Un thriller ispirato a fatti di cronaca realmente accaduti, ricco di suspense e colpi di scena. Così si può definire il libro di Ottavio Renzo Menichelli, “Il commissario Stasi”. Il libro che ha come protagonista, per l’appunto il brillante e arguto commissario Max Stasi, è pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizione ed è quindi fruibile sia nella classica veste del libro cartaceo che in quello e-book.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata e cresciuta in un piccolo paese in Calabria chiamato Lamezia Terme.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Dipende dai gusti personali di ogni ragazzo. Se al ragazzo piace il genere fantasy, personalmente gli consiglierei la saga di “Divergent” una delle più belle che abbia mai letto. Invece per quanto riguarda le storie d'amore, consiglierei “Colpa delle stelle”.
1. Come e quando ha deciso di diventare fumettista? Come è nata l'idea legata alla realizzazione di questo fumetto?
Già da bambino ho avuto la passione e la vocazione per il disegno. Un giorno vedendo un programma di Maurizio Costanzo, che intervistava un giovane fumettista, è partita la voglia di fare fumetti. Così cominciai a creare delle storie e disegnarle. Nel corso degli anni si é rafforzata la voglia di diventare fumettista di professione e di pubblicare qualcosa, infatti andai in una casa editrice a Francoforte con il mio fumetto inedito. L'editore, fu colpito dal mio lavoro e mi propose di creare una nuova storia con un personaggio italiano e così nacque L'idea di “Ciro Conti” che fu pubblicato ad episodi su una rivista. Dopo qualche tempo, la casa editrice chiuse e quindi fu interrotta la pubblicazione del fumetto. La delusione fu forte ma non mollai e decisi di creare una nuova storia riproponendo lo stesso personaggio.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un uomo sostanzialmente amante della tranquillità desideroso di stare in pace con le persone che mi circondano, anche se la vita spesso mi ha riservato di scontrarmi con l'ipocrisia di alcune di loro. Vivo e lavoro a Chieti ma sono di origini salentine, per l'esattezza sono cresciuto sin dall'età di appena un anno a Santa Maria di Leuca, ultimo lembo di terra ad est dell'Italia. Il mare, sin da subito, è stato il mondo che mi ha attratto come un magnete e dal mare ho tratto tutto ciò che potevo trarre, i suoi profumi, la sua dolcezza ed al tempo stesso la sua esuberanza più volte affrontata in navigazione. È stato anche la mia musa ispiratrice ed ancora oggi mi consente di scrivere, chiuso nella mia barca. Secondo me diventare scrittore non è stata una scelta, ho iniziato a scrivere trent'anni fa alcune novelle che passavo ad un amico giornalista che pubblicava su alcuni settimanali femminili consentendomi modesti compensi. Le storie nascevano per strada, dietro il tavolino di un bar. E fu proprio lì che nacque la prima; un uomo ed una donna discutevano sorseggiando un caffè, poi si alzarono e andarono via prendendo direzioni diverse e mentre andavano via ogni tanto si voltavano e si guardavano consapevoli, forse, che quella era l'ultima volta che si sarebbero guardati in faccia. Ed è così che nascono ancora le mie storie, le mie poesie, proprio dalla naturalezza della vita.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ciao! Mi chiamo Andrea Malorni. Sono un ragazzo di 15 anni, vivo in una piccola città di nome Vignate, in provincia di Milano, in Lombardia. La mia vita è stata molto sofferente, per tutto l'arco delle scuole medie per via degli ignari indecenti, dei miei ex compagni che avevo da sopportare. Sono una persona molto sensibile, mi ritengo intelligente, vivace e molto emotiva. Mi dispiace essere giudicato negativamente per quello che non dimostro di essere. In questo ultimo anno è tutto cambiato, tutti mi rispettano e l'essere più grande e maturo mi ha attribuito un ribaltamento totale. Mi sento molto bene quest'anno alle superiori e sono fiero di esserne libero senza esserne traumatizzato e minacciato da nessuno! Sono molto emotivo e un grandissimo sognatore, penso in grandissimo nei sogni...
