Pierluigi Candelori scrive un romanzo che ha il gusto dell’autobiografia. Non si può escludere infatti che “La vita dentro un arcobaleno” possieda tracce di esperienza vissuta in prima persona dall’autore del testo. In questo romanzo di raccontano le avventure di Giuseppe, un giovane italiano, partito alla ricerca di un avvenire in quello sconfinato continente che è l’Africa. Pubblicato dai tipi della BookSprint Edizioni, questo romanzo si rivolge una fetta molto ampia di pubblico di lettori.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nasco 44 anni fa da padre artigiano e madre insegnante. Ho vissuto gran parte della fanciullezza con i nonni materni a S.Margherita, un piccolo borgo della provincia di Teramo. Ho frequentato in loco la scuola elementare. Già in terza classe la maestra aveva notato in me uno spiccato senso di immaginazione tanto da spingermi ad inventare storie di pura fantasia. Nei miei scritti utilizzavo spesso il gatto Felix come protagonista. Amavo i fumetti. Gli insegnanti che ho avuto in tutto il percorso scolastico dalle medie fino al liceo hanno sempre apprezzato le mie doti da scrittore. Un tema che ricordo particolarmente aveva come titolo “WIl mio angolo di mondo”. Frequentavo il V° ginnasio. Nonostante ciò non mi sono mai ritenuto uno scrittore vero. Ho considerato la scrittura semplicemente una passione, un hobby. Nel 2008 ho pubblicato per la prima volta nella vita un opera dal titolo “L'Africa a pezzi”, una raccolta di eventi e storie derivanti dalla mia esperienza personale nel continente nero. Per circa 10 anni ho collaborato ad un progetto umanitario a favore dei bambini svantaggiati dell' Uganda.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata a Ceccano, un paese della Ciociaria, dove, cresciuta a Roma, sono poi tornata per esercitare la professione di ostetrica. Oggi, in pensione, mi dedico, tra l’altro, alla naturopatia, alla kinesiologia e alle terapie cranio-sacrali.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Davvero difficile scegliere… Personalmente consiglierei di leggere “Costruire l’uomo”, di Michel Quoist (SEI), un’opera degli anni 1997-1998 ma sempre attuale. Secondo l’autore l’uomo esiste in quanto essere in relazione con l’interno di se stesso, con la sorgente della vita, ovvero nella propria dimensione interiore. Un’altra opera interessante è “Adamo, dove sei?”, di Enzo Bianchi (Qiqajon, 2007), nella quale si approfondiscono vari temi, tra cui il male, la sessualità, l’ecologia, il lavoro, il rapporto con gli altri, fornendo ai ragazzi notevoli spunti per una formazione ed una maturazione di tipo spirituale e sociale.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è un moto dell’animo, è un far uscire ciò che vive dentro il proprio io. Si potrebbe persino dire che scrivere è quasi un dare ordine a ciò che poteva altrimenti rimanere confuso e non ben definito; e, parimenti, è un proiettare e far conoscere agli altri i moti dell’animo inespressi. Per conseguenza scrivere significa così ritrovarsi in sintonia con tutte le creature e con tutto il creato; è un riconoscersi nell'altro, in quello che sta accanto come in quello che è, o appare, più distante; è, in definitiva, un essere partecipe dei sentimenti, delle emozioni, del modo di pensare, del modo di essere di ogni creatura; ed anche se non tutto si condivide dell’altro, - poiché in tutti i moti dell’animo sono molteplici, variegati e mutevoli del continuo – “tutto” si comprende in moto empatico.
In una realtà in cui tutto è di corsa, tutto è accelerato e anche le sensazioni sono fugaci e passeggere Erio Gusmeroli con la sua raccolta di poesie “Folate e nuvole” ha voluto afferrare gli attimi, imprimendoli su carta. Il suo libro, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni è disponibile sia nella classica veste del libro cartaceo che nella moderna veste del libro elettronico.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È una necessità cui non posso rinunciare in quanto mi consente di esternare sensazioni ed emozioni che provo e pensieri che sono dentro di me. L'emozione mi coinvolge e mi aiuta a trasmettere ciò che provo e penso della vita, dei sogni che l'accompagnano e l'impossibilità di una vita senza amore.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene?
Fin da piccolo avevo la passione di auto e moto esclusivamente Bmw a queste si è aggiunta la passione per il Boxer strano caso la vita tutte cose Bavaresi, sarà stato un caso? Vengo da un piccolissimo paese della Ciociaria, Santopadre 2000 anime, paese di collina a 800 metri l.m. Ho sempre amato e praticato sport estremi, paracadutismo, volo libero, e immersioni, lunghissimi viaggi in moto hanno sempre accompagnato i miei percorsi. Tutte passioni che hanno sempre condizionato la mia vita, Boxer compreso. Tutto questo fatto sempre con la massima professionalità e studio diversamente non sarebbe stato possibile.
1. Che cos’è per lei scrivere, quali emozioni prova?
Mi è sempre piaciuto scrivere, fin da adolescente amavo farlo. Anche la lettura è stata e continua ad essere una delle mie più grandi passioni. Sono più che convinta che per essere convincente come autrice si deve essere prima un'appassionata lettrice. Scrivere, per me, è sempre stato un modo per parlare a me stessa e agli altri; a capirmi e a far capire ciò che ero e ciò in cui ho sempre creduto. Forse è stato anche un modo di evadere da una realtà che a volte mi deprimeva.
Racconti brevi, che hanno al centro l’uomo e i suoi comportamenti “normali”; storie che parlano delle debolezze umane, del denaro, del sesso, delle devianze, delle fantasie e l’uso esagerato e spesso sconsiderato della tecnologia. “Storie da giorni nomarli” è il libro d’esordio dell’autore partenopeo Antonello Petrella pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni e fruibile sia nella classica veste del libro cartaceo, che nella moderna versione dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Non amo molto parlare di me. Sono nato e vivo a Napoli e passo il mio tempo dedicandomi alla musica, alla scrittura e alla filosofia, senza, però, mai dimenticarmi di vivere, conoscere gente, osservarla ai bar o per strada, altrimenti le tre cose, di cui mi occupo, non avrebbero alcun senso... Confesso che non mi sono mai alzato una mattina dicendo: "Voglio fare lo scrittore!", scrivo per necessità, non è né un hobby né mi rilassa, scrivo perché non potrei non farlo e questo è tutt'altro che rilassante! Questo fa di me uno scrittore? MAH!
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Solitamente scrivo la notte...ma spesso giro con un taccuino su cui prendo appunti durante il giorno.