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24 Giu
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Intervista all'autore - Federica Bani

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere è appartenenza a se stessi. Scrivere per me significa dar voce allo sguardo, a tutto ciò che dentro risuona, risveglia, accende. Scrivere è essenziale ed essenza, è qualità del giorno, della notte, dell'emozione che arriva e genera. Senza scrittura per me sarebbe vita a metà.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Questo libro sono io. In qualche modo credo che l'autobiografia sia imprescindibile per ogni autore. Anche l'immaginazione più estrema è frutto di uno sguardo interno, di un vissuto carnale o anche solo immaginato, percepito in lontananza. Non ho mai avuto paura di espormi, di farmi leggere. Quello che porto sono le mie emozioni, le mie parole, la mia voglia di esistere, ma soprattutto di amare. Sempre. Nell'arte, prima di ogni altra cosa, conta ciò che porti, prima ancora di tutto ciò che può arrivare.



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Scrivere quest'opera per me ha significato dare voce ad un secondo traguardo, forse un po' più maturo del primo: Bianco Fondente, sicuramente più introspettivo ed elaborato. Ho portato tanta sofferenza, tanta consapevolezza, e ancor di più, ho portato tutto quello che sono, debolezze, passioni ed energia compresa. In quest'opera vive la voglia di continuare ad innamorarmi, ed innamorare.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

La scelta del titolo è stata difficilissima. Avevo molte idee, mai nessuna convincente fino in fondo. "Voltati" per me significa dare la possibilità di nuova prospettiva. Significa volersi sentire liberi di guardare e farsi guardare, esattamente per quello che si è, imperfetti ma reali. Voltarsi ha il significato simbolico di donarsi al mondo. Di buttarcisi dentro, di mischiarsi, di provarci. Di guardarsi, ancora. Di guardarti ancora. Voltarsi al giorno che viene, al nuovo che viene, significa avere il coraggio del presente, di quell'oggi che viene, ici et maintenant.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

"Splendore" di Margaret Mazzantini. Una scrittrice meravigliosamente unica. Con lei sul comodino ho dato voce a moltissime opere, lacrime, immagini. Le sue descrizioni, la sua capacità di incollarti al libro, di farti sentire protagonista, di vivere da dentro la sua realtà mi ha permesso di vivere giornate intere in dimensioni parallele. E a tratti, il parallelo, salva la vita.



6. E-book o cartaceo?

Io sono per il cartaceo. Mi piace l'odore dei libri, il rumore delle pagine che si girano. La carta tra le dita. Quando leggo ho sempre in mano libro e matita. Sottolineo, commento, rileggo, mi perdo. Mi piace rigirarmi nel letto, trovare una nuova posizione perché quella in cui ero fa male alle braccia e continuare a leggere, e rigirarmi, e rileggere. Leggere e scrivere per me passano ancora da tutto questo. Foglio bianco ed inchiostro.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

Non l'ho mai deciso. Scrivo da sempre, italiano era la mia materia preferita sin dalle elementari. Così, è successo che ho iniziato a dar voce a quelli che si sono rivelati inizialmente più flussi di coscienza che poesie, poi, leggendo, rileggendo, correggendo, hanno assunto la forma e la metrica della poesia. Soltanto poi, della pubblicazione.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

Questo libro nasce dall'unione di poesie che ho scritto e raccolto in tre anni di vita. Parla di amori vissuti e rimasti, indelebili su pelle e cuore. Parla di posti toccati, di orizzonti sfiorati. Parla di incontri, vita vera o sognata. Non ci sono aneddoti ma un unico filo rosso di esistenza sentita dentro.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Poter condividere il mio vissuto e vederlo su carta è un'emozione davvero importante. Sapere di essere stata apprezzata e di aver così potuto dar voce ai miei scritti è davvero un traguardo meraviglioso. Ringrazio quindi in primis BookSprint per il sostegno, e tutti gli occhi meravigliosi incontrati che hanno permesso la produzione di questi scritti.



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mia sorella Arianna, lei è la mia guida, la mia metà. Senza la sua approvazione, il suo sostegno, il suo amore incondizionato non avrei potuto nulla di quello che sono.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Credo sia un traguardo importante. Dar voce agli scritti permette di dar loro presenza in posti in cui altrimenti un libro non avrebbe possibilità d'essere. Si ha così la responsabilità di dar voce e spessore a ciò che uno scrive. La lettura delle poesie, e dei libri in generale, permette interpretazione, quindi, ascolto, dibattito, diversa prospettiva. Cos'è la poesia se non ciò che arriva al cuore di ognuna e ognuno, esattamente per come viene letta, sentita, vissuta, ascoltata?

 


 

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