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30 Nov
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Intervista all'autore - Sandro Capra

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato a Villadoro, un piccolo paese della provincia di Enna, dove ho vissuto fino a 16 anni, poi come tanti meridionali ho lasciato la terra natia per cercare un futuro migliore, l'ho trovato nella provincia di Firenze così da 12 anni vivo nelle verdi colline di Carmignano (Prato).



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Visto le tante guerre in atto in varie parti del mondo, consiglieri: "I racconti di Sebastopoli" di Lev Tolstoj, oppure "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Erich Maria Ramarque.




3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Difronte al progresso non possiamo che adeguarci, ma è una grossa perdita la lettura del libro cartaceo, la sensazione del contatto e l'odore della carta si perdono per sempre, come si stanno perdendo le calde e umane chiacchierate nei bar o nei vai luoghi di incontri con gli amici, molti preferiscono le tanti e fredde amicizie nei social network.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

La poesia è istintiva, una emozione, una sensazione la fermi con pochi versi, poi la rileggi e l'aggiusti, quindi si può definirei un colpo di fulmine, ma la narrativa no. La narrativa è ricerca, ragionamento, oculatezza, la narrativa è un amore ponderato.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Sono cresciuto a pane e paternostro, mia madre ci ha insegnato a farci il segno della croce la mattina appena svegli, prima di mangiare e l'ave Maria e paternostro prima di dormire. A volte a casa mia venivano altre contadine e non solo, a recitare il rosario. Già da bambino ero curioso e cercavo di capire e facevo domande, ma né mia madre né altri mi hanno dato risposte convincenti. A 18 anni in una soffitta che stavo pulendo ho trovato dei libri, tra questi il vecchio testamento, l'ho letto con avidità cercando quelle risposte che non avevo avuto, anziché trovare risposte ho trovato nuove domande, così anche con i vangeli, solo domande, mai risposte. Da qui la voglia di approfondire la ricerca.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

La cosa che vorrei trasmettere ai miei lettori è quella di non avere dei preconcetti, ma di essere aperti a tutto quanto ci circonda, poiché certe verità non sono mai assolute, ma sempre relative.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

Questo libro è il quarto che scrivo, il primo l'ho scritto senza sapere di aver scritto un libro, ma solo dei ricordi da trasmettere a mio figlio. Per rendere più piacevole la lettura l'ho scritto in terza persona, evidenziando l'ambiente socio culturale dove avevo vissuto la mia infanzia; a lavoro finito l'ho fatto mettere a pulito da una dattilografa, la signora Fiorella, è stata lei a dirmi che avevo scritto un bellissimo romanzo, e che nei suoi 30 anni e più di trascrizioni di tesi di laurea e romanzi mai me aveva letto uno così descrittivo e interessante, mi ha consigliato di pubblicarlo, ha avuto ragione visto che è stato segnalato al “12° Premio letterario Campofranco (CL) 1990 " Villadoro in Sicilia" edito da L'autore libri Firenze.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

La prima stesura di questo libro risale negli anni 90 è rimasto nel cassetto per tantissimo tempo, perché altri personaggi mi avevano incuriosito e ho scritto la loro storia. Casualmente ho conosciuto una donna che aveva una figlia, nata da uno stupro; mi ha dato un tale emozione da scrivere 175 pagine. Le mie emozioni le ho trasmesse anche ai giudici del 21° Premio Firenze Edizione 2003 tanto da assegnarmi la segnalazione d'onore. Ho titolato il libro "Per caso" edito da Logisma editore perché per caso ho conosciuto quella donna e scritto il libro. Il terzo l'ho scritto dopo aver rivisto un amico pittore, di statura bassa quasi nano, che non vedevo da anni, era diventato un artista bravissimo e colto, ma era rimasto timido come lo era da ragazzo, questo mi ha dato l'input e ho inventato un personaggio, lui non può riconoscersi nei fatti narrati, se mai lo ha fatto solo nei sentimenti del mio pittore. "AMICO" edito da Arduino Sacco editore 2011. Come presidente di una associazione culturale (ass. Pro Arte La torre) che opere A Signa (FI) ho conosciuto una suora che amava dipingere e per tanto tempo l'autorità clericale non le hanno permesso di fare, ma lei lo faceva di nascosto, la notte disegnava paesaggi e copiava ritratti di autori famosi. Questo mi ha fatto ricordare che avevo nel cassetto dei personaggi, un prete in particolare che aspettava me, per raccontare la sua storia.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No mai, una volta ripreso in mano il manoscritto e riscritto al computer è stato un susseguirsi di leggere e scrivere.



10. Il suo autore del passato preferito?

Luigi Pirandello, per la sua cultura, l'ironia e la profonda conoscenza dell'animo umano.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Ogni mezzo è buono per diffondere la conoscenza, ma assecondare la pigrizia alla lettura non è cosa buona, già gli italiani leggiamo poco e ascoltiamo molto la TV, se togliamo anche il piacere della lettura cosa ci rimane?

 

 

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