrivere storie inventate, farne delle illustrazioni e fantasticare ad occhi aperti. Crescendo la scrittura non mi ha mai abbandonato, per un breve periodo ho scritto testi che arrangiavo con la musica, poi sono arrivate le parole senza suono. La poesia è quella sintesi, quella riflessione che ti concedi, e concedi agli altri. Non molto distante dalla musica, dall'arte… ti prende, e smuove le corde dell'animo.
Il percorso professionale e umano della dottoressa Pinuccia Montanari si delinea con chiarezza e nitidezza in quello che è molto più di un saggio autobiografico, ma uno spaccato di storia bibliotecaria con interessanti spunti per il futuro. “Una vita in biblioteca” è il suo nuovo libro, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni e fruibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Scrivere aiuta a conservare la memoria di ciò che abbiamo vissuto. Non sono una scrittrice. Scrivere significa fare un lungo e complesso lavoro sul linguaggio. Io ricordo e rifletto attraverso le parole.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivo la sera, perché' è l'unico momento in cui sono tranquilla.
La poesia intesa come un viaggio catartico che permette di esprimersi liberamente, senza filtri è la protagonista indiscussa di “Essenze psichedeliche”, la raccolta poetica di Francesco Perrucci pubblicata dalla casa editrice BookSprint Edizioni e fruibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un giovane lavoratore autonomo, vivo a Manduria dove sono nato e cresciuto. Non ho scelto di diventare scrittore, ma bensì è stata la scrittura a scegliere me come mezzo per dare possibilità a tutti di emozionarsi in modo semplice e concreto, tramite la mia mano.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un momento prestabilito nel quale scrivo, quando ho l'ispirazione e sento l'esigenza butto giù le mie poesie difatti porto con me sempre carta e penna.