1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Quando stringo la mano alla persona davanti a me, offro un po' di calore, quando imprimo il mio segno su un pezzo di carta offro tutto il resto. Scrivere vuol dire parlarsi ed ascoltarsi. Significa voltare l'angolo, guardarsi allo specchio, alzare il volume del cuore. L'imbarazzo è la sensazione che accompagna la mia scrittura, ma dopo aver scritto il punto conclusivo emerge la gioia.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Vorrei rispondere "Nulla" ma non credo sia possibile. Il cinismo ed il sarcasmo di Marty non può essere frutto di un personaggio astratto, proprio come il suo desiderio di speranza. Marty corre nel tempo, tra il concreto e l'irreale, questo sono io, sfuggo alla realtà più evidente e pratica e cerco la fantasia anche dove non potrebbe esistere. Il viaggio è reale, quanto il volo ed il battito di ali.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Bardi, (Parma) un paese di alta collina dominato da una imponente fortezza medioevale e contraddistinto da un paesaggio aperto sulla valle ampia del torrente Ceno. Un luogo di tradizione e innovazione. Un posto splendido per crescere in prossimità della natura finché purtroppo non si deve crescere anche in età e andarsene per studiare o lavorare. Un paese di emigranti verso l'Inghilterra e la Francia e l'America che riportano ogni estate le culture di quei paesi e le confrontano integrandole con quella locale.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Io consiglierei il ciclo della fondazione di Asimov, senza trascurare le Tigri di Mompracem di Salgari. Sono libri che aprono la mente e predispongono all'avventura al viaggio, alla scoperta e alla conoscenza di luoghi culture e paesi, situazioni possibili e solo apparentemente lontane.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per prima cosa mi viene spontaneo dire che scrivere per me è molto terapeutico, perché quando dedico tempo alla scrittura, la mia creatività riceve intense iniezioni di stimoli, e quando ciò accade, mi sento su di morale, smetto di pensare ad altro, riuscendo a chiudere i problemi e le preoccupazioni in un cassetto. La scrittura inoltre è un grande mezzo di sfogo, di apertura e di sperimentazione, ovviamente, le emozioni variano a seconda del contesto e della situazione che si sta descrivendo, ad esempio a volte mi elettrizzo, mi sento euforico e pieno di energie, altre invece mi imbarazzo, altre volte ancora sono triste e inquieto, è come se entrassi in una vera e propria connessione simbiotica con i miei protagonisti, arrivando perfino a provare sensazioni inedite, perché grazie alla libertà di espressione creativa, attraverso i personaggi e le storie che creo, seppur in modo astratto, riesco a sperimentare emozioni mai vissute prima.
Una donna che trova la sua valvola di sfogo nella scrittura, che cerca di superare in questo modo tutto il dolore e la sofferenza che ha vissuto. Dina D’alimonte è l’autrice della silloge poetica “La mia vita attraverso un faro” edita dalla BookSprint Edizioni e disponibile sia nella versione cartacea che in quella del libro elettronico.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivo perché sono spinto da un impulso irrefrenabile. Emozioni tante.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tante cose specialmente quelle riferite ai fatti storici, altre sono inventate.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Esprimere in versi quanto ho già scritto nei miei saggi storici.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Semplicissima per cercare di colpire l'attenzione di eventuali lettori.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Dare un definizione precisa credo sia impossibile. Lo scrivere simboleggia un'arte, una simbiosi tra intelletto e istinto, un'egemonia dei sensi e pertanto sarebbe limitativo darne una definizione prettamente letterale.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Credo gran parte. I temi affrontati nelle mie poesie sono quelli che in un certo senso caratterizzano il mio essere. Mi ritengo una persona abbastanza istintiva e tendo ad esternare qualsiasi emozione coinvolga il mio animo, utilizzando però uno stile elaborato e non schietto perché a mio avviso una sensazione deve essere trasmessa al lettore in tutta la sua complessità e artificiosità.