Una raccolta di versi che parlano di vita vera, che richiamano sentimenti ed emozioni vissuti in prima persona dall’autrice, Manuela Pace. “Licenza poetica” è il titolo del suo libro pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni e disponibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Genova 38 anni fa, secondogenita in una famiglia nella normalità degli anni 80. Quando avevo 6 anni i miei genitori si sono separati e il nucleo famigliare si è ridotto a 3 per molto tempo, finché nell'età dell'adolescenza mia madre ha avuto un compagno e dopo qualche anno le due famiglie già esistenti ne hanno formato una unica. Ora siamo in 6 più compagni, fidanzati e mariti. In realtà la decisione di diventare scrittrice mi si è presentata nel momento in cui avevo tra le mani una mia opera che poteva definirsi finita. Fin da piccola pensavo sempre di iniziare a scrivere un romanzo, poi la vita mi ha fatto creare delle poesie.
Due avvincenti racconti che hanno come protagonista un commissario della omicidi alle prese con le intricate indagini di due uccisioni. Anna Pellizzaro Tempesta, è l’autrice del libro “Le indagini di Catturin” pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni, godibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è la via per dare forma e suono ai pensieri. I pensieri passano e si dimenticano perché vengono soppiantati da quelli che vengono dopo o sono legati ai problemi più immediati. Lo scrivere è come acchiappare i pensieri con l'acchiappafarfalle, è metterli in una bacheca per poterli rivedere. Magari un giorno scopriremo che abbiamo sbagliato a mettere la farfalla allo spillo… È un'emozione unica, che ha a che fare con il mistero della materia che ha coscienza di sé.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il mio libro è fatto soprattutto di osservazioni della vita reale. Le fonti possono essere tantissime: lo studio, un viaggio, la vita di tutti i giorni, il lavoro, persino la TV e il cinema o parlare con le persone. Sta all'individuo scegliersi la fonte da cui trarre le sue idee e magari anche le conclusioni.
Dopo il successo dei libri “Insegnare con passione” e “Inno alla vita… nonostante tutto!”, Antonia Dartizio torna a scrivere e questa volta lo fa parlando della sua terra e dalla sua amata città, Matera. Il suo nuovo libro, “Le @miche a Matera” (edito da BookSprint), attraverso il racconto di un incontro speciale tra amiche di vecchia data, fa rivivere ai lettori le bellezze, la cultura e le tradizioni della città che è stata designata Capitale Europea della Cultura 2019.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è provare e trasmettere emozioni. Scrivo, infatti, quando le mie emozioni sono tanto forti da non riuscire a contenerle. Chiaramente si tratta di emozioni autentiche, dettate da determinati argomenti, esperienze vissute che mi appassionano, che mi permettono di sentirmi viva. Le mie emozioni come la gioia, la serenità, si possono riassumere, quindi, nel benessere psico-fisico che provo scrivendo.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In ciò che ho scritto c’è molto della mia vita reale perché sono gli episodi, le persone che hanno segnato la mia vita, in senso positivo o negativo, che mi stimolano a scrivere. A poco a poco, quasi inconsciamente, si passa dal personale al generale, al punto da permettere ad ogni lettore una propria identificazione.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato in una tra le più belle isole del mondo il cui nome è conosciuto in tutti gli emisferi come Sicilia. Avevo circa due anni quando mio padre lasciò Castelbuono, mio paese natale posto ai piedi delle Madonie. Con 4 biglietti un treno da prendere, e in mano un paio di valigie di cartone piena di speranza, quella mattina attraversammo il mare. Mia madre i miei fratelli ed io non avevamo idea di quanto grande potesse essere il mondo, magari lo ignoriamo perfino adesso; ma comunque il treno quel giorno si fermò, ed eccoci adesso più toscani di un toscano, con l'amore per questa terra che generosa ci ha dato un tetto un piatto e soddisfazioni. Oggi vivo col cuore diviso a metà, tra le vecchie e le nuove generazioni, ma sicuro non tradirò mai questa terra, che adesso sento mia al 100% e che mi ha dato più di quanto potessi chiedere.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho lavorato in 4 ministeri della Pubblica amministrazione: Scuola, Ferrovia, Finanze, Tribunale di Cuneo. Vengo da un'antica famiglia delle Langhe, tra Piemonte e Liguria; terra di poeti e scrittori: Augusto Monti, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Umberto Eco... Ho cominciato a scrivere a diciott'anni negli Stati Uniti, nello stato del New Hampshire. Credo che non ci sia regione in Europa (isole escluse, Inghilterra inclusa) che non abbia visitato: da Gibilterra a York, dalla Bretagna a Costantinopoli.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non esiste un momento preciso: quando mi capita. Non si può dire che non ci sia giorno che non scrivo (a volte articoli per giornali locali, gratis).
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me significa liberare sensazioni, pensieri, dar corpo al desiderio di essere me stesso attraverso la parola scritta e soprattutto comunicare tutto questo ad altri utilizzando uno strumento che ne consenta il suo permanere nel tempo. Quando finalmente un'idea prende forma e si concretizza in uno scritto provo non solo soddisfazione ma anche un senso di liberazione a cui segue un profondo appagamento: è la sensazione di aver compito il proprio dovere, cioè trasmettere ad altri il messaggio che in quel momento desidero comunicare. Scrivere non è quindi solo un piacere ma anche un dovere nei confronti di chi è disposto ad ascoltare.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato sul tacco del nostro splendido stivale dove i mari si incontrano ed i venti si scontrano, Lecce la città Barocca per eccellenza che mi ha cullato fino alla maturità. Successivamente mi sono trasferito nel Nord-Est territorio di fiumi, Alpi e buon vino e nella patria del prosecco, ho costruito la mia famiglia composta da Stefania, mia moglie e Francesco, mio figlio. Nel corso di questa vita mi sono dedicato anche alla scrittura ma solo in questo ultimo periodo ho pensato di poter essere anche uno scrittore.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Per la scrittura qualsiasi momento della giornata può essere quello giusto. Quando sono in sintonia cuore e penna non guardo l'orologio.