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03 Lug
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Intervista all'autore - Manuela Pace

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Sono nata a Genova 38 anni fa, secondogenita in una famiglia nella normalità degli anni 80. Quando avevo 6 anni i miei genitori si sono separati e il nucleo famigliare si è ridotto a 3 per molto tempo, finché nell'età dell'adolescenza mia madre ha avuto un compagno e dopo qualche anno le due famiglie già esistenti ne hanno formato una unica. Ora siamo in 6 più compagni, fidanzati e mariti. In realtà la decisione di diventare scrittrice mi si è presentata nel momento in cui avevo tra le mani una mia opera che poteva definirsi finita. Fin da piccola pensavo sempre di iniziare a scrivere un romanzo, poi la vita mi ha fatto creare delle poesie.



2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Nell'arco della giornata scrivo appena possibile quello che mi si presenta in testa. In genere butto giù un'idea praticamente pronta e poi a distanza di tempo la rivedo cambiando qualche parola.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Mi piace molto leggere anche se non ho mai molto tempo da poter dedicare a questo hobby. In genere mi dedico al genere più che all'autore e anche il genere viene scelto in base allo stato d'animo del momento. Quindi non ho un autore preferito.



4. Perché è nata la sua opera?

La mia opera è nata in un periodo un po’ complicato della mia vita e nei momenti di sconforto avevo bisogno di svuotare la testa dalle idee riversandole su carta. Poi ci ho preso gusto e anche nei momenti meno bui ho continuato a scrivere.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Non saprei. Al di là delle basi scolastiche ho sempre approfondito personalmente ciò che mi interessava, quindi immagino sia più una cosa personale che sociale.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Per me scrivere è decisamente un racconto della mia realtà.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

In ciò che ho scritto c'è tutta me stessa e quello che mi circonda.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

In molti hanno partecipato passivamente alla mia opera e senza di loro non sarebbe stato possibile crearla, quindi sì, direi che le persone che fanno e hanno fatto parte della mia vita, sono state fondamentali.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Ad una persona a me molto vicina, che mi è stata vicina anche nei momenti peggiori e che spesso mi ha spronato a continuare quello che forse non sarebbe pronto alla stampa in questo momento, se non avesse creduto in me.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Il futuro è nella tecnologia, quindi credo che l' e-book sia il futuro della scrittura, ma nessuna tecnologia potrebbe ricreare le sensazioni tattili e olfattive dello sfogliare la carta stampata.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Non so. L'audiolibro può sicuramente aiutare chi possiede handicap visivi, ma potrebbe anche risultare molto impersonale a mio parere.

 

 

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