1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
All'età di tre anni scrivevo con entrambe le mani, per dritto e specularmente, da sole o contemporaneamente. Ho sempre scelto quale mano usare e quale emisfero cerebrale applicare.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mia giornata non è un arco. La mia giornata è un baleno. Perciò scrivo senza tempi.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Chuck Palahniuk.
4. Perché è nata la sua opera?
Per amore prima, per odio poi. Nel vedere qualcuno manipolare altri, per proprie esigenze narcisistiche, opportunistiche, egoistiche. Nel vedere tradire chi non lo ha meritato. Nel veder malizia, leggerezza, incoerenza, distacco, menefreghismo. È nato per sostituire il mio acting out con un meccanismo di difesa nobile, la sublimazione, che mi ha consentito di uccidere il sentimento, prima Rassognazione - quando la rassegnazione si confondeva con il sogno -, poi liberazione dalla più temibile delle mantidi religiose.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Nulla.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Racconto interamente la realtà, non c'è un attimo di invenzione.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto. Ma ciò che c'è è morto scrivendolo.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Il demone di me stessa, oggi morto.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al prefattore, il grande poeta e scrittore Franz Krauspenhaar.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Assolutamente no. È come dire: secondo lei il futuro del video è la radio?
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Che è per ciechi. Punto.