Pierluigi Candelori scrive un romanzo che ha il gusto dell’autobiografia. Non si può escludere infatti che “La vita dentro un arcobaleno” possieda tracce di esperienza vissuta in prima persona dall’autore del testo. In questo romanzo di raccontano le avventure di Giuseppe, un giovane italiano, partito alla ricerca di un avvenire in quello sconfinato continente che è l’Africa. Pubblicato dai tipi della BookSprint Edizioni, questo romanzo si rivolge una fetta molto ampia di pubblico di lettori.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nasco 44 anni fa da padre artigiano e madre insegnante. Ho vissuto gran parte della fanciullezza con i nonni materni a S.Margherita, un piccolo borgo della provincia di Teramo. Ho frequentato in loco la scuola elementare. Già in terza classe la maestra aveva notato in me uno spiccato senso di immaginazione tanto da spingermi ad inventare storie di pura fantasia. Nei miei scritti utilizzavo spesso il gatto Felix come protagonista. Amavo i fumetti. Gli insegnanti che ho avuto in tutto il percorso scolastico dalle medie fino al liceo hanno sempre apprezzato le mie doti da scrittore. Un tema che ricordo particolarmente aveva come titolo “WIl mio angolo di mondo”. Frequentavo il V° ginnasio. Nonostante ciò non mi sono mai ritenuto uno scrittore vero. Ho considerato la scrittura semplicemente una passione, un hobby. Nel 2008 ho pubblicato per la prima volta nella vita un opera dal titolo “L'Africa a pezzi”, una raccolta di eventi e storie derivanti dalla mia esperienza personale nel continente nero. Per circa 10 anni ho collaborato ad un progetto umanitario a favore dei bambini svantaggiati dell' Uganda.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata a Ceccano, un paese della Ciociaria, dove, cresciuta a Roma, sono poi tornata per esercitare la professione di ostetrica. Oggi, in pensione, mi dedico, tra l’altro, alla naturopatia, alla kinesiologia e alle terapie cranio-sacrali.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Davvero difficile scegliere… Personalmente consiglierei di leggere “Costruire l’uomo”, di Michel Quoist (SEI), un’opera degli anni 1997-1998 ma sempre attuale. Secondo l’autore l’uomo esiste in quanto essere in relazione con l’interno di se stesso, con la sorgente della vita, ovvero nella propria dimensione interiore. Un’altra opera interessante è “Adamo, dove sei?”, di Enzo Bianchi (Qiqajon, 2007), nella quale si approfondiscono vari temi, tra cui il male, la sessualità, l’ecologia, il lavoro, il rapporto con gli altri, fornendo ai ragazzi notevoli spunti per una formazione ed una maturazione di tipo spirituale e sociale.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è un moto dell’animo, è un far uscire ciò che vive dentro il proprio io. Si potrebbe persino dire che scrivere è quasi un dare ordine a ciò che poteva altrimenti rimanere confuso e non ben definito; e, parimenti, è un proiettare e far conoscere agli altri i moti dell’animo inespressi. Per conseguenza scrivere significa così ritrovarsi in sintonia con tutte le creature e con tutto il creato; è un riconoscersi nell'altro, in quello che sta accanto come in quello che è, o appare, più distante; è, in definitiva, un essere partecipe dei sentimenti, delle emozioni, del modo di pensare, del modo di essere di ogni creatura; ed anche se non tutto si condivide dell’altro, - poiché in tutti i moti dell’animo sono molteplici, variegati e mutevoli del continuo – “tutto” si comprende in moto empatico.
In una realtà in cui tutto è di corsa, tutto è accelerato e anche le sensazioni sono fugaci e passeggere Erio Gusmeroli con la sua raccolta di poesie “Folate e nuvole” ha voluto afferrare gli attimi, imprimendoli su carta. Il suo libro, pubblicato dalla casa editrice BookSprint Edizioni è disponibile sia nella classica veste del libro cartaceo che nella moderna veste del libro elettronico.