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Vivo in un piccolo paese in provincia di Taranto, qualche casa e qualche abitate le cui vite si intrecciano inevitabilmente data la sua scarsa estensione, come se fossimo parte di un libro. Penso di essere diventato scrittore quando, a sei anni, davanti ai cartoni animati, ero estasiato dall'idea di poter plasmare un intero universo usando solo la mia fantasia e allora iniziai subito a scrivere abbozzi di libri scopiazzati da altre opere già esistenti, finché alla veneranda età di diciassette anni ho concluso il mio primo vero libro: Dark River.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Nonostante la mia giovane età, gli impegni scolastici mi tengono tanto tempo seduto su di una sedia a studiare e questo rende difficile trovare il tempo per scrivere. Cerco di scrivere tutti i giorni, spesso di sera e non è mai facile farlo, è un sacrificio iniziare ma quando lo fai vieni magicamente introdotto nei meandri della tua stessa fantasia rendendone difficoltosa l'uscita.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Si scrive perché le parole danno un senso a quello che si vive e che si percepisce. Ovviamente non ci può solo accontentare di “gettare” a casaccio le parole sulla carta. Perché la scrittura è anche tanto esigente. E allora non tollera gli strafalcioni, la fretta, la mancanza di cura …Scrivere, vuol dire possedere la capacità, di dare una forma alle mie emozioni, fermare il tempo, giocare a dama con la morte e i suoi orologi e scolpire il monumento del suo sogno. Dare vita agli Universi. Crearli. A volte più bastardi, a volte meno eccentrici, muovermi nella fauna della gente... VIVENDO ogni giorno qualcosa. Per raccontare. Raccontare un po' di sé ed un po' d'altrui.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo libro ha spunti di vita vissuta e nello stesso tempo di vita fantastica.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata a Gela, in Sicilia, ma ho trascorso la mia infanzia in diverse città italiane perché la mia famiglia si spostava per motivi di lavoro di mio padre. Quando avevo 14 anni ci siamo trasferiti a Gela, dove ho vissuto fino all'età di 27 anni, frequentando le scuole superiori; l'università, facendo la pendolare per Catania; mi sono sposata e sono diventata madre di Davide. Dopo sono entrata nel mondo della scuola in Veneto, dove mi sono trasferita con mio marito e mio figlio. Insegno da 16 anni e da 10 è nato mio figlio Enrico.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Sicuramente l'Odissea, perché i ragazzi prediligono i libri avventurosi e per loro potrebbe essere importante confrontarsi con un personaggio come Ulisse, il quale non rimanendo fermo nella propria isola, chiuso quindi nel proprio mondo, ha avuto l'opportunità di conoscere e scoprire diverse realtà; di vivere e superare diverse prove senza arrendersi e dopo aver resistito e perseverato, alla fine è riuscito a tornare a casa.
1) Il libro LUI, LEI E GLI ALTRI non è un romanzo ma una raccolta di racconti.
2) I racconti sono stati scritti in epoche differenti, alcune lontane, benché la maggior parte sia più recente.
3) Non c'è stata a un certo punto della mia vita la decisione di diventare uno scrittore. Ho svolto tale attività in parallelo alla professione di ingegnere elettronico.
4) La spinta a scrivere è stata quasi sempre dettata dai fatti avvenuti intorno a me. Naturalmente conditi con un po' di fiction.
5) Ho quasi sempre utilizzato la terza persona del presente indicativo che mi è sembrata la scelat migliore per coinvolgere maggiormente. Supponendo che il lettore partecipi appunto all'azione, ho evitato commenti ed espressioni di sentimenti che devono sorgere dai fatti stessi.
6) I racconti sono brevi, asciutti, senza retorica e privi di minuziose descrizioni.
7) Il titolo deriva dalla impersonalità che caratterizza la maggior parte dei racconti dove il protagonista o la protagonista sono semplicemente un Lui o Lei.
8) In generale scrivo un racconto quando qualche fatto mi ha colpito, ma in qualche caso si tratta di pura fantasia.
9) La mia vita si è svolta in massima parte nel secolo scorso. Amo due poeti dell'epoca: Montale e Ungaretti. Apprezzo molto la Ferrante.