1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è passione, è evasione dalla realtà circostante, è voglia di vivere e d’immedesimarmi nelle storie dei miei protagonisti cercando d’immaginare le emozioni che loro stessi potrebbero provare, con una sola parola potrei dire è vita.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In termini percentuali azzarderei un buon 40%, a volte prendo ispirazione da fatti che sono realmente accaduti, ma solo come input iniziale poi cerco di dare sfogo alla mia fantasia e creatività, immaginando storie e personaggi, cercando di farli diventare protagonisti di vicende anche al limite del surreale.
Alberto Grosso affida ancora una volta alle competenze della casa editrice BookSprint il racconto di un evangelista di Gesù. “Marco: il volto di Gesù svelato” è il suo nuovo libro, un diario di vita in cui Marco racconta in prima persona del suo rapporto con Gesù e delle vicende che lo hanno legato a lui. Il libro, con le sui 182 pagine, è fruibile nella consueta duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
Tornano le avventure di Vitariello che incessantemente è alla ricerca della preziosa ricetta del bocconotto. “I bambini migranti ovvero sulle tracce del bocconotto perduto- volume 2” è il sequel del primo libro di Giuseppe Mazzilli pubblicato sempre dalla casa editrice BookSprint e fruibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere, per me, è un ritorno al passato. Mi fa ricordare le discussioni accese, interminabili, che si facevano negli anni a cavallo del sessantotto, quando ero studente serale e pensavamo a cosa fare per migliorare la scuola e la società. Mi fa ricordare le discussioni animate che si facevano, sempre negli anni sessanta, per conquistare i diritti sul lavoro. Io le ho vissute entrambe da protagonista. In quel periodo storico si discuteva di tutto con tutti però, pur partendo da posizioni diametralmente opposte, il dibattito era sempre rispettoso degli interlocutori e delle idee altrui. L'interlocutore non era considerato, necessariamente, un avversario da abbattere. Oggi non è più così. L'interesse verso i temi, sia politici che sociali, non attirano più di tanto.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
All'età di tre anni scrivevo con entrambe le mani, per dritto e specularmente, da sole o contemporaneamente. Ho sempre scelto quale mano usare e quale emisfero cerebrale applicare.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mia giornata non è un arco. La mia giornata è un baleno. Perciò scrivo senza tempi.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Chuck Palahniuk.
4. Perché è nata la sua opera?
Per amore prima, per odio poi. Nel vedere qualcuno manipolare altri, per proprie esigenze narcisistiche, opportunistiche, egoistiche. Nel vedere tradire chi non lo ha meritato. Nel veder malizia, leggerezza, incoerenza, distacco, menefreghismo. È nato per sostituire il mio acting out con un meccanismo di difesa nobile, la sublimazione, che mi ha consentito di uccidere il sentimento, prima Rassognazione - quando la rassegnazione si confondeva con il sogno -, poi liberazione dalla più temibile delle mantidi religiose.
Una raccolta di versi che parlano di vita vera, che richiamano sentimenti ed emozioni vissuti in prima persona dall’autrice, Manuela Pace. “Licenza poetica” è il titolo del suo libro pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni e disponibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Genova 38 anni fa, secondogenita in una famiglia nella normalità degli anni 80. Quando avevo 6 anni i miei genitori si sono separati e il nucleo famigliare si è ridotto a 3 per molto tempo, finché nell'età dell'adolescenza mia madre ha avuto un compagno e dopo qualche anno le due famiglie già esistenti ne hanno formato una unica. Ora siamo in 6 più compagni, fidanzati e mariti. In realtà la decisione di diventare scrittrice mi si è presentata nel momento in cui avevo tra le mani una mia opera che poteva definirsi finita. Fin da piccola pensavo sempre di iniziare a scrivere un romanzo, poi la vita mi ha fatto creare delle poesie.
Due avvincenti racconti che hanno come protagonista un commissario della omicidi alle prese con le intricate indagini di due uccisioni. Anna Pellizzaro Tempesta, è l’autrice del libro “Le indagini di Catturin” pubblicato dalla casa editrice di Vito Pacelli, la BookSprint Edizioni, godibile nella duplice veste del libro cartaceo e dell’e-book.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è la via per dare forma e suono ai pensieri. I pensieri passano e si dimenticano perché vengono soppiantati da quelli che vengono dopo o sono legati ai problemi più immediati. Lo scrivere è come acchiappare i pensieri con l'acchiappafarfalle, è metterli in una bacheca per poterli rivedere. Magari un giorno scopriremo che abbiamo sbagliato a mettere la farfalla allo spillo… È un'emozione unica, che ha a che fare con il mistero della materia che ha coscienza di sé.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il mio libro è fatto soprattutto di osservazioni della vita reale. Le fonti possono essere tantissime: lo studio, un viaggio, la vita di tutti i giorni, il lavoro, persino la TV e il cinema o parlare con le persone. Sta all'individuo scegliersi la fonte da cui trarre le sue idee e magari anche le conclusioni.
Dopo il successo dei libri “Insegnare con passione” e “Inno alla vita… nonostante tutto!”, Antonia Dartizio torna a scrivere e questa volta lo fa parlando della sua terra e dalla sua amata città, Matera. Il suo nuovo libro, “Le @miche a Matera” (edito da BookSprint), attraverso il racconto di un incontro speciale tra amiche di vecchia data, fa rivivere ai lettori le bellezze, la cultura e le tradizioni della città che è stata designata Capitale Europea della Cultura 2019.