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11 Gen
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Intervista all'autore - Mario Cancro

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

È un' esigenza intima, impellente del cuore e della mente che ti fa realizzare pienamente. Ti permette di parlare degli altri e di te stesso, del tuo mondo interiore e della realtà che ti circonda, del passato e del presente e della speranza nel futuro. Puoi esprimere le tue osservazioni e giudizi su azioni e comportamenti umani con scienza e coscienza e con profonda buona fede, mettendoti in discussione. Si viene coinvolti spiritualmente e intellettivamente nell'esternare sentimenti, fantasia e immaginazione.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Ogni opera è come una tua creatura, nella quale cali gran parte di te stesso, la tua infanzia, la tua adolescenza, la tua maturità. Questo lavoro, pur essendo un saggio storico, che parla di politica, di economia, di arte e di religione e viene condotto con una metodologia interdisciplinare, spesso diventa personale e cede ai ricordi, alla nostalgia del passato, rievocato con fervida immaginazione e con la prospettiva di un mondo migliore.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

"Terre Lucane" è un tributo che io dovevo alla mia terra e alla comunità sociale e familiare che mi hanno accolto, cresciuto e formato. Vuole essere un testamento d'amore e di forte appartenenza alla propria gente. L'obbiettivo perseguito è quello di far conoscere le terre lucane e le loro popolazioni, tratteggiate nelle loro virtù, qualità, passioni emerse nelle vicissitudini storiche. Vengono descritte le bellezze naturali e paesaggistiche del territorio, ma anche il grande patrimonio storico-archeologico ed artistico, che deve essere tutelato e promosso. Esso, infatti, rappresenta le nostre radici storiche e ci fa ritrovare la nostra vera identità culturale.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Il titolo del saggio "Terre Lucane" è scaturito dal contenuto stesso dell'opera, che parla della civiltà dei Lucani e della storia di tutto un territorio compreso nella "Grande Lucania" storica. Il sottotitolo chiarifica ulteriormente il significato del titolo, perché vuole sottolineare che la trattazione è limitata ad una parte di queste terre, pur in quadro unitario ed organico della storia meridionale e nazionale.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Io possiedo una formazione classica e, pertanto, porterei con me opere di scrittori e poeti dell'antica Grecia, di Roma Antica e del grande Trecento italiano. Omero, Esiodo, Saffo, Tucidide, Dante ... sarebbero i miei compagni con i quali colloquiare e non accorgermi della solitudine del luogo. Dovendo scegliere, poi, tra gli autori più vicini a noi indicherei Italo Calvino, non per preferirlo a Pasolini, a Umberto Eco, a Primo Levi o ad Elsa Morante, ma per il suo equilibrio tra le varie poetiche e tendenze letterarie dell'età contemporanea. La sua scrittura, inoltre, cristallina e piana si avvicina molto allo stile classico. Le sue opere "Il Barone rampante" e "Il Visconte dimezzato" suggeriscono di trovare una giusta armonia tra realtà ed illusione, tra bene e male. L'intellettuale deve, perciò, comprendere il "caos del reale", per dare senso alla vita.



6. E-book o cartaceo?

La nostra età contemporanea va sempre più verso una fase super-tecnologica nella quale la comunicazione deve essere rapida ed avvenire in tempo reale. A questo fine si devono utilizzare strumenti e forme mediatiche che si allontanano sempre più dai modelli tradizionali di trasmissione del pensiero e degli avvenimenti. I templi della cultura, costituiti dalle grandi biblioteche internazionali e nazionali, da quella di Alessandria d'Egitto e di Pergamo, a quella Palatina, Marciana, Vaticana e Ambrosiana sembrano essere superati. I giovani, soprattutto, ricorrono sempre più ad internet per acculturarsi e a chat per comunicare. Anche il libro così si adegua e diviene e-book per una più larga fruizione. La mia generazione arranca ad adeguarsi e nostalgicamente sostiene ancora la funzione del libro cartaceo, come un possesso materiale e non virtuale, e ricorre ad esso per immergersi nella conoscenza.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Qualsiasi persona di cultura, o ispirata da doti naturali e creative, sente il bisogno di esternare il suo mondo interiore in forma organica, razionale ed articolata. Tale obbiettivo può essere raggiunto solo per mezzo della scrittura che, senza dubbio, è un portato di qualità e capacità personali, ma è anche un prodotto dell'assimilazione dei contenuti conoscitivi, raggiunti attraverso lo studio e la formazione culturale. Per quanto mi riguarda, ad una iniziale fase giovanile di espressione libera e spontanea, è succeduta una fase più matura e vigilata di comunicazione scritta.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Il libro ha avuto due impulsi iniziali: il primo è stato dato dalla necessità di approfondire con metodo la conoscenza della storia della mia terra, per tenere un corso storico in una Università della Terza Età; il secondo per redigere le motivazioni della richiesta da parte di un vasto movimento popolare di aggregazione di territori campani alla Regione Basilicata.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Quando si scrive, anche su un tema prestabilito, una folla di pensieri, di argomenti e di osservazioni, si impone alla tua mente ed esige di essere espressa per iscritto. Questa materia è, tuttavia, informe e calda ed ha bisogno, perciò, di essere strutturata, razionalizzata e sistemata in forma e stile adeguati, capaci di far recepire e fruire i contenuti dal lettore. Solo la percezione di ciò può confortare l'autore e trasmettergli una sensazione di gratificazione e di autostima.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Ho sempre partecipato le mie attività a mia moglie ed ai miei figli che hanno letto le prime bozze comunicandomi le loro positive impressioni. In particolare, il mio primogenito mi ha indicato alcuni temi necessari di essere trattati in maniera più larga come la Bonifica integrale. Ulteriori suggerimenti mi sono pervenuti sempre nell'ambito familiare.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Credo che l'audiolibro può essere un valido strumento per la diffusione del testo, soprattutto per permetterne l'accesso a persone con handicap visivi e/o motori. Nel caso specifico, purtroppo, si perderebbe la possibilità di fruire delle tante immagini e disegni che impreziosiscono il mio testo.

 

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