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30 Nov
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Intervista all'autore - Fulvio Gagliardi

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Nato a Napoli, ivi rimasto sino a 23 anni. In Francia ad Istres per un anno, poi altri 23 anni trascorsi a Roma con continui spostamenti in giro per il mondo ed infine il resto dei miei anni in Friuli, tra Udine e Grado.



2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Sicuramente di storia, così che si renda conto di come vanno le cose per l'umanità e di scienza per orientare, se predisposto, le sue capacità in un'area sicuramente utile per la società.



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

È un peccato perché, almeno sino ad oggi e secondo me ancora per lungo tempo, il libro cartaceo si conserva nel tempo mentre l'e-book no. Il libro cartaceo si possiede, si tocca, si "ama", mentre tutto questo per l’e-book non è. L'e-book si può però stampare, ma così diviene cartaceo...



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Entrambe le cose, può essere un colpo di fulmine, ma nello scrivere bisogna ponderarla bene, oppure è qualcosa che cresce man mano dentro di te.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Semplicemente il fatto che per tutti gli eventi raccontati vi è sempre stato un velo di mistero e sebbene alcuni di essi apparissero più o meno chiari non vi è mai stata una posizione chiara né dei media, né degli apparati governativi. Questo per il libro "L'Italia di Gheddafi". Per l'ultimo invece, "Evoluzione dell'universo" la spinta mi è venuta dal fatto che i due grandi misteri (la materia oscura e l'energia oscura) sono ancora formalmente irrisolti e dal non concordare con quanto afferma Hawkins sull'evaporazione dei buchi neri.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Per entrambi i libri quello di cercare la verità, senza "fasciarsi la testa" con quanto viene propinato dai media e seguendo per quanto possibile le proprie idee e la propria capacità di ragionamento.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

No, da piccolo non pensavo di scrivere un libro, pensavo però di apportare valore aggiunto alla società lavorando in campo tecnico scientifico, come poi ho fatto. Non ne ho neanche preso coscienza pian piano, l'ho deciso all'approssimarsi della fine dell'età lavorativa non tanto per impiegare in qualche modo il mio tempo, quanto per continuare ad esercitare una funzione più o meno utile per gli altri, anche se poi mi sto rendendo conto che ai più forse non interessa.



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Non particolarmente.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

No, Mai!



10. Il suo autore del passato preferito?

Alessandro Manzoni.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Anche per questo, ed a maggior ragione di quel che penso del e-book, valgono le considerazioni in precedenza riportate. Potrebbe essere utile magari solo durante un viaggio in treno, ma non potrà mai sostituire gli altri due, perché non si può sfogliare, non si può saltare da un capitolo all'altro, tornare indietro, rileggere con più calma un passaggio non del tutto chiaro... Non sarà mai qualcosa di tuo che puoi gestire come ritieni più opportuno.  

 

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